La Sanità possibile

Comincia l'iter per l'approvazione del piano sanitario regionale: informatizzazione e risparmio i punti cardine della bozza.

Dopo quattordici mesi di fatica e mediazioni tra istanze differenti e, spesso, collidenti, l'Assessorato regionale alla Sanità ha esitato il Piano Sanitario regionale, che ridisegna i termini e le modalità dell'assistenza sanitaria in Sicilia. II futuro e le mansioni di ospedali, ambulatori e tutta la complessa congerie di strutture che sostenta la Sanità nell'isola è determinato nella corposa bozza del Piano, che dovrebbe assicurare una risposta adeguata alle istanze sanitarie di cinque milioni di siciliani. é la prima volta, a detta dell'Assessore alla Sanità Alessandro Pagano, che le necessità dei cittadini vengono razionalmente confrontate alla disponibilità finanziaria effettiva esistente. Addio ai "libri dei sogni" dunque, con buona pace dei sognatori.

Si guarda al concreto ed alle disponibilità di cassa per giungere ad una "Sanità possibile". In cassa 8 mila miliardi l'anno, tre dei quali verranno erogati direttamente dalla Regione mentre lo Stato coprirà la restante parte del fabbisogno. In pratica, ogni siciliano disporrà di un milione e mezzo per sopperire alle sue necessità sanitarie. Non sono molti, ma non sono neanche pochi. II nodo del problema sta nel razionalizzare la spesa ed è un nodo sul quale si sono scervellati al lungo i funzionari di Piazza Ottavio Ziino.

"La nuova ipotesi di Piano è stata interamente elaborata dai funzionari dell'Assessorato - ha precisato l'Assessore Pagano -. Quindi non ci si è affidati a costose consulenze esterne e, d'altronde, i nostri esperti conoscono meglio di chiunque altro le reali necessità dell' isola. Ne è scaturito, secondo gli addetti ai lavori, un programma agile, che ora i manager delle Aziende Sanitarie dovranno agilmente mettere in pratica. Il punto cardine di questa bozza di Piano è l'informatizzazione - spiega Pagano -. Tutto dovrà essere adeguato alle nuove tecnologie. Ci sono già dei finanziamenti e se ne arriveranno altri saranno accetti".

Si pensa, dunque di utilizzare finalmente i cento milioni che da anni giacciono inutilizzati nei bilanci di ogni struttura sanitaria alla voce "informatizzazione nel settore veterinario". Formazione professionale del personale sanitario. Altro punto dolente, a priorità destinata ad assorbire sempre maggiori risorse.

L'obiettivo finale è eliminare totalmente i "viaggi della speranza", dalla filosofia e dalla prassi dei siciliani. Viaggi che costano alla Regione ben 270 miliardi. II risparmio è un'altra delle priorità che nel Piano trovano la massima considerazione.

In pratica, se ci sono malattie che si possono affrontare e sconfiggere con assistenza domiciliare tanto meglio, bisogna "drenare", quanto più possibile la popolazione ospedaliera e sui "ricoveri inutili" si abbatterà inesorabilmente la scure dell'Assessorato. Daremo via a breve al confronto con le parti -sociali - conferma l'Assessore Pagano -. In particolare attendiamo suggerimenti dall'Anci, in rappresentanza dei Comuni siciliani e organizzazioni sindacali. Ai Primi d'ottobre la bozza del Piano passerà al vaglio del Consiglio regionale dei Sanitari, organo consultivo e, quindi, all'esame dell'ARS.

Toccherà, dunque, alla Corte dei Conti esprimere il proprio parere. La "corsa ad ostacoli" dovrebbe comunque concludersi entro fine anno. Intanto, si cominciano a sentire le prime bordate del dissenso. A dar fuoco alle polveri la Cgil che, per bocca di Giovanna Marano, componente della Segreteria regionale, afferma "

Ad una prima analisi abbiamo rivelato che nel Piano non c'è traccia delle norme che dovrebbero regolare il finanziamento delle Aziende Sanitarie". Ancora più duro il Segretario Regionale della Cgil siciliana, Filippo Panarello. La scelta di congelare le spese degli Assessorati regionali per far fronte al buco della Sanità è l'ennesimo atto di improvvisazione e di colpevole superficialità di questo Governo".

ANZIANI ED ASSISTENZA DOMICILIARE

II futuro per i 756 mila anziani siciliani prevede alcune interessanti novità sul versante sanitario. L' assistenza domiciliare dovrebbe finalmente prendere piede, stando alle previsioni del Piano Sanitario, che tende a decentrare e trasferire a domicilio i numerosi servizi che oggi sono disponibili solo in sede ospedaliera, con tutti i disagi ed i costi che la degenza ospedaliera comporta per il paziente anziano.

ADI (Assistenza Domiciliare Integrata) è dunque la nuova parola d'ordine per la cura del paziente anziano.

Nel giro di pochi anni dovrebbe venir su una rete di servizi appositamente dedicati alla cura dell'anziano ed inoltre, nel giro di un anno, i pazienti ultrasessantacinquenni dovrebbero poter fruire di 140 ore di assistenza sociale, 100 ore di assistenza infermieristica, 50 di assistenza riabilitativa ed otto consulenze mediche specialistiche.

Se il caso è più grave si dovrà far ricorso alla Residenza Sanitaria Assistita (RSA), ossia l'ospitalità dei pazienti non tanto gravi da poter venire curati in ospedale e non tanto sani da poter venire curati a domicilio: verrebbero ospitati presso piccole strutture pubbliche.

GUERRA ALLA EMERGENZA SANGUE

Con una apposita task force il Piano sanitario prevede si possa risolvere il problema della cronica carenza di sangue nell'isola. Nel caso si verifichino particolari emergenze che i centri trasfusionali non sono in grado di contrastare, ecco entrare in campo una task force di donatori dotati di particolari caratteristiche immunoematologiche. Alle associazioni di volontariato, che raccolgono circa 98 mila donatori, il compito di costituire materialmente queste unità d'intervento rapido.

Anche per la raccolta programmata di sangue, fuori da ogni logica d'emergenza, sta alle organizzazioni di volontariato il compito di far crescere la cultura della donazione e far cessare il ricorso alle altre regioni (poche per la verità) che vantano eccedenza di plasma. II coordinamento dell'attività dei centri di raccolta è affidato all'Ospedale Civico di Palermo, che dovrà pianificare la necessità annua di sangue ed emoderivati.

AIUTI A MADRI E FIGLI

Alla scarsa assistenza nel settore materno-infantile il Piano risponde con una serie di iniziative destinate ad incidere in maniera rilevante sul problema. Si vogliono migliorare considerevolmente i servizi di terapia intensiva neonatale. In tutte le sale parto presenti nel 28% degli ospedali siciliani verrà garantita l'assistenza pediatrica e neonatologica.

Sorveglianza e controllo per le vaccinazioni obbligatorie costituiscono un'altra delle priorità stabilite nel Piano sanitario regionale, al fine di limitare epidemie, come quella di morbillo che, nel '96, colpì Palermo e Catania. Catania e Messina dovrebbero inoltre ospitare due nuovi Centri di diagnosi prenatale.

LOTTA ALL'AIDS

Tre sono le vie individuate per combattere efficacemente la "peste del Duemila": adeguamento delle strutture sanitarie; attivazione di una efficace opera di prevenzione, riduzione dei rischi di contagio per gli operatori sanitari. II Piano Sanitario Regionale le segue tutt'e tre, predisponendo, inoltre, 746 nuovi posti-letto per i malati di AIDS. Palermo, che ha fatto registrare il maggior numero dl casi, avrà il maggior numero di posti-letto, ma anche Catania, Messina, Caltanissetta, Caltagirone e Modica non verranno trascurate. Inoltre il 50% delle strutture di primo livello verranno messe in grado di effettuare test anti-HIV, nel quadro del programma di prevenzione summenzionato.

NO AI VIAGGI DELLA SPERANZA

Sono costati cento miliardi di lire i ricoveri negli ospedali d'Italia dei pazienti siciliani impossibilitati a curarsi nell'isola e la Regione ha pensato bene di correre ai ripari, puntando su poli sanitari di riferimento dove concentrare tutte le principali terapie anti-tumore. Verranno potenziati i centri operanti presso gli Ospedali di Palermo e Catania, ove verranno creati appositi dipartimenti.

Anche strutture ospedaliere di terzo livello disporranno di unità operative specializzate nella terapia oncologica. Verranno inoltre create équipes specializzate nel supporto psicologico ai familiari e, sempre a Catania e Palermo, verranno create unità specializzate nelle cure palliative. Il10% dei finanziamenti destinati all'oncologia verrà destinato alla cura domiciliare, gestita da apposite associazioni senza fini di lucro.