Disegno di legge a tutela di paesaggio e architettura

(Tratto da Supplemento de "Il Sole 24 Ore") - Sicilia. Testo previsto in Aula a novembre - Piano da 23 milioni

PALERMO - La Sicilia tenta di rifarsi il look investendo sulla tutela del paesaggio e l'architettura di pregio. Questo lo spirito del disegno di legge n. 1037 dell'11/8/2005, che potrebbe arrivare in aula a novembre. Tre i punti cardine del ddl, per il quale il governo regionale ha già individuato risorse per 4,305 milioni nell'esercizio finanziario 2005 e 9,427 milioni l'anno per il 2006 e il 2007 (per un totale di 23,159 milioni in tre anni): introduzione di un Piano territoriale paesistico regionale, istituzione di un Dipartimento regionale per l'architettura e l'arie contemporanea (Dare) e adozione di un Piano di riqualificazione del territorio.

Il ddl, tenta per la prima volta di normare la tutela del paesaggio introduce obiettivi di qualità paesaggistica e di semplificazione burocratica e al contempo sposa la linea della concertazione a tutti i livelli, sulla base di un «metodo della co-pianificazione» che prevede conferenze di pianificazione, accordi territoriali e con i privati.

«Queste norme — spiega l'assessore regionale ai Beni culturali Alessandro Pagano — segnano finalmente il superamento di una logica puramente conservativa e di mummificazione del patrimonio culturale».

II metodo indicato, però, rischia di complicare la stesura del Piano. Si parla quindi già della possibilità di approvare intanto il disegno di legge privo di questa parte, puntando tutto sull'istituzione del Dare (costo previsto in base all'art. 15: 300mila euro nel 2005, 1 milione l'anno nel 2006 e nel 2007). Una struttura deputata tra l'altro a certificare «1'importante carattere artistico delle opere di architettura contemporanea» che potranno essere ammesse a contributi pubblici ed esentate dal rispetto di alcuni tipi di vincoli, tutele e autorizzazioni (in alcuni casi quelle delle Soprintendenze), promettendo di snellire le procedure per la progettazione architettonica di pregio ma paventando anche la possibilità di interventi arbitrali sul territorio.

«Non vedo questo rischio, ma è chiaro che per il Dare siciliano bisognerà scegliere professionisti di chiara fama — afferma l'architetto Salvo Lo Nardo, progettista tra l'altro del Parco della Zisa a Palermo—. L'innovazione e la semplificazione però sono evidenti». Al nuovo Dipartimento anche competenze in materia di pianificazione paesaggistica e urbanistica e di salvaguardia delle opere dell'architettura contemporanea, oltre che compiti di formazione: due ambiti però a rischio di conflitto di competenze con le Soprintendenze e il Dipartimento dei beni culturali.

Qualche perplessità viene anche dai tempi per l'introduzione del Piano di riqualificazione del territorio (risorse individuate nell'alt 24 per i progettisti incaricati: 3 milioni nel 2005, 6 milioni per ognuno degli anni 2006 e 2007), mutuato in parte dal Piano del colore predisposto alcuni anni fa dal Centro regionale per la progettazione e il restauro. Le Norme transitorie (art.28) prevedono infatti che sino all'adozione dei piani paesaggistici non sia richiesta autorizzazione per gli interventi di restauro conservativo, manutenzione ordinaria e straordinaria e di consolidamento statico. «Una deregulation di piccoli interventi come serbatoi, infissi, grondaie, marciapiedi — spiega il direttore del Crpr Guido Meli — che non apre certo la strada agli ecomostri, ma può tuttavia modificare sensibilmente il territorio, complicando le cose quando entrerà in vigore il piano. Basterebbe un patto tra Soprintendenza e Comuni per fissare alcuni paletti e sottrarre la regione all'arbitrio».

ALESSANDRA VIOLA