Il vino di eccellenza ha un ruolo nel rilancio del turismo siciliano

(Tratto da "La Sicilia") - Strategie. Agricoltura ed eno-gastronomia nei circuiti internazionali delle vacanze

Palermo. Passerà alla storia l'annata 2004 dei vini siciliani, con un rating di 5 stelle per i bianchi e di 4 per i rossi, un risultato che colloca la vitivinicoltura dell'Isola ai vertici dell'enologia mondiale. L'edizione 2005 di «Sicilia en primeur» – la manifestazione promossa da Assovini Sicilia con la sponsorizzazione di Banca Nuova e la partecipazione degli Assessorati regionali all'Agricoltura, ai Beni Culturali e al Turismo e che ha visto a Palermo oltre cento giornalisti provenienti da 31 Paesi – ha confermato le performances ottenute dalla vitivinicoltura siciliana in appena un decennio, ma anche indicato che non può accontentarsi degli allori finora conquistati. Bisogna andare avanti e guardare oltre.

Come ha suggerito il prof. Attilio Scienza, docente dell'Università Statale di Milano, facendo il punto sulla ricerca condotta con l'Assessorato regionale all'Agricoltura sui vitigni autoctoni. «La vitivinicoltura siciliana – ha detto, intervenendo al convegno "Sicilia continente vitivinicolo" moderato dal giornalista Andrea Gabbrielli – ha grandi possibilità perché ha un patrimonio intatto e tutto da scoprire. L'interno dell'Isola nasconde tante di quelle ricchezze che neppure l'Australia può vantare una simile diversità».
«La polverizzazione delle varietà – ha affermato l'assessore regionale all'Agricoltura, Innocenzo Leontini – ha favorito il permanere di una viticoltura familiare, caratterizzata da forme di allevamento tradizionali e dalla conservazione di vecchie varietà, spesso presenti contemporaneamente nei vigneti. Oggi per noi questo è un importante patrimonio da preservare e da mettere a reddito. La strategia della Regione sta puntando sul miglioramento della qualità delle uve e dei vini, l'innovazione, la ricerca e la valorizzazione della filiera vitivinicola e sul marketing e il turismo eno-gastronomico».
Il vino di eccellenza nel rilancio della Sicilia ha avuto un ruolo fondamentale. Non a caso l'Isola sarà la prima meta degli italiani nelle prossime vacanze pasquali. «Il settore del vino – ha sottolineato l'assessore regionale al Turismo, Fabio Granata, nel primo degli interventi moderati dal giornalista Vincenzo Morgante nella sessione "Sicilia continente di storia, cultura e paesaggio" – ha permesso di trainare, recuperare e rilanciare le tre "T" dello sviluppo turistico: terra/territorio, tradizioni, talento. Tutto è ricominciato dal vino che ha spostato di nuovo l'attenzione sui temi della terra e della cultura, grazie anche ad una azione di tipo imprenditoriale. Oggi non si può parlare di turismo senza cultura, ma nemmeno di turismo e cultura senza agricoltura. Tanto più in Sicilia dove si realizza una stratificazione di storia e culture che non ha eguali: l'Isola, per l'Unesco, è infatti il luogo con il più alto numero di siti dichiarati patrimonio dell'umanità».
«Identità è futuro – ha affermato Alessandro Pagano, assessore regionale ai Beni culturali – e il vino, oltre ad essere parte integrante della cultura della nostra regione, sottolinea la capacità dei siciliani di rinnovarsi pur mantenendo la tradizione e la qualità di un prodotto che rappresenta, non solo un significativo biglietto da visita, ma anche un fondamentale volano per la nostra economia verso il mercato nazionale e internazionale».
«La Sicilia consegna – ha detto, nel suo intervento, il prof. Antonino Buttitta, docente di Antropologia culturale all'Università di Palermo – il suo futuro al vino, al suo valore simbolico ed economico che è identificante del territorio. La storia del vino in Sicilia è la storia della Sicilia».
Cala il sipario sull'edizione 2005 di «Sicilia en primeur». La terza – ha annunciato il presidente di Assovini Sicilia, Lucio Tasca d'Almerita – si svolgerà il 10 marzo 2006.

Giorgio Petta