Tesori archeologici nel mare siciliano. "Così la Regione s’impegna a tutelarli"

(Tratto da "Giornale di Sicilia") - Favignana. Nel 2004 recuperati dall’Arma 110 reperti rubati. L’assessore Pagano annuncia: "Un nuovo nucleo di carabinieri specializzati aprirà presto a Siracusa"

FAVIGNANA. Sono stati 110, nel 2004, i reperti archeologici trafugati clandestinamente dai sub e recuperati dai carabinieri del Nucleo tutela patrimonio culturale della Sicilia. Tra questi un rostro in bronzo, attribuito ad una nave romana del III secolo a.C., di cui si conosceva un unico esemplare esistente a Israele, lì poi un elmo romano di tipo «montefortino» collocabile nel periodo della prima guerra punica; un'ancora greca del III-IV secolo a.C. con l'iscrizione in greco della parola «Euploia», ovvero «Buona navigazione».

Per tracciare un bilancio dell'attività svolta, i militai i dell'Arma hanno scelto la palazzina Florio dell'isola di Favignana, dove ieri mattina si è svolta una conferenza stampa. Una scelta nient'affatto casuale. L'Arma dei carabinieri, infatti, ha voluto, con un gesto simbolico, porre la prima pietra del Museo di archeologia subacquea delle Egadi, consegnando alcuni reperti al territorio e alla Soprintendenza del mare.
Alla cerimonia erano presenti l'assessore regionale ai Beni culturali Alessandro Pagano e il professor Sebastiano Tusa, che dirige la neonata Soprintendenza del mare. Ed è stato proprio Tusa ad annunciare, nel corso dei lavori, l'apertura di un sito virtuale su un relitto romano che giace a Cala Minnola nell'isola di Levanzo, dove saranno sistemate una serie di telecamere. Le immagini del reperto si potranno vedere dal Museo del mare che avrà sede nel vecchio stabilimento Florio, già in fase di ristrutturazione. Il1 progetto è stato finanziato con i fondi di Agenda 2000.
L'opificio del Florio ospiterà, oltre al Museo del mare, anche un centro congressi e una scuola internazionale di vela, ha aggiunto il sindaco delle Egadi Gaspare Ernandez, illustrando all'assessore Pagano tutte le iniziative che ruotano attorno all'antico stabilimento. Mentre i carabinieri hanno esposto la loro attività «preventiva», che consiste nel monitoraggio costante dei dodici siti archeologici marini. A loro è andato il plauso dell'assessore Pagano: "Con i militari dell'Arma c'è la massima collaborazione perché abbiamo entrambi il duplice scopo dì proteggere e salvaguardare perle naturali come Ustica e Favignana e di reperire opere d'arte di notevole interesse storico che rappresentano la nostra storia e sono il nostro fiore all'occhiello. "Basti ricordare - ha aggiunto l'assessore - gli ultimi reperti recuperati dai carabinieri: la nave romana e l'elmo collocabile nel periodo della prima guerra punica. Un patrimonio enorme, nascosto nelle viscere del mare ed oggetto dell'avidità degli archeo-sub clandestini».
Pagano, infine, ha indicalo quale sarà la strategia dell'assessorato in tema di tutela del patrimonio marino siciliano. «L’azione dei militari è talmente importante da prevedere a breve termine l'apertura di un sotto nucleo dei carabinieri archeo-subacquei a Siracusa, oltre quello già esistente a Messina, con competenza su tutta la Sicilia Orientale. È necessario sviluppare e tutelare l'archeologia marina nel nostro Paese e in particolare nella nostra Isola».