Pagano:«Dal 2004 è rimasto virtuale il nostro diritto alle imposte»

«E' da cinque anni che la Regione cerca inutilmente di incassare le imposte dalle industrie che operano in Sicilia». Lo dice l'ex assessore regionale al Bilancio e alle Finanze Alessandro Pagano, ora deputato alla Camera per il Pdl. «Noi abbiamo diritto in base alle norme del nostro Statuto speciale di incassare le imposte sui redditi prodotti in Sicilia. L'assurdità sta anche nel fatto che le imposte sui redditi ricavati dalle produzioni ad alto rischio ambientale come la Chimica non vengono versate alla Regione. Cioè producono ricchezza con pesanti danni ambientali, ma alla Sicilia resta solo il danno. Nel 2003 abbiamo sollevato la questione, abbiamo aperto un dibattito che dopo un anno circa ha portato al riconoscimento ufficiale del nostro diritto nella Finanziaria nazionale del 2004».

Riconoscimento senza risultati.
«Abbiamo un diritto virtuale, rimasto solo sulla carta. Il motivo è presto spiegato: si tratta di multinazionali, come l'Eni, che operano in varie realtà e che pagano le imposte dove hanno la sede legale. Visto che era difficile quantificare esattamente l'ammontare delle imposte sui redditi prodotti in Sicilia, si è bloccato tutto da allora. Le industrie pesanti fanno affari d'oro, lo Stato incassa miliardi di accise, a noi restano soltanto i fumi. Non dimentichiamoci che la popolazione della bellissima borgata di Marina di Melilli fu sgomberata per eccesso di inquinamento».
Si può calcolare approssimativamente quanto ricaverebbe la Regione se le industrie pagassero le imposte in Sicilia?
«Nemmeno questo è possibile, anche se certamente si tratta di parecchie centinaia di milioni di euro l'anno. Si tratta di oneri figurativi che non sono facili da conteggiare. Faccio un esempio concreto: se io Eni verso imposte per un miliardo di euro nella mia sede legale al Nord perché ho fatto due miliardi di utili, siccome li ho fatti in Sicilia, a Porto Marghera, in Toscana e così via, quanti di questi redditi sono in capo alla Sicilia? E' un calcolo difficile. Ecco perché si parla di onere figurativo. E quindi la difficoltà di conteggiare l'utile e di conseguenza la tassazione che tocca alla Sicilia ha fatto sì che lo Stato abbia trovato la scusa per non versare le somme alla Sicilia dal 2004 a oggi».
Cosa bisognerebbe fare per reclamare le imposte che spettano alla Regione?
«Occorre un tavolo paritetico per calcolare quali sono le imprese che hanno centri di produzione in Sicilia, quale produzione hanno e quali utili traggono. Un meccanismo che di fatto sino ad oggi non è stato immaginato».
Gli industriali pagano le tasse. Che le paghino allo Stato o alla Regione per loro è ininfluente.
«Certamente, è lo Stato che deve stornare la quota parte a favore della Sicilia. Siccome questo non è stato fatto, ho preparato un ordine del giorno per riproporre la questione in Aula, ma ci vuole anche un'azione concertata dei nostri deputati nazionali e regionali. Del resto ci stiamo avvicinando al federalismo fiscale».