Audizione in Commissione Finanze del Direttore dell'Agenzia delle entrate Dott. Attilio Befera sulle tematiche relative all'operatività dell'Agenzia.

ALESSANDRO PAGANO. Mi preme innanzitutto esprimere la mia personale soddisfazione per la nomina del direttore Befera alla prestigiosa carica di Direttore Generale delle Entrate.

Ho avuto modo di collaborare attivamente quando ero assessore al bilancio della regione Sicilia e devo dire che rispetto al servizio riscossione così come è concepito oggi, a seguito della riforma del 2005, noi abbiamo avuto il piacere e l’onore di esserne stati gli antesignani.

Lo abbiamo praticamente concepito e immaginato in Sicilia. Questo ha segnato una rivoluzione copernicana, la fine del conflitto di interesse di banche che non potevano mai incassare nulla, perché ovviamente non avevano interesse a incassare, mentre la logica voleva, così come è successo, che la riscossione dovesse essere affidata a un ente statale e i risultati non si sono fatti attendere.

Tutto ciò premesso, pongo domande telegrafiche. Non chiedo risposte su tutto, ma certamente sono auspicati successivi momenti di riflessione e, se è il caso, di confronto, perché penso che i temi che questa Commissione è in grado di sollevare siano di largo interesse. Ne cito alcuni, tra i mille che mi vengono in mente.

Il primo tema riguarda la problematica del curatore sostituto di imposta. Non si potrà mai chiudere alcun contenzioso se la situazione rimane quella attuale. Cito un dato incredibile: 18 miliardi di euro di immobili bloccati. Questa è la situazione attuale. Questi curatori fallimentari hanno interesse solo a mantenerli così per anni e anni. Anche in questo caso, quindi, è necessaria una rivoluzione copernicana, come avvenne in passato con l’Agenzia delle riscossioni. Sono pronto a collaborare per valutare come procedere.

Per quanto riguarda le multinazionali, il Governo – è stato molto apprezzato dalla gente, ha cominciato a puntare su coloro che hanno goduto di poteri e quindi di vantaggi e posizioni di rendita eccessivi, tant’è che per la prima volta si è avuta una tassa, la cosiddetta «Robin Hood Tax» per una certa tipologia di imprese, e si è posto fine all’accanimento verso le imprese medio-piccole, che rappresentano il tessuto fondante della nostra economia. Però sfogliando il vostro interessante ed efficace "Allegato" non ho trovato nulla in merito al contrasto all’elusione di questa tipologia di imprese. Non mi riferisco soltanto alle multinazionali, ma anche alle grandi aziende, che lavorano estero su estero e che certamente in passato hanno compiuto molte operazioni dubbie. Considero utili un’attenzione e un confronto a tale riguardo.

Tutti si sono espressi sui comuni con sfumature diverse, cui mi permetto di aggiungerne una personale. Sabato scorso, a Taormina, insieme al direttore generale regionale delle entrate, ho seguito un interessante convegno relativo alla prima convenzione firmata in Sicilia. Sarebbe utile un momento di confronto anche con il territorio, per approfondire e valutare gli interventi successivi, anche in relazione all’appunto interessante espresso dall’onorevole De Micheli, secondo cui non tutti i Comuni potranno probabilmente realizzare i loro obiettivi, come invece sarà possibile agli enti locali maggiori grazie alla quantità di risorse umane a loro disposizione. Per i piccoli comuni sarà invece opportuno immaginare qualcosa di diverso.

Vorrei infine citarvi un dato che mi deriva da un’esperienza di natura statistica: l’80 per cento dei successi all’evasione sono seriali. Infatti il primo 10-15 per cento delle tipologie di evasione riesce a realizzare l’80-85 per cento dell’evasione stessa. È quindi utile concentrarsi non su tutta la filiera delle potenziali evasioni, ma su quelle che si verificano statisticamente in modo più frequente. Magari non saremo giusti nel senso più lato del termine, ma saremo sicuramente efficaci in un momento in cui unanimemente s’invoca un maggiore contrasto all’evasione.

ALESSANDRO PAGANO. Nella legge finanziaria del 2005, fu immaginata una nuova modalità di riscossione, l’art. 37 della Legge Finanziaria. In qualità di Regione a statuto speciale, i flussi di imposte incassate rimangono nelle disponibilità della regione stessa. Numerose imprese e soprattutto quelle che inquinano hanno gli stabilimenti in Sicilia, ma le sedi legali altrove. Fu immaginata allora una legge, che finalmente avrebbe pienamente realizzato il federalismo fiscale – ancora una volta siamo stati gli antesignani -attraverso i cosiddetti «centri di costo», per cui le imposte devono essere pagate là dove viene prodotto il reddito.

Dovevano passare tre mesi per la circolare esplicativa, ma non è ancora arrivato nulla dai Governi che si sono succeduti, e da allora la Regione ha aumentato il credito, che prima o poi incasseremo. Vigileremo affinché i diritti maturati vengano rispettati. Però al di là della boutade vorrei sapere se sia stato messo il focus su questo argomento, che con il prossimo federalismo fiscale troverà ampia applicazione non solo in Sicilia.

ATTILIO BEFERA, Direttore dell’Agenzia delle entrate. Condivido le osservazioni dell’onorevole Pagano. Quello dei curatori sostituti di imposta è un problema delicato, insieme a quello delle ritenute di acconto, che stiamo cercando di risolvere. Credo che anche in questo caso sia necessario un intervento normativo – non credo che possiamo farcela da soli – e che occorra sbloccare delle situazioni di blocco delle attività, le cui segnalazioni ci arrivano da tutta Italia, non solo dalla Sicilia.

In merito alla lotta all’evasione, è logico che non intendiamo più operare con una lotta a tutto campo, su tutta la filiera, ma con una lotta mirata sui settori e sui territori a maggiore rischio, utilizzando gli strumenti del sintetico per quanto riguarda la parte persone fisiche e tutte le nostre strutture, compresa quella che riguarda le multinazionali, nei confronti delle quali abbiamo già operato 2 mila verifiche. Se sarò invitato il prossimo anno in audizione, credo che sarà opportuno che vi porti i numeri riguardanti la lotta all’evasione di grandi dimensioni, quella delle multinazionali, e la grande elusione. In questo campo stiamo ottenendo i primi risultati forti e credo che il prossimo anno potremo raggiungere altri risultati interessanti.

ALESSANDRO PAGANO. C’era da verificare la vicenda della Sicilia ...

ATTILIO BEFERA, Direttore dell’Agenzia delle entrate. Per quanto riguarda la regione Sicilia, relativamente ai dati, agli F24, siamo in grado di dare tutte le informazioni necessarie. Credo che la domanda, onorevole, non debba rivolgerla a noi, ma alle strutture del Ministero, del MEF in generale. Abbiamo fatto tutte le manovre (IRAP, e via dicendo) che ci davano la possibilità di intervenire.

Per quanto riguarda l’esternalizzazione degli accertamenti, noi abbiamo delocalizzato solo delle attività minori, non gli accertamenti. In tutti i casi, la logica riorganizzativa su cui stiamo operando prevede che si mantengano lavorazioni secondarie delocalizzate, ma, proprio perché vogliamo la specializzazione degli addetti all’accertamento, è bene che vengano a cadere eventuali situazioni di questo genere.