Provvedimenti a favore delle famiglie: esenzione dell'ICI sulla prima casa e detassazione dei redditi da lavoro straordinario, nonchè finanziamento di opere di viabilità secondaria in Sicilia e in Calabria per 500 milioni di Euro.

Onorevole Presidente, onorevoli colleghi, onorevoli componenti del Governo, la discussione generale sul decreto-legge si avvia alla conclusione e devo dire che, nel corso della serata, ho cambiato un po' l'impostazione rispetto a quello che avevo in mente di dire.
Infatti, le cose che ho ascoltato dall'opposizione, da un certo punto di vista, mi hanno fatto riflettere su alcuni argomenti che, secondo il mio modesto parere, vale la pena approfondire. Nulla di straordinario, per carità, però sentirsi dire, con un'aria quasi da snob che, poi, alla fine, questo decreto-legge, di fatto, veniva incontro alle esigenze elettorali - per far sì che venissero accontentati quanti avevano ricevuto promesse in campagna elettorale - personalmente mi ha fatto sorridere e, da un certo punto di vista, anche inorridire.

Mi ha fatto ritornare alla mente quando, da ragazzino, nella mia prima esperienza in quella che allora si chiamava prima Repubblica, molti anni fa, ci cimentammo sostenendo un candidato consigliere comunale. Allora, i maggiori esponenti di quel partito ci dissero che non potevamo presentare alcun programma perché quel tipo di attività non rientrava nella prassi! Inorridito, cambiai strada e ci dedicammo agli studi, a ben altro, e poi i fatti dimostrarono che quella prima Repubblica si avviava clamorosamente al degrado e alla caduta.
Oggi, mi sembra di avere colto qualche aspetto di questo tipo, come se si immaginasse la vita politica non in funzione del popolo e della soluzione di problemi, bensì solo ed esclusivamente nella capacità di portare avanti un progetto fine a sé stesso. Ma poco male.
Entriamo, quindi, nel vivo del discorso, puntando l'attenzione velocemente - vista l'ora tarda - su tre aspetti che, secondo il mio modesto parere, meritano di essere approfonditi. In primo luogo, la totale esenzione dell'ICI per l'abitazione principale è ritenuta dal nostro partito - da me personalmente e, certamente, con orgoglio dal nostro partito - un fattore di civiltà. Pag. 86Tutto il resto del mondo invidia questa peculiarità (che è tutta italiana), ossia che quasi l'80 per cento della popolazione è proprietaria della propria casa. Ma, di fatto, anziché essere orgogliosi di questa situazione, questo Paese - che evidentemente si trascina dietro mentalità ideologizzate che sono dure a morire - continua a dibattere, anche tutt'oggi, anche stasera, sulla necessità di dire che questo è un percorso assolutamente inadeguato rispetto, invece, alle reali esigenze del Paese.
Vi sono stati deputati in quest'Aula - l'Italia dei Valori, in particolare, si è contraddistinta in questo - i quali, sostanzialmente, hanno sostenuto che l'esenzione ICI è ingiusta, perché di ciò ne approfittano proprietari di case che hanno abitazioni in piazza di Spagna del valore di decine di migliaia di euro al metro quadrato, come dire: poiché di questo provvedimento ne approfittano poche centinaia, forse poche migliaia, di persone in Italia, allora tutti gli altri non debbono giovarsene! Si tratta di una sorta di livellamento verso il basso inaccettabile! Mi viene in mente Gustave Thibon, il quale, già all'inizio del secolo precedente, parlava di una società che livella; di un passaggio a livello che, appunto, livella verso il basso le categorie sociali ed economiche. O, ancora, mi vengono in mente altri deputati del Partito Democratico, quando citavano il fatto che 18 milioni di famiglie beneficeranno di questo provvedimento, ma che vi è un numero altrettanto consistente - 6 milioni - di famiglie, le quali, invece, sono in affitto e non potranno godere di questo beneficio. Si tratta della stessa identica logica. Poiché vi sono 6 milioni di famiglie che praticamente sono in affitto, perché, a questo punto, dare il beneficio agli altri 18 milioni? No! Quei 6 milioni costituiscono, di fatto, una «asticella» verso il basso, per cui dovranno essere gli altri a non ricevere benefici. Questa è la loro logica perversa.
Stasera non si sono compiuti, dunque, ragionamenti costruttivi e aperti, tesi a superare le difficoltà della gente. No! Il ragionamento è stato esattamente l'opposto: tutti poveri, all'interno di una logica che è tipica di un pauperismo, anche in questo caso ideologico, che abbiamo visto e che continua, ancora oggi, nel 2008, ad essere presente.
Anche il secondo provvedimento, la previsione dell'articolo 2, è stato duramente contestato dall'opposizione. Francamente, non pensavo che ci potessero essere critiche su questo tipo di argomento; anzi, mi aspettavo una solidarietà complessiva.
Invece, c'è stato qualcuno che ha affermato che la detassazione dello straordinario rientrava, se ho udito bene, all'interno di un'illogicità, perché i tassi di produttività delle ore di straordinario, che sono quelle finali della giornata, di fatto sono più bassi, e che, quindi, una sorta di tassazione era quasi necessaria.
Siamo arrivati all'ideologia che ci si incarta al punto di trovare delle giustificazioni assolutamente inadeguate e illogiche, quando, in verità, questo provvedimento è quanto di più logico ci possa essere. Esso viene incontro ai lavoratori che hanno bisogno di aumentare il loro reddito, e che quindi, giustamente, vogliono proporsi nel contesto aziendale per un numero maggiore di ore lavorate, per far sì che, alla fine del mese, essi possano avere un aumento di reddito. Viene incontro anche alle esigenze delle aziende che hanno bisogno di una maggiore produzione per reggere la concorrenza, che è planetaria e che quindi, è difficile da reggere. Eppure, abbiamo sentito critiche anche su questo fronte.
Entriamo nel vivo, infine, delle vere difficoltà di questo decreto-legge, le vere difficoltà, legate, alla copertura. È difficile trovare in quattro e quattr'otto coperture così corpose: 1,7 miliardi per l'articolo 1; 650 milioni per l'articolo 2 e così via.
Il Governo ci ha provato e penso che ci sia riuscito molto bene, come dimostra il taglio alla «lenzuolata» della Tabella A, che comprendeva decine e decine di voci - ne ho contate 70, tutte, o in larga parte, di natura clientelare. Bene ha fatto il Governo ad averle recuperate. Probabilmente, la stessa cosa - lo dico con onestà Pag. 87intellettuale - non si può dire, invece, su altre coperture, quelle della tabella B.
Devo dire, però, che il Governo è intervenuto costruttivamente e, a fronte di sollecitazioni ben precise, che sono venute da larghi strati della maggioranza, ha dato risposte che hanno soddisfatto.
Entro nel vivo di questo aspetto specifico: il riferimento sono i 500 milioni di euro delle viabilità secondarie della Sicilia e della Calabria, oggetto anche di un appassionato intervento da parte dell'onorevole Capodicasa, dell'opposizione.
Egli ha giustamente sollevato due aspetti: afferma Capodicasa che è anomala la copertura delle spese correnti, coperte con fondi di programmazione, e che c'è un dubbio sulla costituzionalità del provvedimento perché l'assenza del presidente della regione in occasione dell'adozione di un provvedimento che riguardava la Sicilia, e per le prerogative che ha la Sicilia, di fatto, rende incostituzionale il provvedimento stesso.
Forse potrebbe anche essere, onorevole Capodicasa, ma mi pare di poter dire che il Governo, in verità, ha recuperato abbondantemente su questo aspetto e devo dire anche brillantemente. A parte la conferenza stampa, che potrebbe anche non significare nulla in un contesto istituzionale quale è il nostro, in cui il sottosegretario Casero ha dato ampia disponibilità alla soluzione dei problemi, lo stesso lo ha spiegato anche nelle Commissioni V e VI, in seduta congiunta.
A fronte di un intervento fatto dal sottoscritto e dall'onorevole Marinello, sostanzialmente il sottosegretario Casero si è impegnato ad accettare l'ordine del giorno che stiamo presentando e che fa sì che i fondi del FAS, il Fondo per le aree sottoutilizzate, verranno utilizzati per il recupero delle somme, per gli anni 2008 e 2009, pari a 500 milioni di euro della viabilità secondaria in Sicilia e Calabria.
Mi pare, quindi, di poter cogliere una piena soddisfazione anche da questo punto di vista. Qualcuno è dubbioso e dice: vedremo se sarà così. Siamo convinti, per la cultura di Governo che ha il Popolo della Libertà, che questo sia un fatto assolutamente certo.
Concludo quindi, vista l'ora tarda, affermando senza ombra di dubbio che il provvedimento in esame rispecchia perfettamente quelli che sono i bisogni del Paese, quelli che sono i bisogni della gente che soffre, quelle che sono le reali aspettative. Certo, qualcuno può dire: ma c'è da fare ancora moltissimo. E io rispondo: non ci sono dubbi. Ci mancherebbe altro. Ci sono da recuperare anni e anni di cattive impostazioni di tipo economico e sociale, abbiamo un debito pubblico pazzesco, abbiamo le tasse più alte e la nostra inflazione è quella che è, l'euro ci ha penalizzato enormemente, la produzione del nostro Paese nei prossimi anni si sposterà in altre aree del pianeta e ciò impoverirà ancora di più la nostra Italia. Le difficoltà sono quindi enormi, e ancora di più lo saranno nei prossimi anni; però mi pare di poter dire che quello che il Governo ha realizzato in termini di prima impostazione legislativa sia assolutamente soddisfacente, e se c'è una montagna che dev'essere scalata, non c'è dubbio che va scalata partendo dal primo passo, per poi far sì che il risultato sia quello auspicato. Da qui da parte del PdL la soddisfazione di avere colto in questi provvedimenti quello che è lo spirito che il Paese richiedeva .