La promozione internazionale della nostra cultura

Abbiamo rafforzato i rapporti per l’internazionalizzazione della nostra cultura, soprattutto nella prospettiva dello scenario Euro-Mediterraneo del 2010, queste le iniziative realizzate:
- Il Satiro di Mazara del Vallo in Giappone
- L’arte, la storia e le tradizioni della Sicilia al National Museum di Pechino: la mostra "Continente Sicilia: 5000 anni di storia"
- Progetto di partnership per il restauro in Russia
- La mostra "Sikania, tesori archeologici della Sicilia centro-meridionale" a Wolfsburg e Amburgo in Germania
- La rassegna sul cinema cinese
- Détour De Seta, il documentario ad aprile al Tribeca Festival a New York
- La collezione Quasimodo esposta a Stoccolma
- Louis Vuitton Cup: Non solo sport ma anche grandi eventi culturali

La rassegna sul cinema cinese

E’ stata presentata nel luglio 2005, al salone del ‘500 del Museo Archeologico "Salinas" di Palermo, la rassegna cinematografica "Ombre elettriche, cento anni di cinema cinese, 1905-2005" e la mostra di 250 affiches di film della Repubblica Popolare.

E’ stata presente una delegazione composta dai rappresentanti del Film Bureau della Repubblica Popolare Cinese, registi e attori.. Alla presentazione ha partecipato anche Alessandro Nicosia, presidente di "Comunicare Organizzando", la società che cura l’evento a Roma e in Sicilia

Détour De Seta, il documentario ad aprile al Tribeca Festival a New York

Nella splendida cornice di Taormina, nell’aprile del 2005, davanti alla sua platea naturale formata da critici ed esperti del settore cinematografico e televisivo, abbiamo reso omaggio a Vittorio De Seta, figura centrale della cinematografia e della documentaristica italiana contemporanea. Un’intuizione che strada facendo è diventata progetto. La politica culturale, se messa al servizio della comunità, non può che identificare e tracciare il suo futuro partendo dalla sua identità. L’arte di De Seta è patrimonio della Sicilia, il suo mondo è capace di catturare ogni sfumatura del meridione, ogni caratteristica della insularità intesa come modo di vivere la vita attraverso la forza dei sentimenti.

Il documentario rientra in un progetto più ampio di valorizzazione e cura dell'opera di De Seta, uno dei più grandi autori italiani di cinema. Infatti la Filmoteca Regionale Siciliana ha acquisito e restaurato recentemente tutti i documentari del regista palermitano.

De Seta rappresenta un punto di svolta molto profondo nel modo di intendere il cinema e la forma del Documentario. Un regista che ha individuato negli anni '50, anticipandone le conseguenze, ciò che l’insigne storico del paesaggio e geografo Eugenio Turri ha definito "la Grande Trasformazione". Il documentario prodotto dalla Filmoteca Regionale Siciliana del CRICD approfondisce i temi cari a De Seta, anche attraverso un ritorno a tanti anni di distanza sui luoghi del Meridione da lui raccontati. Il suo cinema migliore infatti è in larga parte dedicato al Sud: alla Sicilia in particolar modo, ma anche alla Sardegna e alla Calabria.

Il lavoro è dunque un viaggio che, attraverso le parole stesse dell'autore, ci porta non solo in Sicilia, ma anche in Sardegna, nei territori di "Pastori di Orgosolo" "Un giorno in Barbagia" e del primo lungometraggio desetiano "Banditi a Orgosolo". E ci porta anche al Tiburtino III, nella periferia romana di "Diario di un maestro", così come nella dimensione onirica di "Un uomo a metà", un'opera che lo investì sia dal punto di vista della sperimentazione filmica e fotografica che da quello psicoanalitico.

Questo nostro patrimonio da domani lo condivideremo con il popolo statunitense che, grazie alla passione di Martin Scorsese verso la nostra terra, ospiterà in due rassegne di assoluto prestigio il maestro De Seta, la sua produzione, il meticoloso lavoro prodotto dalla Regione Siciliana attraverso la sua Filmoteca Regionale. Come nel caso del "Satiro Danzante" che rappresenta l’Italia all’Esposizione Universale di Aichi e che è diventato l’ambasciatore della nostra cultura in Giappone, anche De Seta va in missione all’estero con il suo carico di valori e di immagini che fungeranno da collante tra culture che devono soltanto ritrovare punti di contatto. Il Satiro e De Seta sono, quindi, due quadri di un unico contesto teso a ribadire, se ancora ve ne fosse bisogno, la capacità della Sicilia di produrre ed esportare cultura, di annullare le diversità proprio attraverso la cultura, di utilizzare la stessa quale strumento di promozione del nostro patrimonio storico, artistico e tradizionale.

Progetto di partnership per il restauro in Russia

Una partnership per i restauri tra Sicilia e Russia.. è stato organizzato il III convegno panrusso dal tema "Rinascita, costruzione ricostruzione, e restauro delle città della Russia" che si è svolto nel maggio 2005 a Palazzo Belmonte Riso a Palermo.

Il progetto si pone la finalità di presentare alle competenti autorità russe le eccellenze della produzione, delle tecnologie e dei servizi italiani nel settore del restauro. L’iniziativa è stata inserita nel programma di promozione straordinaria 2005 del "Made In Italy" in Russia, approvato dal ministero per le attività produttive lo scorso marzo. Sul fronte italiano, l’evento è frutto della stretta collaborazione tra il Ministero delle attività produttive – Area Internazionalizzazione, l’ICE (Istituto per il Commercio Estero), il Ministero dei beni culturali e l’assessorato ai Beni Culturali e ambientali della Regione Sicilia; sul fronte russo, invece, le autorità competenti al riguardo sono il Ministero della Cultura ed il Ministero per lo sviluppo regionale, che hanno creato insieme il progetto federale denominato "Rinascita, Costruzione, Ricostruzione e Restauro delle città storiche della Russia". Durante i giorni del convegno sono stati presenti 150 delegati provenienti dalle circa trenta regioni russe coinvolte nel programma, capeggiati dal vice ministro della cultura. Dimitri Amunz: le autorità locali delle regioni russe presenti presenteranno nell’ambito del convegno i progetti rientranti nel Programma Federale, nonché le tecniche di restauro attualmente utilizzate ed alcune opportunità relative alla gestione congiunta e alla vendita ai privati dei beni oggetti di restauro, oggetto del processo di privatizzazione in corso di realizzazione in Russia.

Il Satiro di Mazara del Vallo in Giappone

L’esposizione della statua del Satiro di Mazara del Vallo in Giappone è stato un evento mondiale il cui ritorno d’immagine porterà certamente grandi benefici alla Sicilia sia dal punto di vista turistico che dal punto di vista economico. A Tokyo, il museo nazionale si è completamente riempito per osservare da vicino un capolavoro che tutti ci invidiano.

La mostra al National Museum di Tokyo, è stata interamente dedicata al Satiro che, per la prima volta, viene esposto in Giappone. Successivamente è stata collocata, a marzo 2005, al centro del Padiglione Italia dell’Expo di Aichi come testimonial del nostro Paese. Dopo l’anteprima alla stampa, si è svolta la cerimonia d’apertura che è stata seguita dallo Yomiuri Shimbun, il giornale che rappresenta il più grande gruppo editoriale nipponico che garantisce la copertura totale durante il periodo della permanenza del Satiro in Giappone.

Il Giappone ha salutato il Satiro Danzante dopo 240 giorni. Una avventura di otto mesi, tre milioni e mezzo di visitatori hanno sancito il suo trionfo per il quale in Giappone è scoppiata una vera e propria gadget-mania: magliette, calendari, penne, calamite, cartoline e perfino palle di vetro hanno invaso le vetrine dei negozi.

Per il ritorno a casa del Satiro sono state organizzate non solo manifestazioni che sottolineino questo evento, ma anche con un piano articolato di interventi che assicuri alla Sicilia e soprattutto a Mazara quei risultati pari al successo internazionale ottenuto in Giappone. Il Satiro è stato il nostro ambasciatore nel mondo ma è tornato ad essere in Sicilia il simbolo di un patrimonio culturale che non ha eguali

Il grande successo di pubblico riscosso dal Satiro e la grande campagna di comunicazione avviata in Giappone per promuovere l’iniziativa sono la dimostrazione che la nostra regione è non solo apprezzata ma anche richiesta e desiderata. Si tratta di un’operazione eccezionale che vede la Sicilia protagonista. Si auspica che migliaia e miglia di turisti giapponesi potrebbero visitare la Sicilia affascinati dal richiamo del Satiro. E’ questa una delle basi su cui costruire il futuro dei beni culturali puntando su un’offerta completa che sappia coniugare e valorizzare i tesori della nostra terra e le nostre tradizioni.

La collezione Quasimodo esposta a Stoccolma

La mostra "La Brigata che lieve m’accompagna – Artisti intorno a Quasimodo" è stata un successo di visitatori. Nella mostra sono stati esposti circa quaranta olii su tela, acquarelli e opere di grafica, insieme a diversi oggetti personali, donati a Quasimodo dagli amici pittori del calibro di Birilli, Sassu, Manzù, Cantatore, Cassinari e Rossi. Nella rassegna sono stati esposti anche alcuni schizzi e disegni realizzati per Quasimodo dagli amici poeti come Rafael Alberti, Tadzeus Kantor ed Eugenio Montale.

Rispetto al passato abbiamo portando avanti un nuovo processo di internazionalizzazione, partendo dalla promozione dell’identità della nostra storia e delle nostre tradizioni. Un modello che può essere tramandato in modi diversi: con un quadro, con la scoperta dell’arte greca o del barocco oppure, come dimostra il grande successo ottenuto a Stoccolma, attraverso la letteratura grazie ad un autore come Quasimodo che amava la sua terra e che trasferiva questo sentimento nelle sue poesie.

Portare all’estero la collezione Quasimodo è una operazione in cui la Regione crede fortemente. La mostra ha seguito tre tappe affascinanti. La mostra è partita da Stoccolma, dove il poeta fu insignito con il premio Nobel e quindi è tornata in Sicilia, prima a Siracusa, città di cui Quasimodo era innamorato e poi a Modica, la sua città natale.

Il parco letterario di Quasimodo, che contiene i ricordi, le memorie e una serie di opere, donate al poeta dai maggiori artisti contemporanei, rappresenta un’opportunità da sfruttare e da far conoscere al mondo. Ecco perché crediamo molto in questa idea di portare la Sicilia all’estero, con l’obiettivo di attrarre in Sicilia flussi crescenti di visitatori".

Abbiamo anche presentato un volume di poesie di Quasimodo tradotte in svedese. "Un’operazione di promozione dell’immagine della Sicilia che è stata accolta con grande soddisfazione da Dag Larsson, Governatore della regione di Stoccolma, che conta quasi due milioni di abitanti.

L’arte, la storia e le tradizioni della Sicilia al National Museum di Pechino: la mostra "Continente Sicilia: 5000 anni di storia"

Nell’agosto 2005 è stato firmato un protocollo d’intesa per avviare la partnership culturale con l’ambasciatore straordinario e plenipotenziario della Repubblica Popolare Cinese in Italia, Dong Jinyi.

Il protocollo ha gettato le basi per creare un legame duraturo con la Cina, un’opportunità importante per attrarre viaggiatori e risorse da quello che, in questo momento, è considerato il Paese con il più alto tasso di crescita economica del mondo e che ormai è la quarta economia mondiale.

La nostra regione può vantare il maggior numero di Beni culturali in Italia oltre a quelli catalogati dall’Unesco e si presenta con le carte in regola per stupire i cinesi. Una scelta che premia la nostra azione volta a costruire il futuro dei beni culturali puntando su un’offerta completa che sappia coniugare e valorizzare i tesori della nostra terra e le nostre tradizioni e puntando su operazioni di marketing culturale che "esportino" la nostra identità in quei paesi potenzialmente ricchi di visitatori ma che finora ci conoscono solo marginalmente, come appunto la Cina.

Nel febbraio 2006 il progetto Continente Sicilia: 5000 anni di storia" è stato presentato ai rappresentanti delle dieci più importanti testate giornalistiche cinesi che sono impegnati in Sicilia in un momento di formazione e informazione per conoscere le bellezze artistiche, naturalistiche e culturali della Sicilia. Questo percorso educativo mai realizzatosi in Sicilia, precede la mostra che l’Assessorato regionale ai Beni Culturali organizzerà a Pechino dal 28 aprile fino alla prima settimana di luglio.

Il National Museum di Pechino ospiterà una rassegna sull’arte, la storia e le tradizioni della Sicilia che si snoderà attraverso un percorso tra il protostorico, il greco-romano, il bizantino, il medioevo, il rinascimento, il barocco e l’arte moderna.

Il progetto "Continente Sicilia" racconterà la Sicilia attraverso l’esposizione di oltre cento pezzi di alto valore simbolico, archeologico, storico e artistico. Particolari spazi saranno dedicati alle arti decorative, in particolare alla lavorazione del corallo; ai manufatti in seta e al settore dei "marmi" pregiati siciliani diffusi soprattutto in epoca barocca. Un’altra sezione della mostra sarà dedicata all’antichità (Preistoria e Culture indigene, Greci e Fenici in Sicilia, dall’arcaismo all’ellenismo, la conquista romana) con la presentazione di materiali ed opere rappresentativi delle singole epoche.

Come hanno dimostrato le recenti trasferte in Giappone e negli USA in cui i nostri capolavori sono stati ammirati da oltre 4 milioni di persone, la Sicilia deve puntare a rafforzare i rapporti culturali, perché l’investimento sulla cultura ha un valore strategico non inferiore a quello economico. Negli ultimi anni i cinesi hanno sempre mostrato una particolare predilezione per l’Italia e grazie alla mostra "Continente Sicilia", potremo promuovere la nostra Regione per trasformarla in una delle mete di maggior successo per i turisti asiatici.

Le stime, infatti, ci dicono che la metà dei viaggiatori cinesi sceglie l’Italia per le loro vacanze ma preferisce visitare Roma o Firenze piuttosto che venire in Sicilia. Per invertire questa tendenza sarà necessario intercettare i turisti facendo leva sulla ricchezza del nostro patrimonio storico, culturale, monumentale ed ambientale. Se a ciò si aggiunge che in Cina vive la più alta concentrazione di milionari e che si registra una delle più alte propensioni mondiali alla spesa dedicata al turismo, si comprende bene perché un momento culturale come quello che ci vedrà protagonisti a fine aprile al prestigioso National Museum di Pechino potrebbe risultare determinante per inserirsi in questa fetta di mercato".

La mostra "Sikania, Tesori archeologici della Sicilia centro-meridionale" è stata inaugurata a Wolfsburg, in Germania, promossa dall’Assessorato Regionale ai Beni Culturali e Ambientali e alla Pubblica Istruzione e coordinata dal Servizio Archeologico della Soprintendenza per i Beni Culturali e Ambientali di Caltanissetta, in collaborazione con la facoltà di Scienza della Formazione dell’Università Degli Studi di Catania.

La mostra, ha avuto come splendida cornice il castello di Wolfsburg (Bassa Sassonia) dove è rimsta dal 14 ottobre al 14 novembre, ed una seconda una seconda edizione all’Helms Museum di Amburgo, è stata programmata dal 12 gennaio al 15 febbraio del 2006. Per la prima volta sono stati presentati all’attenzione del pubblico europeo, reperti di grande valore storico e qualità artistica provenienti dalla "Sikania", dal cuore cioè della Sicilia centro-meridionale, attraversato da due antichi corsi d'acqua un tempo navigabili, l'Halykos e l'Himera inferiore.

"La Sikania è il centro geografico della più grande isola del Mediterraneo, anch’essa con posizione baricentrica rispetto alle vicende storiche che caratterizzarono il nostro mare nel mondo antico: approdo, frontiera e punto d’incontro di flussi culturali e civiltà d’Oriente e d’Occidente. La mostra ha raccontato, dal punto di vista delle popolazioni indigene, la fase finale dell’età del bronzo, quella del ferro ed il consolidarsi in tempi storici dell’inculturazione greca.

E’ questo il particolare momento di sintesi che definisce l’identità culturale delle comunità insediate sul territorio. Viene fuori una dimensione storico-culturale poco nota ed un’immagine della Sicilia antica di grande fascino e bellezza. I reperti esposti nella mostra itinerante del Castello di Wolfsburg e dell’Helms Museum di Amburgo, di straordinario valore storico e di grande qualità artistica, vengono per la prima volta presentati in un contesto di sintesi complessiva all’attenzione del pubblico europeo.

La mostra si è svolta in Germania perché è stato trovato, in una deposizione all’interno di un sacello del sito indigeno di Polizzello, un elmo cretese databile al VII-VI secolo A.C., che è l’unico manufatto di tale genere proveniente da una ricerca archeologica, ed è identico ad un altro elmo cretese, che non proviene da contesti di scavo ma da una collezione privata di Arkades, a Creta, ed è stato acquistato dal museo delle Arti e dell’Industria di Amburgo. I due elmi verranno quindi esposti insieme e potranno essere ammirati nella seconda sessione della mostra, quella appunto di Amburgo.

Il recente ritrovamento di questo elmo, che risale allo anno 2004, dà ragione di credere che i cretesi si siano stanziati con nuclei di popolazioni non solo nell’area centro-meridionale della Sicilia, ma anche a Polizzello, e questo dato dà la certezza dei contatti intercorsi tra i sicani di questo periodo e Creta, dal cui repertorio iconografico sono stati adottati i modelli della produzione vascolare e bronzistica dei sicani.

I reperti esposti (circa 150 tra esemplari ceramici, metalli e materiali vari, quali osso, avorio e ambra) provengono dai musei archeologici presenti sul territorio interessato, vale a dire il Museo Archeologico di Caltanissetta, il Museo Archeologico di Marianopoli, il Museo Archeologico Regionale di Gela, l’Antiquarium di Milena, e sono stati scelti tra quelli ritrovati a Sabbucina, a Vassallaggi, nella necropoli di Dessueri, a Polizzello, a Marianapoli e a Butera, tutti databili tra l’XI ed il VI secolo A.C.

La mostra si avvale dell'opera di mediazione svolta dagli Istituti Italiani di Cultura di Wolfsburg e Amburgo, che hanno anche allacciato rapporti con gli istituti scolastici tedeschi per far sì che gruppi di studenti frequentino, nella primavera 2006 per un mese, le scuole di Mussomeli e Caltanissetta: successivamente gli studenti siciliani ricambieranno la visita frequentando le scuole di Amburgo e Wolfsburg.

Diverse ditte del territorio nisseno, nelle sale appositamente allestite dei due musei, hanno esposto i prodotti tipici dell’entroterra siciliano con la speranza che possano essere allacciati rapporti commerciali con la Germania, tanto che le stesse ditte parteciperanno alla Borsa del Turismo di Amburgo che si terrà alla fine del mese di novembre e alla fiera di Natale Wolfsburg.

Louis Vuitton Cup: Non solo sport ma anche grandi eventi culturali

Non solo sport ma anche grandi eventi culturali faranno da cornice alle regate della "Louis Vuitton Cup" di vela. L’Assessorato regionale ai Beni Culturali ha organizzato tre mostre di livello internazionale, una delle quali è già stata inaugurata (a Trapani, al museo "A. Pepoli", "La navigazione nel Mediterraneo: tecnica ed arte" si chiuderà il prossimo 30 ottobre), per proporre agli appassionati giunti a Trapani per l’America’s Cup un esempio dell’immenso patrimonio artistico, storico e culturale di cui dispone la Sicilia.

Proprio nel periodo in cui ritorna a Mazara del Vallo il "Satiro Danzante" che tanto successo ha riscosso in Giappone con oltre tre milioni di visitatori abbiamo avuto la possibilità di sfruttare anche la vetrina della Coppa America per promuovere nel mondo non solo la bellezza incomparabile della nostra terra ma anche le testimonianze ancora vive del grandioso passato millenario della tradizione e dell’arte siciliana.

Trapani è stata inaugurata la mostra "L’Isola del Mito" dando il via agli eventi, organizzati dall’Assessorato regionale ai Beni Culturali, che ha fatto da contorno alla "Louis Vuitton Cup".

A Palazzo Pappalardo, i più importanti e significativi ritrovamenti archeologici degli ultimi anni in Sicilia. L’allestimento è una sorta di viaggio attraverso l’inesauribile ricchezza del patrimonio archeologico, storico ed artistico dell’Isola che è stato rappresentato da pezzi unici come la Phiale d’Oro di Caltavuturo e l’antico rostro bronzeo di una nave da guerra di epoca romana che pone l’attenzione sul patrimonio archeologico subacqueo di cui dispone la Sicilia.

Anche attraverso i grandi eventi sportivi è possibile promuovere la Sicilia, le sue straordinarie potenzialità e l’incredibile patrimonio artistico e culturale. L’America’s Cup è una di quelle occasioni capaci di catalizzare l’attenzione non solo sul mare ma anche in direzione del contesto sociale che ospita la manifestazione.

La nostra maggiore cura è stata quella di allestire un percorso culturale parallelo a quello agonistico, di proporre attraverso il linguaggio universale dell’arte l’immagine di ciò che siamo stati in termini di civiltà e di ciò che siamo in termini di tutela e valorizzazione del territorio. La mostra "L’Isola del Mito" è la sintesi perfetta di quanto detto perché racconta l’arte e quindi le origini dei popoli che hanno vissuto in Sicilia ma è testimonianza di quanto ancora la Sicilia sia legata alla cultura classica e ne faccia il suo principale biglietto da visita".

Il Museo Regionale della Ceramica di Caltagirone ha proposto la mostra "Tra Vele e Venti… Rotte mediterranee della ceramica" (Trapani, Palazzo D’Alì, già Banca Sicula, fino al 10 ottobre 2005).

L’obiettivo è di sottolineare i legami tra la Sicilia e Valencia, sede della Coppa America 2006, con l’esposizione di esemplari "a lustro" provenienti da scavi, recuperi e da collezioni museali di Sicilia, nonché dai musei di Valencia e di Paterna, città catalane dove tali queste produzioni, un tempo chiamate ispano–moresche, particolarmente apprezzate, sono tuttora prodotte.

L’evento sportivo verrà altresì ricordato con la riproduzione, quale cadeau istituzionale, di una mattonella con veliero (sec. XVI) presente nelle collezioni del Museo, su disegno e cura di Samanta Cinnirella, coordinatrice del Laboratorio Didattico del Museo.

La mattonella è stata realizzata nell’ambito del Progetto "Ceramica Amica", coordinato dal Centro di Servizio Sociale per Adulti di Catania del Dipartimento Amministrazione Penitenziaria (Ministero di Grazia e Giustizia), che coinvolge i detenuti della Casa Circondariale di Giarre (Ct) e i soggetti in affido alla Fondazione Istituto di Promozione Umana "Mons. F. Di Vincenzo" di Piazza Armerina.

Questo progetto è un esempio di come restituire a queste persone la possibilità di riacquisire quei valori che gli permetteranno un rientro meno traumatico nel tessuto sociale. Le ceramiche realizzate dai detenuti delle carceri di Giarre e Caltagirone, che sono già state esposte al Museo Expressions di Parigi, potrebbero essere vendute nei bookshop dei musei europei. Sia per la qualità artistica, ancora migliorabile, sia per il particolare valore morale e sociale che questi prodotti assumono, la produzione artistica artigianale all’interno delle case circondariali è un’opportunità da incentivare.