Il recupero del nostro patrimonio

Abbiamo riconsegnato alla collettività le testimonianze tangibili della nostra millenaria storia, attraverso molteplici interventi di recupero del nostro grande patrimonio .Abbiano fatto così ciò che è giusto fare, ma che, in taluni casi, mai prima d’ora nessun Governo era riuscito a compiere. Questi i principali interventi:
- Il restauro della Villa del Casale
- La riapertura del teatro antico di Morgantina
- Il piano per il rilancio del porto di Palermo e il recupero del Castello a Mare
- Il restauro dell’Istituto Testasecca
- Il recupero del patrimonio archeologico marino
- I 23 interventi di restauro finanziati con i fondi del Gioco del Lotto
- Riapertura dell’intera area dove sorge la Cuba di Corso Calatafimi a Palermo
- Il recupero e la valorizzazione del patrimonio monumentale religioso della provincia di Caltanissetta


Il restauro della Villa del Casale

Il progetto preliminare per il restauro della Villa del Casale di Piazza Armerina, realizzato seguendo gli indirizzi programmatici espressi dall’Alto Commissario, Vittorio Sgarbi, è stato consegnato nel luglio 2005 al RUP, Responsabile Unico del Procedimento della Soprintendenza di Enna, dal Direttore del Centro regionale del Restauro, Guido Meli. E’ stato il primo significativo passo verso il progetto esecutivo e soprattutto un importante passaggio propedeutico in vista della gara d’appalto e della consegna dei lavori.L’iter burocratico per l’avvio dei lavori di restauro della Villa del Casale prosegue con una perfetta tabella di marcia.

Si ipotizza di terminare i lavori al massimo entro aprile-maggio del 2008 con un anticipo di circa otto mesi sulla data di scadenza del POR, fissata per il 31 dicembre dello stesso anno..

Il progetto di restauro e di musealizzazione, messo a punto dal Centro regionale del Restauro, prevede in sintesi tre linee d’intervento che riguarderanno i mosaici e i percorsi museali della Villa del Casale, le coperture e l’illuminazione e la sistemazione dell’area esterna e i dispositivi di sicurezza.

Le azioni più rilevanti sotto il profilo economico riguardano la parte relativa ai restauri, che saranno di tre tipi, e alle coperture per un importo di circa sei milioni di euro ciascuno. In particolare i restauri sui mosaici saranno suddivisi in "avanzati", che coprono circa l’85% della Villa e per i quali il recupero sarà totale, in operazioni "di manutenzione" e, infine, in accorgimenti "di messa in sicurezza" per evitare l’insorgere di nuovi problemi.

Un altro obiettivo che si propone il progetto preliminare, oltre ad un cambio di impostazione strutturale e alla sostituzione dei materiali per le coperture, è quello di determinare un nuovo criterio per il percorso di fruizione della Villa del Casale. A questo scopo sarà riorganizzato il sistema delle passerelle, una soluzione che permetterà di ridurre i fastidiosi effetti di sovraffollamento degli spazi, consentendo così ai visitatori di poter godere senza più ostacoli degli oltre 3500 metri quadri della Villa romana di Piazza Armerina. Ma sarà anche ripristinato l’originario sistema idrico in maniera da riprodurre l’antica canalizzazione dell’acqua piovana all’interno della Villa e il funzionamento dell’annesso edificio termale.

Saranno inoltre abolite tutte le barriere architettoniche attualmente esistenti che, finora, hanno impedito ai portatori di handicap di potersi muovere liberamente e saranno potenziati i servizi informativi offerti ai turisti sia come segnaletica interna che come allestimenti multimediali. Per l’area esterna è previsto un piano di riqualificazione mentre saranno reinstallati nuovi impianti antintrusione e antincendio e modificati i sistemi di sicurezza e delle recinzioni.

La riapertura del teatro antico di Morgantina

E’ stato restituito ai siciliani uno dei Beni più affascinanti della nostra cultura classica. L’Assessorato ha stanziato i fondi per avviare il restauro e riconsegnare alla comunità un Bene, l’intervento è parte di progetto che rilancia gli antichi teatri spesso dimenticati, uno dei quali è appunto Morgantina che da 2300 anni non era fruibile al pubblico. Il progetto "Teatri di Pietra" è la sintesi perfetta di come stiamo operando in termini di restauro, tutela e fruizione in senso culturale degli spazi scenici di età classica. La nostra amministrazione ha saputo indirizzare il suo intervento anche in termini di progetto e di proposta tanto da riuscire a coinvolgere, attraverso i suoi spettacoli, più siti classici e più province siciliane.

La Regione ha messo a disposizione della collettività un pezzo della sua millenaria storia facendo così ciò che è giusto fare ma che mai prima d’ora nessun Governo era riuscito a compiere.

Il piano per il rilancio del porto di Palermo e il recupero del Castello a Mare

Il piano per rilanciare il porto di Palermo, all’interno del quale è inserito il recupero del Castello a Mare, è un esempio di come sia possibile coniugare le esigenze di riqualificazione di un’area urbana con la valorizzazione e la fruizione di un sito archeologico e monumentale. il progetto presentato dall’Autorità Portuale rappresenta un vero esempio di sviluppo sostenibile.

Il progetto, in piena armonia con le nostre linee strategiche rielabora il nostro passato, la nostra storia e le nostre tradizioni utilizzando le grandi qualità della progettazione di cui oggi disponiamo.

Da un lato, quindi, la possibilità di mettere a disposizione migliori servizi portuali commerciali che, grazie alla realizzazione di infrastrutture e dello snodo viario sotterraneo, potranno fornire un impulso positivo all’economia. Dall’altro la necessità di restituire la zona della Cala ai palermitani per fare rivivere il territorio che ruota attorno al porto e di "aprire" ai turisti proponendo un "pacchetto" che comprenda anche la visita ad un bene monumentale di grande interesse storico e culturale come il Castello a Mare.

L’innovazione è anche nel metodo con cui questo progetto sta andando avanti: Autorità Portuale, Comune di Palermo, gli Assessorati regionali al Turismo e ai Beni Culturali, insieme ad operatori commerciali, imprese e professionisti, hanno fatto sistema creando un’operazione vincente il cui punto di forza sta proprio nella capacità di dialogo e di programmazione tra le Istituzioni.

Il restauro dell’Istituto Testasecca

Un ulteriore provvedimento inserito nel programma di restauri e recupero delle opere pubbliche, volte a valorizzare un percorso di identificazione con i simboli della cristianità che sono anche patrimonio storico-artistico del territorio è stato il decreto per il finanziamento dei lavori di ristrutturazione organica dell’Istituto Testasecca di Caltanissetta.

Questo intervento è di rilevante importanza per il ruolo che l’Istituto Testasecca, luogo che trasuda arte e cultura secolare, ha al giorno d’oggi per Caltanissetta.

Il progetto prevede il rifacimento del manto di copertura mediante la collocazione di lastre sottocoppo da montare su listelli, la relativa pulizia e sostituzione dei coppi inutilizzabili nonché il rifacimento del sistema di smaltimento delle acque piovane tramite la sostituzione con elementi in rame per regolare il deflusso delle acque piovane raccolte dalle grondaie.

Questo finanziamento ci permetterà di riqualificare degnamente uno dei monumenti del capoluogo nisseno al cui interno vengono svolte attività di primaria importanza a favore dei bambini e degli anziani.

Il Centro diurno per anziani, ubicato all’interno dell’istituto Testasecca, fornisce vari servizi al fine di corrispondere alle esigenze della vecchia generazione, con lo scopo di favorire processi di socializzazione attraverso attività creative, culturali e sociali".

L’importo totale del progetto è di 235.049,14 euro, di cui 152.820,78 euro per i lavori da appaltare. Inoltre, dopo un recente sopralluogo dei tecnici della Soprintendenza di Caltanissetta, è stato accordato un ulteriore finanziamento di 110.000,00 euro per l’esecuzione di lavori di somma urgenza per il restauro della copertura e dei servizi igienico sanitari dell’istituto.

Il recupero del patrimonio archeologico marino

E’ stata sviluppata una forte sinergia con l’arma dei Carabinieri. Assessorato e Arma hanno entrambi il duplice scopo di proteggere e salvaguardare le perle naturali (come ad esempio Ustica e Favignana) e di reperire opere d’arte di notevole interesse storico che rappresentano la nostra storia e sono il nostro fiore all’occhiello. Basti ricordare gli ultimi reperti recuperati dai Carabinieri, la nave romana del 3 sec. A..C., o l’elmo collocabile nel periodo della prima guerra punica. Un patrimonio enorme, nascosto nelle viscere del mare ed oggetto della avidità degli "archeo-sub" clandestini, che da decenni distruggono i nostri fondali, andando a saccheggiare i preziosi giacimenti archeologici. Il danno è tangibile anche perchè tali reperti rivestono una grande importanza scientifica ed è necessario che siano inseriti in determinati siti o scavi archeologici".

L’azione dei carabinieri è talmente importante perché è necessario sviluppare e tutelare l’archeologia marina nel nostro Paese, e in particolare nella nostra regione. Le notevoli attività condotte nel corso del 2004 hanno visto la sinergia tra i vari reparti dell’Arma con la neonata Soprintendenza del Mare, una struttura grazie alla quale potrà essere monitorato il territorio in modo capillare.

I 23 interventi di restauro finanziati con i fondi del Gioco del Lotto

Con I fondi del gioco del lotto pari a per complessivi € 15.122.639,88 sono stati finanziati 23 interventi che serviranno per restaurare importanti beni monumentali siciliani. E’ un risultato importante perché, grazie a queste risorse finanziarie, si potrà riportare all’antico splendore una parte del nostro patrimonio storico ed architettonico. Il criterio cui il Ministero si è ispirato per la formulazione del programma è stato quello di inserire gli interventi già in possesso di un progetto esecutivo in maniera da far partire i lavori nel più breve tempo possibile. La Sicilia ha preferito realizzare diversi interventi, tutti di entità medio-piccola, preferendo così distribuire le energie economiche sul territorio, in molti luoghi, piuttosto che concentrarle in pochi grandi progetti.

Caltanissetta

  • Museo Diocesano – restauro (408.358,52 euro) Sopr. Caltanissetta
  • Chiesa Madre e Oratorio Sacramento (San Cataldo) – restauro (2.362.146,62 euro) Sopr. Caltanissetta.

Catania

  • S. Maria del Suffragio (Acireale) – restauro (732.715,99 euro) – Comune di Acireale
  • Chiesa Madonna delle Grazie (Paternò) – restauro (308.933,01 euro) – Sopr. Catania

Enna

  • Chiesa Madre S. Maria Maggiore (Pietraperzia) – restauro (624.183,67 euro) 6. Via Crisa (Assoro) – Recupero e qualificazione completamento (1.200.211,90 euro) Sopr. Catania

Palermo

  • S. Giacomo dei Militari – restauro (321.177,60 euro) – Sopr. PA
  • Ex Convento S. Maria di Gesù (Caltavuturo) – restauro (166.366,54 euro) – Comune di Caltavuturo

Messina

  • Cripta Duomo (Messina) – restauro (189.536,67 euro) Sopr. Messina
  • Cripta Cappuccini (Savoca) – restauro (71.653,67 euro) Sopr. Messina.

Ragusa

  • Chiesa Madre (Acate) – restauro (611.950,52 euro) Sopr. Ragusa.

Siracusa

  • Tempio Apollo Zeus – illuminazione (227.444,00 euro) – Sopr. Siracusa
  • Cappella del Sepolcro S. Lucia – restauro (379.073,35 euro) – Sopr. Siracusa
  • Neapolis – illuminazione (468.351,65 euro) – Sopr. Siracusa
  • Chiesa S. Sebastiano – restauro (380.413,24 euro) – Sopr. Siracusa
  • Torre Vendicari Tonnare (Noto) – restauro (589.607,30 euro) Sopr. Siracusa
  • Museo S. Salvatore (Noto) – allestimento (608.560,97 euro) Sopr. Siracusa
  • Campagna Noto Antica – scavi (589.607,30 euro) Sopr. Siracusa
  • Chiesa S. Sebastiano (Carlentini) – restauro (479.041,04) Sopr. Siracusa
  • Castello (Brucoli) – restauro (1.200.211,90 euro) Sopr. Siracusa
  • Campagna Scavi (Avola) – restauro (807.140,37 euro) Sopr. Siracusa
  • Museo della Mandorla (Avola) – restauro (807.140,37) Comune.

Trapani

  • Complesso San Domenico – restauro (1.587.814,27 euro) Regione Siciliana.

Riapertura dell’intera area dove sorge la Cuba di Corso Calatafimi a Palermo

L’apertura dell’area è stata possibile grazia all’abbattimento di un muro costruito dal Demanio militare a ridosso della Cuba di corso Calatafimi che ne impediva la visuale e la fruizione, e la conseguente acquisizione della cosiddetta area della peschiera. Dopo molti anni, il monumento che ha origini antichissime, grazie al lavoro di squadra con il Comando Autonomo Militare dell’Esercito è stato restituito al pubblico ed alla sua completa bellezza.

La Cuba restituita al suo antico splendore potrà entrare a far parte di un circuito archeologico che prevede la valorizzazione del patrimonio storico culturale dell’antica dominazione araba in Sicilia, soprattutto a Palermo, dove è forte il richiamo di tale cultura. Restaurare ed aprire al pubblico in un’ottica competitiva i nostri millenari siti storici è quanto ci siamo preposti sin dall’inizio del mandato all’Assessorato ai Beni Culturali.

Il recupero e la valorizzazione del patrimonio monumentale religioso della provincia di Caltanissetta

Per il nostro patrimonio monumentale religioso è stato previsto un programma di restauri e recupero delle antiche chiese siciliane volte a valorizzare un percorso di identificazione con i simboli della cristianità che sono anche un patrimonio storico-artistico del territorio.

Il restauro della Chiesa di S. Agostino di Gela

L’assessorato ha finanziamento il restauro della pavimentazione della Chiesa di Sant’Agostino a Gela. Il progetto è inerente la dismissione della pavimentazione esistente, ad oggi costituita da marmette di cemento, nell’aula della Chiesa, e del marmo applicato sulle pareti laterali, nonché della sostituzione del portone interno dell’ingresso all’aula e della porta d’accesso al convento. Inoltre sarà realizzata la predisposizione dell’impianto di amplificazione e di tensione con il solo passaggio di tubi e collocazione di cassette di derivazione in sottotraccia sotto la pavimentazione dell’aula, per un importo totale del progetto di euro 53.130,74.

Questo finanziamento ci permetterà di riqualificare degnamente un importante luogo di culto e, allo stesso tempo, uno dei monumenti del centro storico di Gela al cui interno insistono numerose testimonianze storiche e artistiche. Il restauro del bene artistico è volto a valorizzare le ricchezze di una città che ha molto da offrire ai visitatori: il comprensorio di Gela, con le sue radici, la sua storia e le sue bellezze naturali, ha tutte le caratteristiche per attrarre sempre più turisti grazie alle numerose testimonianze artistico monumentali. Bisogna quindi operare affinché queste bellezze vengano sempre più valorizzate per essere conosciute anche al di fuori dei confini siciliani e apprezzate nelle maniera che meritano.

La Chiesa di Sant’Agostino, ubicata all’interno del circuito murario della città Federiciana, in area ritenuta di notevole interesse storico e architettonico, fu eretta nel 1456 ma nel corso dei secoli successivi sono stati compiuti diversi interventi che ne hanno modificato la sua originaria architettura. È datata al 1613 l’aggiunta sul lato sinistro dell’altare principale di una cappella in travertino finemente scolpito, mentre nel 1783 vi fu l’edificazione del campanile.

Il completamento della Chiesa di S. Francesco di Paola di Gela

Gela diventerà polo culturale grazie al restauro delle sue antiche Chiese. Sarà, infatti, completato il restauro della Chiesa di San Francesco di Paola, esempio di tardo barocco, localizzata in posizione strategica, nel cuore del centro storico. Fu eretta insieme al Convento dei Padri Minimi di San Francesco di Paola ed è oggetto di particolare devozione popolare. Il progetto prevede, oltre agli interventi generici già effettuati, la realizzazione della pavimentazione, un nuovo portone e la collocazione di luci.

Il restauro della Chiesa Madre di Serradifalco

Lo stanziamento previsto per un importo di € 150.000,00 dimostra la sensibilità dell’Assessorato vero una al consapevole valorizzazione del patrimonio di tutta la provincia nissena e renderà possibile il restauro di una Chiesa tra le più antiche, tipico esempio di barocco siciliano.

L’attuale Chiesa Madre di San Leonardo fu edificata nel 1740 nella parte più alta di Serradifalco. I lavori di ornamento furono completati nel 1811 mentre nel 1928, il maestro Leopoldo Messina di Palermo realizza le opere di pittura che arricchiscono ulteriormente gli stucchi, già realizzati agli inizi dell’ottocento. Il progetto di restauro prevede l’analisi dei materiali e prove di compatibilità che, assieme ad interventi più generici di manutenzione, possano eliminare gli effetti del degrado restituendo nelle migliori condizioni l’apparato interno della Chiesa, della copertura e del sistema di smaltimento delle acque piovane.

Il restauro permetterà di restituire il volto autentico alla Chiesa Madre di Serradifalco che, oltre a rappresentare un importante luogo di culto per tutta la comunità, esprime il caratteristico stile del barocco siciliano, tratto unico di una parte del vasto ed inestimabile patrimonio monumentale di interesse religioso di cui la Sicilia dispone e che si è scelto di valorizzare e di rendere sempre più fruibile. La promozione dell’identità della nostra storia e delle nostre tradizioni, che è il nostro obiettivo principale vedrà la sua completa definizione nei prossimi due anni.

Il restauro della Beata Vergine del Monte Carmelo di Gela

La costruzione della Chiesa della Beata Vergine del Monte Carmelo risale al XVI secolo, ma gli ultimi interventi di restauro dell’edificio sono stati effettuati nella seconda metà dell’Ottocento. Il progetto esecutivo, curato dalla Soprintendenza di Caltanissetta, prevede la realizzazione di un ponteggio interno, il consolidamento dell’intonaco, la coloritura delle cornici e dei decori esistenti nella volta, la sostituzione degli infissi in ferro con altri in legno, la pulitura delle navate e una nuova e più adeguata pavimentazione. Il finanziamento dell’intervento è € 231.000,00.

"Sarà di restituito il volto autentico alla Chiesa della Beata Vergine del Monte Carmelo che, oltre a rappresentare un importante luogo di culto per tutta la comunità, ci consentirà la riapertura di uno dei monumenti del centro storico di Gela, ancora ricco di numerose testimonianze d’arte e di storia. Il recupero di questi monumenti, tratto unico di una parte del vasto ed inestimabile patrimonio di interesse religioso di cui la Sicilia dispone, assume valore strategico perché potrà innescare quel processo di riqualificazione culturale e sociale contro il degrado portato spesso dai nuovi quartieri di espansione".