Il cardinal Bagnasco: bene scuola e federalismo

"L’esperienza, che ci viene dai contatti quotidiani, ci dice che la gente avverte sulla scena politica una certa voglia di fare, a esempio per colmare gli scarti infrastrutturali e per risolvere alcune delle grandi emergenze aperte, ma per ora non si attenua quella percezione di impoverimento di cui s’è detto in precedenti occasioni. Nessuno evidentemente può ignorare le condizioni poste da una sempre più complessa crisi internazionale e dai suoi caratteri per lo più inediti, dovuti a una globalizzazione sostanzialmente poco governata".

È l’analisi che, nella prolusione al Consiglio permanente della Cei, il presidente della Conferenza episcopale italiana, il cardinale Angelo Bagnasco, fa della situazione italiana e internazionale.

In questo frangente, secondo Bagnasco "è indispensabile tuttavia che mentre positivamente ci si applica alla soluzione di alcuni importanti nodi, contemporaneamente ci si concentri sulle fasce più deboli, e sulle famiglie monoreddito che stanno reagendo come possono all’ondata di aumenti dei prezzi che nel frattempo non cessano di lievitare".

Certo, ogni provvedimento di soccorso è utile, ma necessitano misure organiche che diano un minimo di serenita’, spiega il presidente della Cei, "consentendo ai nuclei famigliari di pianificare le loro prospettive di vita. Nel frattempo occorre tendere a una maggiore equità sociale, sia verticale (tra redditi diversi) sia orizzontale (le famiglie dello stesso reddito ma con più figli devono pagare di meno). Resta intatta - spiega - l’impressione che, se si disponesse di un sistema fiscale basato sul quoziente familiare, potrebbe determinarsi un circolo assai più virtuoso tra le famiglie e la società nel suo insieme, soprattutto tra l’oggi e il domani che è comune".

Federalismo fiscale - Positivo, in questo senso, il giudizio della Chiesa italiana sulle misure allo studio del governo in tema di federalismo fiscale. "Si sta procedendo, pare con maggiore serenita’, verso un sistema più federalista, che faccia perno su processi decisionali più autonomi e responsabilizzanti. A nessuno sfugge la rilevanza anche culturale di questo passaggio che richiede una elevata capacità di previsione circa il congegnarsi efficace di meccanismi anche delicati".

"Non ci sono tuttavia toccasana prodigiosi: se si vuole che il nuovo assetto si riveli effettivamente un passo avanti, è necessario che ciascun ente - invita il cardinale - si interroghi su come fare un passo indietro rispetto a metodi di spesa che saranno presto insostenibili. Così come è necessario che rimanga forte e appassionato il senso della solidarietà e della comune appartenenza a un solo popolo e alla sua storia, preoccupandosi e operando perchè nessuna parte, rispetto alle altre, rimanga per strada".

Giustizia - "Scenari più sereni sembrano profilarsi pure sul fronte della giustizia, e noi non possiamo non incoraggiare un clima reciprocamente più comprensivo, che abbia come obiettivo la domanda, proveniente anzitutto dai cittadini, di una giustizia più tempestiva e funzionante".

Scuola - "Sul fronte della scuola poi si stanno mettendo in campo innovazioni e recuperi volti a dare una maggiore credibilità ed efficacia all’istituzione e ai suoi operatori. Una parola di sincera e cordiale stima va a tutto il personale scolastico, a cominciare dai docenti per l’importanza e la nobiltà del ruolo che ricoprono a livello culturale, educativo e sociale. Ma anche qui - conclude Bagnasco - pensiamo che la vera chiave di volta non potrà non venire dal riconoscimento del ruolo primario della famiglia, messa in condizione di scegliere all’interno di un sistema effettivamente paritario e integrato, in cui a emergere siano le diverse opportunità in vista di abilità giovanili obiettivamente più apprezzabili".

Testamento biologico - "Si è imposta una riflessione nuova da parte del parlamento nazionale, sollecitato a varare, si spera col concorso più ampio, una legge sul fine vita che, questa l’attesa, riconoscendo valore legale a dichiarazioni inequivocabili, rese in forma certa ed esplicita, dia nello stesso tempo tutte le garanzie sulla presa in carico dell’ammalato, e sul rapporto fiduciario tra lo stesso e il medico, cui è riconosciuto il compito, fuori da gabbie burocratiche, di vagliare i singoli atti concreti e decidere in scienza e coscienza. Dichiarazioni che, in tale logica, non avranno la necessità di specificare alcunchè sul piano dell’alimentazione e dell’idratazione, universalmente riconosciuti ormai come trattamenti di sostegno vitale, qualitativamente diversi dalle terapie sanitarie. Una salvaguardia indispensabile, questa, se non si vuole aprire il varco a esiti agghiaccianti anche per altri gruppi di malati non in grado di esprimere deliberatamente ciò che vogliono per se stessi".

"Quel che in ultima istanza chiede ogni coscienza illuminata - continua Bagnasco -, pronta a riflettere al di fuori di logiche traumatizzanti indotte da casi singoli per volgersi al bene concreto generale, è che in questo delicato passaggio, mentre si evitano inutili forme di accanimento terapeutico, non vengano in alcun modo legittimate o favorite forme mascherate di eutanasia, in particolare di abbandono terapeutico, e sia invece esaltato ancora una volta quel favor vitae che a partire dalla Costituzione contraddistingue l’ordinamento italiano. La vita umana è sempre, in ogni caso, un bene inviolabile e indisponibile, che poggia sulla irriducibile dignità di ogni persona (cfr Benedetto XV, Discorso di saluto e accoglienza ai giovani, Sydney, 17 luglio 2008), dignità che non viene meno, quali che siano le contingenze o le menomazioni o le infermità che possono colpire nel corso di un’esistenza".

"Alla luce di questa consapevolezza iscritta nel cuore stesso dell’uomo, e che non è scalfibile da evoluzioni scientifiche o tecnologiche o giuridiche, noi guardiamo con fiducia alle sfide che il Paese ha dinanzi a sé, sicuri che il nostro popolo, con l’aiuto del Signore, saprà trovare le strade meglio corrispondenti alla sua voglia di futuro e alla sua concreta vocazione. Di tutto questo - conclude Bagnasco -, come degli argomenti indicati all’ordine del giorno, discuteremo ora con franchezza e responsabilità, mentre ci affidiamo per il lavoro che ci attende alla Vergine Maria e ai nostri Santi patroni".

Immigrati - "Il fenomeno dell’immigrazione resta uno degli ambiti più critici della nostra vita nazionale. Se fino a ieri eravamo giunti a una presenza tutto considerato significativa di immigrati sul nostro territorio, senza spaccature sociali o situazioni drammaticamente fuori controllo, è perchè alla prova dei fatti il temperamento del nostro popolo si lascia filtrare da una secolare cultura dell’accoglienza e di rispetto per il fratello, per quanto diverso, in difficoltà. Su questo fronte tuttavia nell’ultimo periodo - continua Bagnasco - stanno emergendo qua e là dei segnali di contrapposizione anche violenta che sarà bene da parte della collettività ai vari livelli non sottovalutare. Vogliamo credere che non si tratti già di una regressione culturale in atto, ma motivi di preoccupazione ce ne sono, e talora anche allarmi, che occorre saper elaborare in vista di risposte sempre civili, per le quali il pubblico dibattito deve lasciar spazio alla ricerca di rimedi sempre compatibili con la nostra civiltà. Incessante peraltro è l’arrivo di nuovi irregolari, sempre nostri fratelli, che a prezzo della vita si accostano alle rive italiane, interrogando la nostra coscienza e inevitabilmente sfidando ogni volta le nostre potenzialità d’accoglienza".