

TRUMP DEFINITO BULLO DAL MAINSTREAM DOPO L’INCONTRO CON ZELENSKY
Martedì 04 Marzo 2025 13:51
TRUMP DEFINITO BULLO DAL MAINSTREAM DOPO L’INCONTRO CON ZELENSKY. CHIARIAMOCI LE IDEE.
Ora voi sapete qual è il mio punto di vista: la verità sta esattamente all’opposto da come viene presentata dai media liberal-democratici-globalisti-WEF.Di solito consiglio di sorvolare, ma quando i costruttori di menzogne esagerano bisogna spiegare bene le cose agli uomini di buona volontà, così da saperne parlare.
“Chiunque abbia visto l'intera conferenza stampa, potrà confermare che la prima parte è filata liscia, Trump ha difeso Zelensky dalla critica rivoltagli da un reporter per l'abbigliamento non formale. Insomma niente che non fosse amichevole e cortese.
Poi è arrivata una domanda in cui giornalista ha chiesto a Trump se non fosse troppo allineato con Putin.
Il Presidente USA ha rigettato l'accusa, si è posto come mediatore, ha riconosciuto l'odio tremendo di Zelensky contro Putin che certamente non aiuta il negoziato, ma HA DETTO DI CAPIRLO, confermando la volontà di arrivare ad un accordo con la più grande durezza, altrimenti la pace non si sarebbe mai raggiunta.
FINO A QUESTO MOMENTO NESSUN ATTACCO DI TRUMP A ZELENSKY, NESSUN ATTO del così detto “BULLISMO”; SOLO CHE ADESSO TRUMP EVIDENZIA CHE GLI USA HANNO UN NUOVO APROCCIO RISPETTO ALL’AMMINISTRAZIONE BIDEN.
A questo punto Zelensky ha preso la parola, interrompendo Donald J. Trump, per negare di fatto qualsiasi possibilità di negoziato, perché Putin non ha mantenuto i patti sottoscritti dal 2014 al 2015, menzionando alcune violazioni e dicendogli che Putin farà la stessa cosa anche con Trump”.
(Zelensky però ha dimenticato di citare le violazioni ucraine di quegli stessi patti, ha dimenticato di dire che lo scambio di prigionieri avvenne da entrambi le parti con 4 anni di ritardo dalla firma degli accordi di Minsk-II, ha dimenticato di citare la legge ucraina che vietava l'uso della lingua russa anche nelle zone russofone del Donbass, ha dimenticato di dire quello che il suo predecessore Poroscenko ha confessato nel maggio 2022 al Financial Times (fatto confermato dalla ex cancelliera tedesca Angela Merkel alla rivista Die Zeit nel dicembre del 2022 e dall'ex presidente francese Hollande al Corriere della Sera nel febbraio 2023) e cioè che gli accordi di Minsk furono fatti per dare tempo all'Ucraina per armarsi).
“A questo punto Vance riprende Zelensky dicendogli che non è rispettoso andare a dire al presidente USA nello studio ovale ed in favore di telecamere, che il suo progetto di pace sarà un fiasco.
Zelensky non accetta il richiamo e con atteggiamento aggressivo si rivolge al vicepresidente dicendogli: "Di che tipo di diplomazia stai parlando, JD ?”
Addirittura in ucraino, certo di non essere capito, gli esce dalla bocca una irripetibile imprecazione…
Da qui parte lo scambio con Vance, con Trump che continua a restarsene in silenzio, almeno fino a quando Zelensky pretende d'insegnare a Trump a casa sua come dovrebbe governare l'America: "durante la guerra tutti hanno problemi. Anche voi li avete, ma avete un bell’oceano nel mezzo e non lo sentite ora, ma lo sentirete in futuro", riproponendo la solita balla dell'Ucraina come baluardo dell'occidente contro le mire espansionistiche di Putin.
È solo a questo punto che Trump non accetta il copione che Zelensky aveva con successo recitato così tante volte con Biden che firmava assegni a piè di lista e ricorda all'ucraino (che nel frattempo si è incassato la testa nelle spalle) la situazione disastrosa in cui lui stesso si era cacciato, e da cui Trump cerca di tirarlo fuori.
Qualsiasi osservatore neutrale capisce che è stato Zelensky ad avere combinato un disastro diplomatico; lo conferma l'atteggiamento dell’ambasciatrice ucraina a Washington, ripresa dalle telecamere con le mani sul volto che dice a bassa voce "No, non è possibile".
(Con il contributo di Renzo Puccetti)
PS: È DI OGGI LA NOTIZIA CHE TRUMP HA CHIUSO TUTTI I RUBINETTI, COMPRESO FORSE LA FORNITURA DI STARLINK.