Giovedì, 13 Febbraio 2025


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Sulle modifiche al Palmintelli deve intervenire la Soprintendenza

Caltanissetta - "Dopo le segnalazioni che mi sono giunte da parte di numerosi cittadini e da parte di diversi esponenti del mondo politico e del mondo culturale, ho sollecitato la Soprintendenza ai Beni Culturali di Caltanissetta ad un intervento diretto. La stessa il 12 aprile ha notificato al Sindaco di Caltanissetta che lo stadio Palmintelli è sottoposto a vincolo di interesse storico.

La legge infatti prevede che tutti gli immobili di proprietà pubblica, realizzati da più di 50 anni che presentano interesse storico, fanno automaticamente parte del patrimonio culturale. Lo stadio Palmintelli rientra pienamente in questa fattispecie e il Comune da oggi è tenuto ad assicurarne la conservazione.

La Soprintendenza ha quindi fatto presente all’ente locale l’interesse culturale del vecchio impianto sportivo, rammentandogli che qualsiasi modifica da realizzarsi deve essere preventivamente autorizzata dalla stessa Soprintendenza. L’intervento dell’ufficio di tutela si inserisce all’interno di un accesso dibattito che investe a livello locale il progetto, portato avanti dal Comune, di realizzare un parco attrezzato al posto dello stadio, mentre, sul piano nazionale, si colloca a fianco degli interventi volti a rivalutare l’importanza per la storia dell’architettura degli stadi costruiti durante il ventennio fascista e, insieme, quella che questi luoghi hanno per le comunità locali, per le quali l’impianto sportivo è sede di memorie e di identità. Si pensi al Filadelfia, lo stadio del Grande Torino, da anni consegnato all’abbandono, o alla Favorita di Palermo, il cui ampliamento in occasione di Italia 90 portò la Soprintendenza a difenderne l’aspetto, in quanto opera di uno dei più insigni architetti del regime.

Il Palmintelli non è frutto dell’ingegno di un Nervi né di un Piacentini, ma costituisce pur sempre, dopo la Favorita, il secondo stadio di Sicilia per data di realizzazione e la sua esistenza rievoca non solo agli sportivi le memorie della gloriosa Nissa, una delle società più radicate nella storia del calcio siciliano. La conservazione dello stadio è da questo punto di vista un atto dovuto.

Il recupero dell’identità culturale dei siciliani parte dalla conservazione dei luoghi della memoria, tanto quelli legati al passato più antico, quanto gli altri, evocativi di un senso della comunità e dell’appartenenza che non può andare travolto da progettualità estemporanee. L’articolo 1 del Codice dei Beni Culturali è chiarissimo da questo punto di vista e impegna tutti gli enti pubblici alla conservazione del patrimonio culturale di cui sono titolari.

L'uso sociale dei beni culturali passa necessariamente dal rapporto che corre tra essi e il nostro modo di essere oggi, e la Soprintendenza, rammentando al Comune gli obblighi che esso ha nei confronti del vecchio Palmintelli e della funzione che lo stadio svolge per le memorie dei nisseni, ha contribuito a ravvivare nella cittadinanza questo rapporto. Ma la Regione non si limita a un ruolo semplicemente conservativo, al quale affianca negli ultimi tempi mirati interventi di valorizzazione. La tutela dello stadio Palmintelli si colloca da questo punto di vista all’interno di un progetto di recupero della limitrofa necropoli, per la quale abbiamo investito un milione e 300 mila euro dei fondi di Agenda 2000. Abbiamo realizzato un polmone di verde che si trova nel centro di Caltanissetta, utilizzando piante autoctone, creando una bellissima via di accesso ed ottocento posti a sedere, oltre il palcoscenico. A Caltanissetta non c'era nulla di simile: nell’area attrezzata, si potranno svolgere spettacoli di tutti i generi. Ma la riappropriazione delle "pietre" di Palmintelli sarebbe poca cosa se lo Stadio adiacente fosse smantellato e la sua struttura non venisse invece conservata all’interno di un progetto strategico volto a migliorare la vivibilità del centro, ma anche a preservare le memorie storiche a vantaggio delle future generazioni. La nostra azione dal momento del mio insediamento in questo assessorato, è stata caratterizzata soprattutto da un incisivo impegno rivolto alla valorizzazione del patrimonio, ma non abbiamo tralasciato assolutamente quelle operazioni di tutela e di salvaguardia che, seppur meno visibili, sono comunque indispensabili e hanno occupato sempre un posto di rilievo nel nostro programma sui Beni Culturali. Siamo orgogliosi di aver raggiunto obiettivi importanti e siamo contenti di aver operato sempre con l’unico scopo di dare massimo risalto ai beni della nostra terra".

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