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L'ORA NERA DI FACEBOOK: PRIMA LA «GOLA PROFONDA», POI IL BLACKOUT GLOBALE

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Corriere della Sera

Il caso

L'ORA NERA DI FACEBOOK: PRIMA LA «GOLA PROFONDA», POI IL BLACKOUT GLOBALE

La manager Haugen si rivela in tv: «Profitti prima di tutto»

(Massimo Gaggi)


NEW YORK Frances Haugen, computer scientist e manager di 37 anni, è la nuova spina nel fianco di Facebook. Prima consegnando documenti segreti alla stampa, poi andando in tv. E oggi verrà ascoltata dal Congresso. Per Facebook piove sul bagnato: ieri, poco dopo la denuncia televisiva, blackout di tutte le reti del gruppo, da Instagram a Whatsapp, in quasi tutto il mondo, per molte ore. Sabotaggio? Probabilmente no. La società si scusa con gli utenti e cerca di ripristinare il servizio. Secondo gli esperti, incidenti di questo tipo, con reazioni a catena, possono capitare quando le società cambiano le configurazioni interne di rete commettendo un errore che magari si ripercuote ovunque. Ma per ora non vengono date spiegazioni e un incidente di queste dimensioni non si era mai verificato. Haugen era la product manager nel Civic Integrity Team, l'organismo creato dall'azienda di Zuckerberg per monitorare possibili interferenze nelle sue piattaforme in tempo di elezioni. Ha visto dall'interno le distorsioni spesso segnalate da entità esterne (sempre negate da Facebook) e ha deciso di denunciarle. A maggio, dopo lo smantellamento del suo team, ha lasciato Facebook ma prima ha copiato migliaia di pagine di documenti interni che ha dato in modo anonimo al Wall Street Journal . È il materiale sul quale nelle settimane scorse il quotidiano finanziario ha costruito i suoi Facebook Files: un'inchiesta in cinque puntate dalla quale emergono fatti gravi come il funzionamento redditizio ma socialmente distorto di un algoritmo che diffonde strutturalmente discordia perché costruito per massimizzare i contatti e il tempo trascorso dagli utenti sulle sue piattaforme. O come il fatto che Instagram aveva studiato il suo effetto sui giovani scoprendo che l'uso intenso di questo social provoca danni psicologici seri alle ragazze più giovani. Una scoperta mai resa pubblica. Poi la «gola profonda» ha deciso di uscire allo scoperto: domenica sera Frances si è fatta intervistare da 60 Minutes , la storica trasmissione giornalistica della Cbs, e oggi sarà protagonista di un'audizione a Washington. Oltre alla sua identità ha rivelato nuovi dettagli. Ad esempio ha accusato Facebook di avere responsabilità per l'assalto al Congresso del 6 gennaio scorso non solo perché i ribelli hanno usato le sue piattaforme, ma anche perché la società ha smantellato prematuramente le strutture di controllo che aveva creato, come l'Integrity Team della Haugen. La compagnia di Zuckerberg ha replicato con un comunicato nel quale respinge i rilievi e afferma di aver fatto del suo meglio per ridurre i danni che, insieme a tante cose positive, vengono provocati da ogni rete sociale. Facebook ha 40 mila dipendenti che lavorano sulla sicurezza con un costo di oltre 5 miliardi di dollari l'anno. Ma tutto va rapportato alle dimensioni della rete del social (2,8 miliardi di utenti) e ai suoi profitti: poco più di un controllore per ogni 100 mila utenti. Per Frances i capi di Facebook non sono malvagi. Semplicemente non vogliono penalizzare fatturato e profitti introducendo limiti permanenti: le cautele usate durante la campagna elettorale sono state eliminate subito dopo il voto. Haugen dice di considerare questo un tradimento della democrazia: ha rivelato quanto sapeva per costringere la compagnia a cambiare, in meglio

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