Giovedì, 06 Giugno 2024


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Giornata di Studio: Il tessile d’arte in Sicilia.

Giornata di Studio: Il tessile d’arte in Sicilia. Conservazione, Studio, Produzione

Relazione dell’On.le Alessandro Pagano – Assessore Regionale ai Beni Culturali e Ambientali e alla Pubblica Istruzione

LA SICILIA TESSUTA

La Sicilia si potrebbe ben rappresentare in una frazzata ericina, in un merletto nisseno, nel ricamo di un paliotto palermitano e forse, più di tutto, nella semplice complessità di uno sciamito arabo.

Un manufatto tessile è l'incontro di un ordito (il complesso dei fili che formano la parte longitudinale della stoffa) con una trama (i fili che corrono trasversalmente da un capo all'altro del telaio), entrambi hanno il loro percorso sotterraneo, nascosto affinchè sia visibile un unitaria visione di insieme.

L'operazione stessa della tessitura basterebbe da sola ad affiancarla all'immagine della Sicilia, che appare unitariamente un'isola dai colori e dalla bellezza di un broccato e che è costituita tradizionalmente dal patrimonio naturale che costituisce l'intelaiatura dell'isola, tagliata trasversalmente dall'avvicendarsi di culture che ne restituiscono un disegno complicato.

LA STORIA

Questa identità di struttura basterebbe se non fosse che la storia della Sicilia è attraversata da un’ importante attività tessile che ha contribuito alla diffusione della cultura siciliana fino a formarne un’ identità culturale.

Il patrimonio tessile siciliano è sempre stato ricchissimo.

La tradizione tessile siciliana comincia nella notte dei tempi, nasce tra le mani casalinghe che lavorano per il "corredo" fino a diventare industria manifatturiera a vantaggio__della nobiltà e del clero. In Sicilia si sono prodotti manufatti tessili che sono rimasti paradigmatici per bellezza e qualità nella storia della tessitura, basti pensare al famoso "sfilato di Vittoria".

LA SETA E LO SCIAMITO

Un ruolo fondamentale è stato ricoperto soprattutto nell'ambito della produzione e dell'esportazione della seta. Palermo è stata il primo centro in Italia di tessitura serica pregiata, che veniva eseguita nel Tiraz del palazzo Reale dalla dominazione araba fino al regno di Ruggero II. Vanto della produzione fu lo "sciamito" (hexamitos' héx= sei, mitos = filo, tessuto a sei fili), tecnicamente composto da due orditi, uno di fondo e uno di legatura e di un minimo di due trame, che vengono legate in diagonale. Nato in Medio Oriente, passando da Bisanzio e diffusosi in tutto il Mediterraneo, lo sciamito è un esempio perfetto di manufatto tessile rappresentativo della cultura siciliana, semplice ma complicatissima, ma resistente, proveniente dall'oriente e rimbalzata per tutto il sud Europa e il nord Africa.

LE INDUSTRIE FLORIO E GULI’

Dopo i fasti reali del periodo arabo-normanno, la produzione tessile abbandona "la mondanità" per ripiegare, si fa per dire, su un percorso privato, per riaffiorare ancora rigogliosamente nell'Ottocento a supporto della moda fino alla metà degli anni 40 con le imprese Florio e Gulì.

C’era un gusto squisitamente siciliano nei tessuti interamente prodotti a tagliati a Palermo da Franca Florio, e nelle trame dei suoi abiti si legge la Sicilia sventagliante dei salotti letterari, del gusto della vita di sapore parigino ma tessuta interamente nell'Isola.

UNA GIORNATA DI STUDIO SULLA TESSITURA

La storia siciliana si può a ben diritto dire tessuta a maglie strette con quella della tessitura. E sembra essere sempre così, il telaio, il tessitore anche fuori dalla Sicilia, rimandano a qualcosa di antico, un reperto storico, qualcosa che si può incontrare nella statica contemplazione di un museo etno-antropologico.

Ma la tessitura è un'arte vitalmente possibile, oltre che possibilmente vitale.

Il Centro Regionale per la Progettazione e il Restauro, il prossimo 20 gennaio, organizza una giornata di riflessione e studio sull'arte tessile siciliana, per onorare un'attività fondante dell'identità culturale siciliana e rilanciarla dal punto di vista produttivo.

La Giornata di Studio, infatti, si inquadra nell'ampio programma di attività del Laboratorio di Restauro di Manufatti di Origine Organica all'interno del progetto: Per una mappa del patrimonio tessile "Progetto Intreccio" che mira a divulgare la conoscenza del bene tessile.

IL PROGETTO INTRECCIO

II Progetto ha già raggiunto importanti traguardi nel campo del restauro e della manutenzione del bene tessile, nell'attivazione di un protocollo per la manutenzione programmata dei beni tessili ecclesiastici con la stesura di un dizionario terminologico legato al manufatto tessile, la realizzazione di un CD multimediale e la formazione di tecnici specializzati.

Ma le operazioni sul tessuto antico, il riavvicinarsi al gesto della tessitura hanno portato alla luce l'urgenza di applicare un protocollo manutentivo, non solo al manufatto, ma all'arte tutta.

LA TESSITURA NON E’ UN ARTE DA CONTEMPLAZIONE

La tessitura è un'arte antica cucita all'uomo come un abito, ma antica non vuol dire "archiviata" come arte da museo. IL lavoro al telaio è un'attività che produce un genere di "lusso". La tessitura è un'attività lenta, si producono pochi centimetri di tessuto al giorno e sempre meno man mano che l’intreccio è più pregiato, così come lenta è la produzione della perla all'interno dell’ostrica.

Ma proprio per questo in ogni tessitura si esprime un linguaggio, il linguaggio del tessitore che vi fa sedimentare i propri gesti, la propria cultura e le proprie abitudini.

LA TESSITURA ANELLO DI CONGIUNZIONE TRA LE ARTI MAGGIORI E LE ARTI MINORI

II telaio, il tessuto, il tessitore e la tessitura sottintendono due mani e due piedi che lavorano in coordinazione e armonia. La mente segue con gli occhi ciò che gli arti superiori eseguono coinvolgendo gli arti inferiori.

II sopra è il sotto del corpo sono collegati nella tessitura cosi come in questa si congiurarono le "arti" maggiori e quelle minori.

Nel decoro di un tessuto c'è la stessa tensione estetica che si può trovare in un quadro, con in più l'elemento di umana ordinarietà che fa del bene tessile qualcosa da usare ogni giorno, o se non ogni giorno comunque da usare (e consumare).

IL PROGETTO INTRECCIO E LA FORMAZIONE

Alla luce di queste considerazioni il Progetto Intreccio ha attivato una serie di segmenti volti a riavviare la produzione tessile siciliana, tra storia e tradizione ma mettendo in campo molte scommesse sul futuro.

All'interno del Progetto, centrale importanza ha la FORMAZIONE. Il Centro svolge già un'ampia attività didattica nella formazione di manutentori del bene tessile ma il Progetto mira alla formazione di tessitori in grado di riprodurre al telaio tessuti tipici siciliani.

Dal tessere al telaio tutti possono apprendere come è fatto e come si fa un tessuto, la tessitura è un'arte manuale che produce manufatti, in quanto tali Capaci di traghettare nel tempo il DNA di un popolo.

Nei costumi nazionali di un Paese, di una Nazione è facilmente riconoscibile l’intero Spirito di chi li ha tessuti.

C'è una forte componente di identità culturale nel tessuto così come il nostro modo di vestire rispecchia spesso la nostra personalità.

IL CARCERE MINORILE

Consapevole della ricchezza di quest'arte, il Centro di Giustizia Minorile di Palermo, sensibilizzato dal C.R.P.R in collaborazione con il Dipartimento Regionale della Pubblica Istruzione, ha accettato di avviare un progetto pilota per la produzione in Istituto di alcuni manufatti tessili tipici della tradizione siciliana.

In questo modo, un'attività dal forte impatto culturale ma anche facilmente realizzabile, quale la manifattura tessile, fornirebbe un incentivo all'integrazione dei ragazzi socialmente disagiati nel mondo del lavoro, rafforzandone contemporaneamente l'affezione positiva a un elemento della tradizione siciliana.

UN TELAIO IN CARCERE

L'opportunità di avere dei telai in carcere, darà ai ragazzi la possibilità di imparare un mestiere che si impara "a mano", che attraverso l'abilità manuale li rende partecipi di un'attività produttiva di lusso.

Di contro i ragazzi stessi diventerebbe artefici di un percorso di valorizzazione sociale di antica tradizione siciliana, come la realizzazione al telaio dello sciamito.

LA BACHICOLTURA

La Sicilia è stata in passato un importate centro di produzione della seta, potendo contare su una terra su fattori climatici che favoriscono la bachicoltura.

In Sicilia si allevavano i bachi, incrementando il lavoro della terra, si produceva la seta e si esportava in tutto il bacino del mediterraneo. La seta era parte del patrimonio collettivo siciliano.

Le tradizioni religiose popolari legate all'allevamento dei bachi e alla trattura della seta, le scelte culturali e le costrizioni sociali legate al consumo di stoffe seriche ai vari livelli della scala sociale, le tracce che il setificio e i suoi prodotti hanno lasciato nella letteratura fanno comprendere come un'attività così vitale per l'isola per tanti secoli, non solo dal punto di vista economico, meriti di essere rivalutata.

Un segmento del Progetto Intreccio vuole promuovere in collaborazione con l'Università, in particolare con la facoltà di Scienze Agrarie, il riavvio della bachicoltura in quelle aree dove essa era in passato attivata. Il riavvio della bachicoltura in Sicilia può essere inoltre un opportunità per coinvolgere anche i disagiati psichici. In questo senso ha già aderito la Facoltà di Medicina e Chirurgia, Dipartimento NOOP sezione di psichiatria.

DALLA CONSERVAZIONE ALL'INNOVAZIONE

La lettura di un tessuto antico e la sua corretta manutenzione permettono di indagare sulle abitudini, le usanze, le istituzioni sociali del passato.

Trarre dai reperti le lezioni per riprendere un'attività che è stata in passato distintiva dell'isola consente di pianificare segmenti di innovazione culturale, di crescita economica e di rilancio di prodotti tipicamente siciliani.

LA MODA

Abbiamo descritto un processo che va dalla bachisericoltura, quindi dalla creazione della materia prima, alla tessitura di antiche trame tradizionali, alla tintura con pigmenti naturali che coinvolgano tecnici specializzati, e i ragazzi del carcere minorile tutti all'opera per la realizzazione di un prodotto interamente siciliano, perché ogni singolo componente è lavorato con materie autoctone e da maestranze siciliane.

Ma qual è il naturale impiego del prodotto finito?

Un progetto talmente ambizioso e radicato in così diversi ambiti non può giungere alla realizzazione di un prodotto costoso e fine a se stesso.

La vivacizzazione della produzione tessile siciliana avrebbe come naturale sbocco quegli stilisti siciliani, che hanno ottenuto fama e fortuna in tutto il mondo esportando la ricchezza e i colori dello stile dell'isola.

I pizzi, le sete e i broccati di cui gli stilisti si servono nell'elaborazione di collezioni che esportano nel mondo lo stile, la cultura e la storia siciliana sono spesso reperiti a fatica in giro per l'Europa. La produzione in Sicilia al momento è affidata a poche anime nell'entroterra che spesso faticano a stare dietro alle esigenze di una collezione o ancora peggio che stentano a trovare il giusto contatto per mettere a frutto la loro preziosa abilità.

CONCLUSIONI

II Progetto Intreccio intende valorizzare la tradizione magnificandola sul piano del futuro. Un progetto che è occasione di presentare i risultati del lavoro che si svolge attualmente nei laboratori che fanno interventi di recupero sulla stoffa, riscoprire lo stretto legame tra la lavorazione della stoffa (bachicoltura, erbe tintorie ecc) in Sicilia, la storia del costume, la valorizzazione di manufatti tipici dell'isola ma soprattutto per lanciare una serie d iniziative concrete per creare un ponte attivo tra passato e futuro. Tessere una rete di fili e contatti che partendo dalla Sicilia riescano a intrecciarsi con le tradizioni e le produzioni dell'intero bacino del mediterraneo.

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