Domenica, 16 Giugno 2024


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Il Met restituirà i reperti italiani

(Tratto da "La Sicilia") - A metà febbraio firma dell'accordo con l'Italia. Tornerebbe in Sicilia il tesoro di Morgantina

C’è una novità nella lunga contesa tra Italia e Stati Uniti sui reperti archeologici trafugati in Italia, soprattutto in Sicilia, e che figurano da molti anni nelle vetrine dei più grandi musei americani. La novità, che tempo addietro ci era stata preannunciata dall'assessore regionale ai Beni culturali Alessandro Pagano, è che a metà febbraio tra il ministro dei Beni culturali Rocco Buttiglione e il direttore del Metropolitan museum di New York Philippe de Montebello sarà firmato un accordo per il riconoscimento ufficiale dell'appartenenza all'Italia di alcuni pezzi importanti. L'accordo prevede, oltre al passaggio di titolarità dei reperti, la concessione da parte italiana di un prestito a lungo termine di sei o dodici anni.

L'Italia ha usato una strategia vincente, cioè quella dei prestiti dei capolavori italiani, prestiti che saranno concessi solo a coloro che restituiranno o che riconosceranno l'appartenenza all'Italia dei reperti trafugati. E siccome il Met non poteva permetterei di essere tagliato fuori dai prestiti di opere d'arte italiane ha ceduto: i pezzi che risulteranno senza ombra di dubbio di provenienza italiana dopo il tempo fissato per il prestito potranno tornare in Italia.

L'accordo con il più grande museo americano dovrebbe convincere il Paul Getty museum di Malibu a fare altrettanto. E come sapete al Paul Getty c'è in mostra da più di

venti anni la celebre statua della Venere di Morgantina (attuale Aidone) venduta per venti milioni di dollari negli anni 80 dai trafficanti svizzeri a cui era stata ceduta dai tombaroli siciliani. Per la verità questa statua di due metri e venti è un acrolito, nel senso che di originale ci sono soltanto la testa, le mani e i piedi in marmo. La grande statua è stata «confezionata» venti anni addietro con materiale proveniente da Selinunte per fare il resto del corpo (torace, spalle, stomaco) e i drappeggi. Che sia un acrolito è anche logico: duemila anni fa il marmo costava molto e quindi di marmo si facevano solo testa, mani e piedi. Questo capolavoro era stato nascosto sotto terra quando i soldati romani conquistarono e distrassero Morgantina alleata di Siracusa. Ed è altamente improbabile che una statua alta due metri e venti possa essere stata sotterrata, più facile pensare a pezzi staccati. Questo ce lo rivelò un famoso «re dei tombaroli» e per chiedere spiegazioni ci scrisse dalla California l'allora direttrice del Paul Getty, Marion True, attualmente sotto processo a Roma per traffico di reperti. Il Paul Getty ha anche la statua dell'Atleta attribuita a Lisippo e ritrovata nel 1964 nella zona di Fano.

Per intanto il Met ha aperto la strada con questo prossimo accordo. Nel museo di New York ci sono il tesoro degli argenti di Morgantina, quindici straordinari pezzi marchiati con punzoni di tipo greco sul verso e sul retro, ritrovati nel 1978 dai tombaroli ennesi e rivenduti per mille dollari ai trafficanti svizzeri che nel 1981 li cedettero al Met per 2,7 milioni di dollari. Il Met ha anche il vaso di Eufronio del VI secolo a.C. pervenuto a pezzi all'antiquario Roberto Hecht che pagò centomila dollari, ricostruì il celebre vaso e lo vendette al Met per un milione di dollari.

Uno dei reperti più importanti è la «Biga d'oro» di origine etrusca che un contadino nel 1902 trovò nel suo campo nella zona di Spoleto e la vendette per 900 lire a un rigattiere di Norcia. Da cent'anni è esposta al Met e il suo direttore Philippe de Montebello alle richieste di restituzione ha sempre risposto, almeno finora, che è «come chiedere al Louvre la restituzione della Gioconda».

Finora dagli Stati Uniti è tornato indietro solo il piatto d'oro, la phiale rinvenuta a Caltavuturo durante lavori di scavo dell'Enel e arrivato poi in possesso di un magnate americano. Ora si trova al museo di Caltavuturo, ma sotto sequestro giudiziario perché è ancora in corso un processo al Tribunale di Termini Imerese. Dice l'assessore Alessandro Pagano: «Quando sarà dissequestrato cercheremo di valorizzare al meglio il reperto. Quanto all'accordo del Met con l'Italia mi auguro che si firmi, anche se ho ancora perplessità. E' chiaro che se tornassero in Sicilia i capolavori trafugati sarebbe un grande evento».

TONYZERMO

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