Domenica, 16 Giugno 2024


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Arte, tutela e sviluppo sostenibile

(Tratto da "La Sicilia") - I comuni e i siti dichiarati patrimonio dell'umanità. L'assessore Pagano: «Autonomia regionale e sistema di rete». La scommessa del piano di gestione del sito Unesco «Le città tardo barocche del Val di Noto». Già elaborato lo statuto dell'associazione degli otto centri cui è stata riconosciuta tutela

Catania. Non soltanto promozione delle bellezze architettoniche e paesaggistiche dei luoghi, ma attenzione alle ricadute economiche e sociali sul territorio. E' questo l'obiettivo del piano di gestione del sito Unesco «Le città tardo barocche del Val di Noto» dichiarato patrimonio dell'umanità. Un piano che ieri, nella sede della sovrintendenza di Catania, l'assessore regionale ai Beni culturali Alessandro Pagano ha voluto presentare a tutti gli attori istituzionali e sociali coinvolti, a partire dai rappresentanti degli otto Comuni ( Noto, Palazzolo Acreide, Scicli, Modica, Ragusa, Militello Val di Catania, Caltagirone e Catania), delle tre province e delle cinque diocesi.

L'assessore Pagano prende la parola attorniato da tre belle signore, tre signore che contano, le sovrintendenti di Catania, Siracusa e Ragusa. Una circostanza rara, come raro è il metodo attraverso cui si è arrivati all'elaborazione della bozza di piano, «frutto di una complessa concertazione tra molti soggetti istituzionali tra i quali hanno avuto un ruolo guida le tre sovrintendenze». E' stato faticoso, ma il metodo ha dato buoni frutti al punto che per la sovrintendente di Siracusa, arch. Maiella Muti, coordinatrice del progetto, questo è uno dei risultati più importanti di questo lavoro: l'avere dimostrato che anche in Sicilia, dove l'individualismo è uno degli handicap allo sviluppo, si può lavorare insieme e fare sistema, al di là delle appartenenze istituzionali e politiche, ricreando così lo spirito da cui è partita la rinascita del Val di Noto dopo il terremoto del 1693 e valorizzando gli uomini e le intelligenze, la maggiore risorsa del territorio.

Per l'assessore Pagano l'incontra di ieri è stato occasione per mettere alcuni puntini sulle «i». Il piano non è uno strumento di tutela, che rimane di competenza delle sovrintendenze, a partire dall'apposizione dei vincoli per regolare i quali gli uffici regionali stanno elaborando una proposta di legge nella quale vengono considerati come risorse e non come limiti. La missione del piano, e la sua filosofia, è quella dello sviluppo sostenibile e cioè la promozione dei beni materiali del Val di Noto, ma anche di quelli immateriali e questa è una novità - e questo nell'ottica di produrre benefiche ricadute sociali ed economiche sul territorio. In quest'ottica l'assessore Pagano rivendica alla Regione siciliana i diritti e le competenze che le derivano dallo Statuto speciale. Un grazie, dunque, al Ministero dei Beni culturali che ha concorso, con l'apporto di «Mecenate 90», alla redazione del piano, ma la rivendicazione. in prospettiva, di un'assoluta autonomia nell'attuazione dello stesso. L'assessore usa espressioni diplomatiche, ma il concetto è chiaro. E non a caso è stato costituito, all'interno del Servizio tutela dell'assessorato regionale, un ufficio per la gestione dei siti Unesco. Come dire: c'è la volontà politica e lo strumento per attuarla.

Un approccio, questo, per il quale la sovrintendente di Ragusa, dott. Enza Cilia, ha coniato la definizione «effetto Pagano», ovvero tutela e valorizzazione economica promosse dalle istituzioni in rete. «Adesso - commenta - non ci sono più scuse per non fare». Reti, sistemi e sinergie il cui valore è stato sottolineato anche dalla sovrintendente di Catania, dott. Maria Grazia Branciforti, artefice di un progetto pilota nel calatino - un Pit che coinvolge 14 Comuni - che mette in rete tutte le realtà culturali, monumenti, architetture, musei, chiese, palazzi privati e anche trasporti, alberghi e biglietti. Un piano di gestione che Ledo Prato - presidente di «Mecenate 90» - ritiene fortemente innovativo e tale da porsi come modello per quelli di cui dovranno dotarsi tutti i siti Unesco che, di recente, oltre a richiedere i piani di gestione, sollecita anche la creazione dì una struttura per loro attuazione e un monitoraggio costante dello stato di attuazione dei progetti previsti. Ledo Prato ha ricordato, inoltre, quale canale formidabile di promozione e di relazioni internazionali, anche per i piccoli centri, sia l'inserimento di un sito nel patrimonio Unesco. «Anche per un'azienda è più facile decidere di insediarsi in un luogo che ha questo riconoscimento piuttosto che in un posto anonimo». Essenziale, anche per concorrere ai finanziamenti europei, è che i Comuni interessati si associno o si uniscano in consorzio. La sovrintendente Mariella Muti ha ricordato che è già stata elaborata una bozza di Statuto dell'associazione dei Comuni e che si registrano le prime adesioni.

Nell'ottica della valorizzazione economica e sociale è importante anche che i centri urbani rispettino le tipologie edilizie della zona e pertanto che abbiano, e rispettino, un piano del colore. L'assessorato regionale ai Beni culturali ha già predisposto un disegno di legge in materia, ora fermo alla commissione Bilancio. Rispetto delle tradizioni, dunque, ma anche apertura al futuro. «Per questo - sottolinea Alessandro Pagano - abbiamo predisposto anche la nascita del Dipartimento d'arte contemporanea Sicilia, per promuovere architetture contemporanee di qualità». Infine, l'assessorato si sta attivando perché i Comuni che non avevano aderito in un primo momento alla presentazione di istanza per la tutela Unesco, e che ora vogliono farlo - a partire da Acireale - siano inclusi nel progetto.

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