Domenica, 16 Giugno 2024


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Eugenetica? Chesterston l'aveva vista da lontano... Intervista a Fabio Trevisan

Eugenetica? Chesterston l'aveva vista da lontano... Intervista a Fabio Trevisan

di Giuseppe Brienza

In un libro ed un DVD l’analisi del grande scrittore cattolico sulla barbarie del controllo delle nascite. Lo scrittore cattolico Gilbert Keith Chesterton fu uno di quei pochi “intellettuali” che non si lasciarono illudere dalle promesse della nuova atea scienza, l’eugenetica, che letteralmente significa “buona nascita” e, in pratica, teorizza l’aborto selettivo degli esseri umani imperfetti dal punto di vista psico-flsico. L’eugenetica, prima di essere applicata esplicitamente dal regime nazionalsocialista e di soppiatto da alcune “democrazie” nordeuropee, esercitò una forte attrazione sulla società di fine Ottocento e primo Novecento. Lo scritto chestertoniano “Eugenetica e altri mali”, pubblicato nel 1922, fu pensato ed abbozzato in precedenza al primo conflitto mondiale e, il recentissimo saggio meritoriamente pubblicato dall’editrice Fede & Cultura, “Uomini di allevamento, prodotti di qualità. Nel mercato dell’eugenetica, la storia, la scienza, il dibattito” (Verona 2009), parte proprio da quella poco conosciuta e profetica opera di Chesterton, per ricostruire il clima culturale dell’epoca attraverso l’analisi di altre sue interessanti opere. Al libro è allegato anche un DVD che, oltre a una inedita intervista al direttore de “Il Foglio” Giuliano Ferrara, contiene una rappresentazione teatrale nella quale Chesterton si confronta con un fautore del controllo selettivo delle nascite.
All’Autore del saggio e curatore del DVD, Fabio Trevisan, che allo scrittore inglese ha già dedicato due sceneggiature, pubblicate sempre da Fede & Cultura, intitolate “Uomo vivo con due gambe” (2006) e “Il pazzo ed il re” (2007), abbiamo rivolto un paio di domande.

Quando nasce l’eugenetica?

Nasce con Francis Galton (1822- 1911), scienziato che fu attratto dalla scoperta delle leggi dell’evoluzione e della selezione naturale del cugino Charles Darwin a tal punto da ritenere, nella formazione della personalità dell’uomo, preponderanti i caratteri biologici innati. Se vi fosse stata corrispondenza tra le qualità degli individui ed il loro corredo biologico ereditario, si sarebbe potuto migliorare la specie umana controllandone la capacità riproduttiva. In parole più semplici si sarebbe potuto avviare un’eugenetica positiva, ovvero una procreazione affidata alle persone più adatte e più agiate economicamente, culturalmente e socialmente.

Dall’evoluzionismo, si passa all‘eugenetica ed al marxismo?

In un certo senso sì. Non viene spesso ricordato a tal proposito che Karl Marx (1818-1883) avrebbe voluto dedicare a Darwin il primo libro del “Capitale” dichiarandosi suo sincero ammiratore. Friedrich Engels (1820-1895), amico e finanziatore di Marx, così commentò l’interesse di Marx per Darwin: “Proprio come Darwin scopri le leggi dell’evoluzione nella natura organica, Marx scoprì la legge dell’evoluzione nella storia umana”.

Ancora oggi alcuni sostengono la necessità di una buona eugenetica per migliorare la salute e la felicità della specie. Come rispose Chesterton e come risponderebbe lei?

Chesterton smascherò quale fosse il vero volto dell’eugenetica, ne colse in profondità le fonti e le denunciò apertamente con una lungimiranza tale che ancor oggi rimangono di una stringente attualità. Capì esattamente che l’eugenetica era essenzialmente un grave peccato, favorito pure dall’“abnorme ingenuità” di quell’epoca.

Con accenti vibranti denunciò la tirannia dell’eugenetica come una rivoluzione contro l’etica dalle nefaste conseguenze. Difese con vigore la legge naturale, la legge non scritta che abita nel cuore dell’uomo e si appellò ad essa nel proteggere la vita dall’omicida eugenista. Comprese che era in atto un’autentica persecuzione contro la vita e la famiglia.

Nonostante gli orrori generati nella storia umana, ancora oggi è forte la tentazione di praticare politiche eugenetiche: aborti selettivi, donazione, sperimentazione sui concepiti, eliminazione dei deboli e dei disabili...

L’eugenismo non è finito. Certo, al posto degli slogan sulla purezza razziale, i nuovi eugenisti parlano più pragmaticamente di un’economia più efficiente, di migliori prestazioni e di una migliore “qualità della vita”. Questa nuova e malvagia eugenetica trova sostegno nell’edonismo compiaciuto e diffuso di molta gente ed è a disposizione per l’accresciuta tecnologia del mercato.

L’aborto terapeutico, la diagnosi pre-impianto, l’inseminazione artificiale sono tutti strumenti messi a disposizione del mondo medico e dell’industria. Conditi con parole rassicuranti vengono veicolate attraverso la manipolazione del consenso operata dagli apparati mediatici, culturali e finanziari; in questo modo “soft” non vengono neppure concepiti come orrori né tantomeno come errori e peccati.

La minaccia non è stata compresa neanche oggi?

Non credo che sia percepita nella reale dimensione. Fiumi di sangue innocente si stanno versando giorno dopo giorno e sembra che tutto sia inarrestabile. Non c’è solo l’olocausto degli ebrei nei deprecabili lager nazisti: ricordiamoci anche dell‘olocausto dei bambini non nati per pratiche abortive!

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