Domenica, 16 Giugno 2024


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Questi si; quelli no

A proposito di Gay Pride e dei giovani al Giubileo - (amiglia e Società)

Quelli che praticano gli esercizi Spirituali di S. Ignazio di Loyola (si il fondatore dei gesuiti) lo sanno benissimo: ci sono due "eserciti" (o due .. "città", se si preferisce S. Agostino); uno è quello che serve il Dio cristiano; l'altro, lo sappia o no, combatte per il di Lui antagonista.

Anche a colpi di "immagine", come si usa oggi. Ebbene, la capitale della cristianità quest'estate ci ha offerto due "immagini" tutte da meditare. L'una era quella de tanto strombazzato World Gay Pride, pompatissimo dai massmedia, sorretto dai politici e addirittura sponsorizzato da multinazionali, "colorato, schiamazzante, trasgressivo" (cioè, ormai: banale, noioso e conformista), l'una, composta, ordinata e rispettosa l'altra manifestazione: quella dei GMG, la Giornata Mondiale della Gioventù. Quattro risicati gatti gli uni, oltre due milioni gli altri. Nessuno sponsor per quest'ultimi tutti venuti a spese proprie (sebbene i più, in quanto giovani, pure disoccupati).
Mentre scrivo, vedo scorrere sullo schermo tivù le immagini di un concerto rock molto atteso: la band ha dovuto smettere di suonare perché travolta da sassate e bottigliate. Spiega lo speaker che il pubblico l'ha giudicata troppo poco trasgressiva. Si tratta, infatti, di un gruppo americano, mi pare noto per le sue canzoni inneggianti alla masturbazione, agli escrementi, al sadismo. Troppo poco, per i giovani sotto il palco, abituati, a quanto pare, a ben altro. La telecamera li riprende: "pogano" (cioè, si spintonano con violenza l'un l'altro, ferendosi anche seriamente; pare che si divertano così), alcuni eseguono il "bodysurfing" (si lasciano trascinare da migliaia di mani sopra le teste); altri agitano il segno delle corna (tipico dei rock "satanico"); le urla coprono perfino il frastuono degli amplificatori; molti hanno espressioni invasate; non pochi, infine hanno l'aria "fatta". Dante Alighieri, al confronto, aveva poca fantasia. Certo, se non è un girone dell'inferno, ne pare senz'altro l'anticamera.
La mente corre alle immagini dei raduno cattolico. Giovani, anche qui. Ma nessun incidente solo volti gioiosi. Ripeto e sottolineo: nessun incidente. Ed erano due milioni. Di giovani. Ricordate le polemiche pre-Giubileo? Roma invasa, la città al collasso, disastri annunciati e via deprecando.
Invece .....
Il livore anticattolico si è squadernato per tutto il tempo del giubileo, bastava leggere la stampa. Naturalmente, le firme erano le solite. Più "laici" erano, e più davano lezioni al Papa. Solo sul Manifesto (onore al merito) è apparso un onesto, anche se livido, stupore: due milioni di giovani che non vanno dietro al "sol dell'avvenire" e alla "trasgressione", bensì a un ottantenne malandato che dice cose stantie e vecchie duemila anni: due milioni di giovani che hanno sfidato il collasso per colpo di calore pur di ascoltare discorsi sulla castità, sul matrimonio indissolubile, sulla fedeltà coniugale, sull'accoglienza della prole, sulla confessione, sulla preghiera.

Ci avevano detto, i soliti noti, che nel Duemila la religione sarebbe scomparsa. Ma era solo un -loro- augurio.

E tutto rivolto alla religione cattolica, l'unica di cui a certuni interessa la scomparsa. Dovrebbero rivolgersi allo psicologo. 0 magari all'esorcista. Si gridano "laici" e si impicciano di cattolicesimo che è un piacere. Insegnano al Papa quali dogmi vanno bene e quali no, quali Beati proclamare e quali no, quali voci ascoltare (le loro) e quali no.
Tutto il vangelo è percorso dal braccio di ferro tra Cristo e i farisei. Oggetto del contendere: che doveva far da maestro al popolo. Le cose continuano così, anche se sono passati duemila anni. Ma, ancora oggi, le pecore riconoscono "a naso" la voce del Buon Pastore, e solo Lui seguono. Malgrado tutto. Malgrado, cioè, la pressione spaventosa dei massmedia, il nuovo sinedrio degli ipocriti (pardon: dei politically correct), tutto quel che è accaduto dovrebbe costituire un severo monito per quei prelati che ancora credono nel "dialogo" con i maìtres à penser della stampa e della tivù. Si, hanno potere, potere mondano, ma sono vertici senza base, stanno assisi su piramidi che non esistono. Il "consenso" sta con Wojtyla, non con loro. Esattamente come, duemila anni fa, stava con Gesù e non con i "capi".
Quando, subito dopo le giornate romane, seicentomila di quei giovani si sono spostati al Meeeting ciellino di Rimini, dallo stupore livido e invidioso si è passati al furore. Già, perché al Meeting si fa cultura e qualche incursione nella politica. Apriti cielo. Finché i cattolici stanno ai piedi del Papa a pregare e inneggiare, tutto bene. Ma appena si azzardano ad aprire bocca per dire la loro....
Al Meeting è stato riletto il Risorgimento dal punto di vista dei vinti, cioè dei cattolici. E si è osato applaudire Berlusconi che si è presentato come campione di un tipico leitmotiv celino: "più società, meno stato".
Subito sono piombati due "avvertimenti" al Papa a firma di Scalfari e Montanelli. I due, su versanti apparentemente opposti, sono solidali nella "laicità". L'uno su Repubblica e l'altro sul Corsera (il giorno immediatamente successivo, segno che non si era accorto dell'editoriale dei predecessore) hanno lanciato al Papa lo stesso avviso: Wojtyla, i giovani di Tor Vergata non sono quelli di Rimini. Cioè: quelli ci piacciono questi no. Perché? Perché quelli se ne stanno rintanati in sacrestia; questi osano riscrivere la storia. E, soprattutto, non votare per chi diciamo noi.
Quest'accusa di voler riscrivere la storia è stata reiterata in occasione della beatificazione di Pio IX. Notare l'incongruenza: quegli stessi che litigano tra loro per riscrivere la storia del comunismo e del fascismo, che sanno perfettamente cosa significa dover subire la storia scritta dai vincitori, improvvisamente si trovano d'accordo nel voler impedire ai cattolici di fare la stessa cosa. I pontefici della "tolleranza" diventano stranamente intolleranti quando ad essere in discussione sono le loro idee. E, pur nemici, si ritrovano affratellati, come i sadducei e i farisei, quando si tratta di dare addosso a Cristo e ai suoi vicari. Il 3 settembre hanno plaudito a Giovanni XXIII ed insultato Pio IX. Dopo aver insultato Pio X e Pio XII . I "pii" non piacciono loro. L'unico che hanno tollerato è padre Pio, perché faceva miracoli e stava zitto. Curioso: a Pio XII rimproverano i "silenzi", a Pio IX e Pio X di aver parlato chiaramente. Ma anche Giovanni XXIII ebbe i suoi, di "silenzi". Quelli sulla Chiesa, appunto, "del silenzio". Su questo, però, altro silenzio.

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