Domenica, 16 Giugno 2024


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Spigolature

A proposito di…elezioni, terrorismo, movimenti no global, guerra e pace - (Famiglia e Società)

Ne è passata di acqua sotto i ponti da quando ho avuto il piacere di scambiare quattro chiacchiere con Voi! Che queste brevi riflessioni mi sembrano proprio conversazioni, pur se a senso unico. Anzi, se vogliamo renderle più divertenti, sono pronto ad accogliere le Vostre sollecitazioni che potete inoltrare in forma di lettere alla redazione: vediamo se ci riesce di fare una "posta del cuore"!

Ma torniamo all’attualità: l’acqua che è passata è composta da due importantissimi turni elettorali, dall’attentato alle Twin Towers e da quello che sta avvenendo in Afghanistan.

A cominciare dal primo, le elezioni nazionali hanno segnato, in Sicilia, un clamoroso 61 a 0 per il Polo sulle sinistre. Un cappotto totale proprio qui dove i sondaggi davano per incerto il risultato. In questa Provincia, dove i maggiori Enti locali e gran parte dei Comuni sono governati dal centro-sinistra, il Polo ha conquistato i due seggi alla Camera e quello del Senato.

Eppure, gli sconfitti siedono comunque in Parlamento. E se uno può dire di essere stato eletto perché la lista che ha rappresentato ha conseguito il quorum necessario per il seggio, l’altro non solo non può vantare la stessa cosa, ma ha anche avuto il coraggio di prendersela con il popolo che, secondo lui, non ha capito: io, al contrario, penso che la gente ha capito benissimo. Ma è risaputo che quando non sceglie come piace alle sinistre, il "popolo" è "bue"; piuttosto però colpisce il fatto che comincino a pensarla anche gli alleati dei compagni. Certo, chi pratica con lo zoppo….

Anche nelle successive elezioni regionali il risultato è stato senza equivoci: il Polo vince dappertutto e la sinistra arretra in tutta la Sicilia e nella Provincia di Caltanissetta, dove però suscita impressione il dato controtendenza di Gela. Sarà forse che, per la prima volta nella storia d’Italia, un candidato (di estrema sinistra ed ex Assessore) affronta una campagna con quei metodi assai dispendiosi che sempre ha criticato, gridando allo scandalo? E comunque, ancora una volta il verdetto popolare viene, in forza di una legge machiavellica, sconvolto: il Polo conquista un solo seggio e gli altri tre vanno all’opposizione! E siamo pure stati fortunati visto che potevamo anche perdere quasi tutta la nostra rappresentanza. Misteri dell’ingegneria istituzionale.

Se mettiamo insieme le conseguenze di tutt’e due le tornate elettorali, viene il sospetto che le leggi elettorali siano state studiate da chi sapeva di perdere per limitare i danni.

Ma io non me la prendo per questo: c’è l’ho con un sistema che mi obbliga a votare comunque un candidato Presidente, un sistema che prevede un "listino" i cui componenti sono di fatto "nominati" per diritto di non si sa chi, un sistema che non garantisce le Province minori, anzi le penalizza, un sistema che, col pretesto di garantire la "governabilità", può comportare un aumento smisurato del numero dei deputati, un sistema che assegna al vincente il 60% dei seggi anche quando ne conquista di più sul campo. Quando la smetteremo con simili bizantinismi per dare vita ad un confronto uninominale secco: chi vince vince (e prende tutto) chi perde perde (e resta a casa).

L’11 di settembre, a Manhattan, si è consumato un evento che ci ha fatto capire che nessuno può più ignorare le crisi anche se lontane migliaia di chilometri da casa: in questo mondo fatto di comunicazioni e di immagini, la cosa che più di ogni altra è stata "globalizzata" è purtroppo la guerra! Ma anche di fronte a fatti tanto sconvolgenti, la sinistra italiana riesce a far polemiche sulle singole parole, sui gesti, sugli atteggiamenti: smettiamola, una volta per tutte, per renderci conto che il pericolo è una cosa seria e per convincere gli americani che, dopo la caduta del blocco sovietico, a loro compete non solo il ruolo di "poliziotti", ma anche quello di "tutori" del Mondo nel quale sopravvivono sacche di pesante arretratezza e povertà, disagi civili e sociali e di ogni genere, e sperequazioni inaccettabili che esasperano gli animi. Usiamo la "globalizzazione" che alcuni, disordinatamente ed incivilmente, contestano per diffondere a tutti i benefici di quella civiltà tecnologica ed avanzata che dovrebbe caratterizzare questo millennio.

Poi, di fronte all’intervento armato nei covi del terrorismo, le solite (ed ignobili) pantomime: la marcia della pace di Assisi, progettata con uno spirito assai diverso, viene trasformata in una "passerella" per politici di vario colore ed usata dai no-global per riprendere (stavolta, per fortuna, in modo pacifico) le fila di una contestazione che era riuscita a disgustare tutti per il modo violento con la quale viene esercitata e per consentire a quel tale Casarini di rilanciare, dalle televisioni di Stato, i suoi farneticanti proclami. Tutti, in Italia e nel mondo credo, siamo per la pace, ma quale dialogo si può avviare con un pazzo scatenato che usa l’ingente patrimonio che gli deriva dal commercio del petrolio per aizzare l’oltranzismo e convincere dei disperati a gettarsi con l’aereo nel cuore delle città o a spargere pericolosissimi virus? "Si vis pacem, para bellum" dicevano i latini: se vuoi la pace, prepara la guerra, dolorosa si, ma necessaria!

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