Domenica, 16 Giugno 2024


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Per Bush la famiglia è cristiana

La politica sociale americana - (Famiglia e Società)

Ha tolto i fondi agli abortisti, sta sostenendo la cultura della vita, la lotta all’Aids e alla fame nel mondo. È per la sussidiarietà. Ma per Famiglia Cristiana è il diavolo.

Famiglia Cristiana ha svolto un referendum fra i suoi lettori che impone di scegliere fra George Bush e il Papa, cristallizzando così l’immagine del Presidente americano nel ruolo dell’anti-Wojtyla.

Ma, a parte la provocazione ammessa dalla stessa Fc, si possono contrapporre il capo della Chiesa cattolica e il presidente della super-potenza mondiale come se fossero due poli opposti? Dati alla mano, la risposta è no.

Fin dall’inizio, quando G. W. Bush si candidò alla presidenza fece un programma di avvicinamento ai cattolici che fece epoca, e gli valse un 10% in più dei voti cattolici di quanti ne aveva ricevuto il precedente candidato repubblicano, Robert Dole, nel 1996. In carica da due anni, Bush ha già avuto due udienze con Giovanni Paolo II e, a Roma, nel maggio scorso fu l’unico fra i 20 capi di Stato, radunati per sancire l’alleanza fra la Russia e la Nato, a chiedere di incontrarlo.

Ma il Presidente Usa ha anche atteso ai fatti e non solo alle apparenze. Le sue iniziative di politica sociale e di sostegno inflessibile alla sacralità della vita umana dimostrano sensibilità esplicita alle posizioni cattoliche.

Già in campagna elettorale aveva dato un sostegno cruciale al permanere della Santa Sede nel ruolo di Osservatore permanente all’Onu, ruolo duramente contestato dalle femministe che accusavano la Chiesa di aver indotto 6.000 madri, poi morte di parto, a rifiutare l’aborto. Bush si schierò in difesa della Chiesa e sfidò la Casa Bianca a fare altrettanto, il che forzò la mano di Clinton.

La cultura della vita.

Giunto alla Casa Bianca, Bush ribaltò subito le politiche abortiste del governo precedente, attirandosi le ire delle lobby femministe e delle organizzazioni internazionali per la pianificazione familiare.

La differenza si è vista subito dopo il suo insediamento: da un giorno all’altro gli Stati Uniti hanno smesso di collaborare con i sostenitori del controllo demografico (che in massima parte sono delegati dell’Unione europea), schierandosi contro le manipolazioni del linguaggio nei documenti Onu, fatte per legalizzare l’aborto in tutto il mondo.

Una dopo l’altra Bush ha rovesciato le iniziative contro la vita prese dal governo Clinton, il quale aveva invece avuto rapporti burrascosi con il papato, specie dopo la conferenza del Cairo del 1994, dove la Chiesa si era battuta contro le proposte abortiste mentre il governo degli Stati Uniti intensificava la campagna a loro sostegno. Chissà perché, dei rapporti di Clinton con il Vaticano, qui da noi, non è mai importato niente a nessuno.

George W. Bush ha preso la decisione di togliere i fondi all’Unfpa, il Fondo per la popolazione delle Nazioni Unite, quando le audizioni dell’apposita Commissione senatoriale hanno accertato che, contrariamente a quanto dichiarava, questa agenzia dell’Onu operava in zone della Cina dove si pratica l’aborto forzoso.

La nostra Europa ha dichiarato e messo in atto la volontà di sostituirsi agli Usa per garantire all’Unfpa, i fondi che le sono venuti a mancare. Ciononostante, nessuno ha dedicato la copertina alla contrapposizione fra il Papa e la Commissione europea, e sì che sull’aborto non ci sono sfumature teologiche.

Bush chiama il suo atteggiamento "cultura della vita", facendo esplicito riferimento alla terminologia usata dal Papa, cosa che da noi può sembrare scontata, ma che negli Usa non lo è, e in certi ambienti ostili ai cattolici può anche costare. Con queste parole ha firmato la legge "per la protezione del bambino nato vivo" e quella che dà alle donne incinte il diritto alle cure mediche gratuite.

Le cellule staminali.

Il Presidente è guidato dal principio dell’incrementalismo, basato su ciò che ha detto il Papa nell’Evangelium Vitae, cioè che è possibile votare a favore di una legge che limita il male, anche se non lo abolisce del tutto. Convintosi che la ricerca sulle cellule staminali dagli embrioni sia la più promettente per combattere malattie come il diabete e l’Alzheimer, Bush ha autorizzato il finanziamento di ricerche sulle cellule staminali già prelevate da embrioni, vietando però che se ne prelevino altre.

Nel contempo ha finanziato la ricerca soprattutto sulle cellule staminali dei cordoni ombelicali, degli adulti e degli animali.

Dead man walking.

Chi assegna a George Bush una posizione particolarmente dura sulla pena di morte non conosce la storia e la legislazione americana. È solo in anni recenti, infatti, grazie a film come Dead Man Walking e ad attivisti europei, che l’opinione pubblica americana a favore della pena di morte è scesa sotto il 70%. Ma questa è la proporzione, e finché sarà così nessun presidente la toglierà, nemmeno il popolare Clinton, il quale da governatore dell’Arkansas, in campagna elettorale, corse a casa per dimostrare al pubblico che non avrebbe dato la grazia a un condannato.

Sussidiarietà (ma non statale).

Nella politica interna Bush ha continuamente chiesto che la sussidiarietà fosse alla base della riforma del welfare e ha preferito finanziare le iniziative di organizzazioni comunitarie e basate sulla fede religiosa. Paradossalmente in questo caso sono gli stessi "correligionari" di Bush a opporsi ai finanziamenti statali. Libertari fin in fondo, secondo la vera tradizione americana, queste chiese e comunità temono che accettare denaro dal governo sia il primo passo verso una sudditanza al governo.

Lotta all’Aids.

Il Papa ha chiesto aiuto per combattere l’Aids, e Bush si è impegnato nel suo discorso sullo Stato dell’Unione 2003 ad aiutare i paesi più colpiti dell’Africa e dei Caraibi, in ognuno dei quali gli Stati Uniti lavoreranno con governi e gruppi privati, per istituire un sistema di diagnosi, prevenzione e cura, creando laboratori, pagando medici specializzati e infermieri per ancorare il sistema, e fornendo i medicinali antiretrovirali e le istruzioni per usarli. Con camion e moto gli infermieri e i guaritori locali arriveranno ai villaggi e alle fattorie più sperdute.

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