Domenica, 16 Giugno 2024


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Spigolature

Il potere mediatico - (Famiglia e Società)

Ci siamo incartati! O meglio: mi pare che la politica estera degli Stati Uniti si sia incartata e minaccia di coinvolgere i Paesi occidentali.

Dopo l’11 settembre, Bush ha scatenato un’offensiva a tutto campo contro il terrorismo e contro l’Iraq che di quel fenomeno è finanziatore e gestore. Nulla da dire, però questa sua volontà lo obbliga ad accettare che Israele faccia lo stesso con il terrorismo palestinese, anche se i metodi che usa l’esercito con la stella di David risultano tanto duri da sembrare, almeno a me, quasi feroci.

Per altro, se ci avete fatto caso, ormai quanto accade in Medio Oriente sembra meno importante, come capita a tutti gli eventi non mediatici. E nello stesso tempo, non potendo rischiare di aprire un altro fronte, consente ai nord coreani di riarmarsi persino col nucleare ed agli eserciti di India e Pakistan di ingaggiare continue scaramucce nel pericolo di trascendere in una vera e propria guerra che, in un’area così calda, non si sa dove potrebbe andare a finire!

E l’Europa che fa? Sta a guardare, anzi peggio, litiga in assenza di una voce autorevole capace di mettere d’accordo i contrapposti interessi. Quali interessi? A me non sembra proprio casuale che quella parte del Mondo sia la più ricca di petrolio e, conseguentemente, rappresenti già oggi il "supermercato" dell’energia e possa rappresentare domani il più grande mercato d’espansione per l’industria occidentale in crisi di vendita e non di produzione. Che possa riuscire il Papa? Speriamo di si, se ne avrà la forza!

Di fronte a problemi tanto seri, non ci si può meravigliare se tutti gli altri argomenti passano in seconda linea. A cominciare da quelli culturali che i media tirano fuori quando non trovano altro per riempirsi di contenuti.

Sono praticamente di giornata le polemiche relative al modo di leggere la storia, riprese ancor qualche settimana fa, nel corso di un convegno promosso da "Il Circolo". La storia, si è ribadito in quella sede, la scrivono i vincitori e, talvolta, anche a modo proprio; bisogna rileggerla, è la logica conseguenza, per scoprire eventuali "manipolazioni".

Non si può non essere d’accordo, ma occorre fare attenzione per non cadere nella più stupida delle trappole: la storia non va riscritta secondo un altro punto di vista, ma solo accertata per la veridicità dei fatti, altrimenti si commetterebbe lo stesso errore, sostituirebbero alle falsità degli uni quelle di altri. E questo non serve!

Certamente sarà compito della storia accertare, col distacco che deriva dal tempo, se la Magistratura di oggi è tutta indipendente o se, come sostiene qualcuno, una parte svolge un ruolo che non le compete. Personalmente, non ho problemi a dichiarare, che non mi sento cautelato dal modo di amministrare la giustizia che conosciamo in Italia.

E non penso ai processi di Berlusconi o di Andreotti, che quelli hanno modo e mezzi per difendersi, ma penso piuttosto al signor Rossi di Milano, o al napoletano signor Esposito o al catanese signor Saro Falsaperla che, se incappa per disgrazia nella rete dei Tribunali, se ne esce (e … se ne esce!) con le tasche e, perdonate l’allusione, con quello che c’è intorno, rotte dopo trent’anni.

Dicevo prima, che ciò che non è mediatico quasi non avviene; oggi, purtroppo, le cose accadono solo se lo dicono la televisione ed i giornali. E di questo sembrano accorgersi anche i politici, o meglio un certo tipo di politici, che, dopo aver navigato nell’anonimato per qualche anno, tentano con ogni mezzo di conquistare adesso gli onori della cronaca.

Da un po’ di settimane vedo il Presidente della Provincia ed i suoi Assessori, in primo luogo, ma anche parecchi esponenti della sinistra, presenti dappertutto: inaugurazioni, cerimonie di ogni genere, convegni, interventi anche impropri sulla stampa locale e quant’altro, tutto, insomma, pur di apparire. Certamente non può essere quella che si definisce comunemente "furia di capitano nuovo" e non è manco aria di primavera; penso piuttosto che sia aria di "smobilitazione" e cioè che alcuni sentano sul collo il fiato di una opposizione agguerrita ed attrezzata e sappiano di non aver conti molto rosei da presentare all’elettorato. Lasciamogli godere gli ultimi giorni di ribalta, visto che tra qualche mese non ne sentiremo più parlare. Per fortuna.

La navetta spaziale Columbia è esplosa a circa 60 chilometri da terra mentre tentava di rientrare: 7 le vittime, un equipaggio costituito da persone altamente qualificate ed estremamente selezionate. L’impressione che suscita una notizia del genere, ingigantita come al solito dal risalto che riceve sui media, è enorme.

Un altro tributo di vite umane al progresso delle scienza ed alla conquista dello spazio. Se però pensiamo che oggi lo spazio è per noi quella frontiera che fu per i navigatori del ‘500 l’America e pensiamo a quanti naufragi, quanti morti ammazzati da malattie sconosciute sull’uno e sull’altro fronte, a quello che ha significato la scoperta del Nuovo Mondo in termini di sacrificio umano, se pensiamo a tutto questo la tragedia dello shuttle può essere ridipinta in altro modo.

Certo, oggi la tecnologia ed i mezzi di cui disponiamo non possono nemmeno lontanamente essere paragonati alle insicure caravelle dell’epoca di Colombo e le nuove navi del cielo dovrebbero garantire livelli di sicurezza quasi assoluta. Per questo ci meravigliano simili incidenti, ma è anche per questo che le vittime sono sette!

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