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#dat #testamentobiologico: esame degli #emendamenti in aula

 

 

 

Resoconto stenografico dell'Assemblea. Seduta n. 774 di mercoledì 5 aprile 2017


 

 

 

 

 

PRESIDENTE: Passiamo all'emendamento 1.364 Marazziti.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Pagano. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO PAGANO. Presidente, facciamo il punto della situazione, come si suol dire, il riassunto delle puntate precedenti. Noi oggi siamo qui a discutere - e quindi stiamo facendo un dibattito secco - su due tesi che sono chiarissime. Da una parte, il fronte pro life, che dice: assolutamente questa è una legge eutanasica e, dall'altra parte, il fronte, che non è per niente pro life, qui alla parte opposta, che dice che, invece, è una legge normalissima, la più bella del mondo.

È esattamente il discrimine che esiste tra il politicamente corretto e quelli che non lo sono, solo che il politicamente corretto coincide con la falsità, è un modo gentile ed elegante per dire e per portare avanti un pensiero unico, che è quello che in questo caso coincide su questo argomento, che però non coincide con i fatti.

Come lo dobbiamo dimostrare, se per ogni argomento, se per ogni articolo, non facciamo altro che testimoniare in maniera concreta quello che è il punto di vista esattamente opposto, che è un punto di vista giuridico, sanitario, culturale e filosofico? Quindi, non mi vengano a dire dell'assenza di un Comitato dei nove, ove già abbiamo partecipato più volte con risultati che sono stati chiari ed esemplari.

Se ci fosse un processo democratico, certamente in questo momento saremmo lì a partecipare e a dire le nostre tesi, perché verrebbero accettate. Il caso contrario dimostra che il pensiero unico sta da quella parte.

 

PRESIDENTE: Passiamo agli identici emendamenti 1.227 Fucci e 1.350 Palmieri, con il parere contrario della Commissione.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pagano. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO PAGANO. Presidente, desidero fornire al dibattito un ulteriore contributo rispetto alle cose che sono state dette fino adesso: l'osservazione del reale, così come ci viene dal professore Calabrò - sottolineo professore, visto la professione che svolge -, i contributi di logica che sono venuti fuori dal dibattito di ieri e di stamani.

Adesso sommiamo qualche altro elemento. È appena uscita la nuova Carta degli operatori sanitari, Carta che rappresenta da sempre un punto riferimento etico fortissimo, trasversale oserei dire, per usare un termine moderno, che gli operatori della sanità, indipendentemente dalla provenienza culturale, hanno sempre visto come un elemento di riferimento. Leggo testualmente, anche alla luce di quello che è stato il voto segreto, che da un certo punto di vista ha visto delle coscienze risvegliarsi, ma ancora troppo poche riteniamo rispetto al tema di cui stiamo parlando.

Ebbene, al punto 152 (“Nutrizione e idratazione”), la nuova Carta degli operatori sanitari del Pontificio consiglio degli operatori sanitari per la pastorale della salute - faccio riferimento per tutto questo a fonti autorevoli del campo scientifico, che si richiamano anche alla dottrina sociale della Chiesa e, in particolare, a Giovanni Paolo II -, si legge testualmente: “La nutrizione e l'idratazione, anche artificialmente somministrate, rientrano tra le cure di base dovute al morente. La loro sospensione non giustifica, perché può avere il significato di un vero e proprio atto eutanasico”.

Ancora, virgolettato: “La somministrazione di cibo e acqua, anche per vie artificiali, è in linea di principio un mezzo ordinario e proporzionato di conservazione della vita. Esso è, quindi, obbligatorio nella misura in cui e fino a quando dimostra di raggiungere la sua finalità propria che consiste nel procurare idratazione e nutrimento del paziente. In tal modo si evitano le sofferenze e la morte dovute alla disidratazione e alla inanizione”.

Presidente, il virgolettato viene fuori non solo perché c'è una antica, corposa e rinnovata dottrina che viene sempre proposta da un punto di vista sociale e naturale, ma si rifà anche a testi scientifici. Parola più, parola meno, è esattamente quello che dice Henderson, che qui, tra i tanti medici che evidentemente ci sono in Aula, è la Bibbia della clinica medica, della patologia medica, quella che da sempre gli studenti medicina usano in Italia sostanzialmente dagli anni Settanta in poi.

Allora, io dico: se l'esperienza scientifica, se l'esperienza etica, se l'esperienza culturale - quella che si rifà al diritto naturale, ma anche quella che viene fuori dalla logica - sono universali nell'affermare quello che abbiamo appena detto, perché il Partito Democratico si ostina ad andare in questa direzione?

 Io posso capirlo per il MoVimento 5 Stelle, perché il MoVimento 5 stelle si sta caratterizzando sempre più come un momento pauperista da un punto di vista economico, giustizialista da un punto di vista della giustizia; ha una visione atea e lo dichiarano abbondantemente; in questo provvedimento sono sicuramente in una logica contro la cultura della vita: sono coerenti e lo dichiarano e sono frutto anche di ammirazione da questo punto di vista. Ma quello che è incomprensibile o, meglio, è comprensibile, perché rientra all'interno della logica del relativismo etico, è la posizione di - lo dico tra virgolette - ipocrita, politicamente corretta, come dicono loro, che viene fuori dal Partito Democratico, che non si può ammantare di essere oggi la nuova Democrazia Cristiana, stare al centro di tutto e di tutti e prendere consensi da una parte e dall'altra. Non rientra in questa logica, non può rientrare perlomeno su questi temi.

Ecco perché siamo sconcertati dal comportamento politico che viene tenuto. Lo dicano in maniera chiara che questa è un'eutanasia, lo dichiarino in maniera pubblica, ma la finiscano di nascondersi dietro un dito: la foglia di fico non esiste.

L'altro giorno è stata citata da parte della relatrice una fonte, che è quella del professore D'Agostino che su Avvenire, sostanzialmente, ha dichiarato che questa non è una legge eutanasica. A parte che quell'intervento va letto all'interno di un regolamento di conti interno all'ambito dell'Unione giuristi cattolici italiani e che, certamente, forse, c'è stata la poca avvedutezza da parte del quotidiano dei vescovi di non mettere anche, nello stesso momento, una tesi di tipo opposto; l'ha fatto nei giorni successivi.

Io ritengo che questa non può essere una giustificazione: non può venire all'interno di una logica per cui siccome l'ha detto D'Agostino, noi siamo a posto e non è eutanasia.

È una legge eutanasica: le fonti sono tutte contrarie a voi e quello che vi vogliamo dire è che vi stiamo stanando in questo, perché il dibattito sta andando in questa direzione e tutto il Paese ormai se ne sta rendendo conto, che si scrive “disposizioni anticipate di trattamento”, ma si legge “eutanasia”. E da questo punto di vista, nessuno potrà mai convincere non tanto noi, ma gli osservatori neutrali che in tal senso, in un senso o nell'altro, stanno andando a comprendere il fenomeno.

PRESIDENTE: Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.229 Pagano, contraria la Commissione.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Pagano. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO PAGANO. Ancora una volta, Presidente, il festival dell'ovvietà, perché quello che noi andiamo a sottolineare con questo emendamento, se l'avessi presentato due legislature fa, una legislatura fa, probabilmente mi avrebbero preso per un pazzo, per una cosa banale.

E invece noi abbiamo il dovere di ribadire le ovvietà, perché questo è il periodo in cui le ovvietà diventano utopia e chissà come andrà a finire, finendo così le cose. La cultura della vita, ormai, va difesa con le unghie a qualsiasi livello, un cagnolino ucciso fa notizia, un uomo, tra un po', non la farà più. Che cosa dice concretamente, questo emendamento? Che i trattamenti sanitari - questa è chiaramente un'aggiunta - di ventilazione, alimentazione, idratazione, in qualsiasi modalità praticata e disponibile, sono obbligatori in qualsiasi situazione clinica, se tutto ciò, ovviamente, può determinare la morte del paziente.

Il festival dell'ovvietà. Allora, siccome è il festival dell'ovvietà e cioè che in caso di morte del paziente questi trattamenti risultano assolutamente necessari e indispensabili, chiediamo all'Assemblea di pronunciarsi per evitare che qualche giudice, domani, possa utilizzare l'ambiguità della formula in maniera assolutamente personale.

PRESIDENTE. Salutiamo gli studenti e gli insegnanti dell'istituto comprensivo Francesco Torraca di Matera, che assistono ai nostri lavori dalla tribuna (Applausi). Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.351 Palmieri.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Pagano. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO PAGANO. Presidente, a titolo personale e per rispondere a un po' di colleghi.

Ma c'è veramente l'imbarazzo della scelta, per cui, onorevole Sannicandro, anche a nome della nostra proverbiale simpatia, rimando al prossimo intervento una risposta. Però, ora mi devo concentrare sicuramente sull'intervento dell'onorevole Mantero, perché quando richiama l'articolo 13 sulla inviolabilità della sfera individuale, da un punto di vista quindi anche della salute corporea, commette un errore grossolano - lo dico con grande rispetto -, perché cosa c'entra tutto questo? È stato specificato - ripeto, andate a leggere i lavori preparatori dell'articolo 13 dei nostri padri costituenti - che non c'entra assolutamente niente tutto questo. Ma aggiungasi un altro particolare.

Recentemente il think tank più importante da un punto di vista dei giuristi italiani, quelli del Centro Livatino, che fra l'altro comprende due giudici emeriti della Corte costituzionale, decine e decine di giudici di tribunali dei minori e dei tribunali ordinari, i più famosi avvocati e professori di diritto ordinario del nostro Paese, si è pronunciato in maniera chiara che la fattispecie non è quella dell'articolo 13, ma è quella dell'articolo 32 e precisamente il comma 1.

Lo ricordo ancora una volta: “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività”. L'interesse della collettività non è da meno rispetto alla tutela del singolo individuo.

PRESIDENTE: Siamo all'emendamento Menorello 1.231

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Pagano. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO PAGANO: Presidente, devo per forza di cose stigmatizzare le parole dell'onorevole Sannicandro.

 Lo stimo, penso che abbiamo un buon rapporto, però mi pare che su questo tipo di interventi stia prendendo lucciole per lanterne, il minimo è questo. La sommatoria di cose dette non rientra assolutamente in nessuna delle fattispecie che stiamo prendendo in esame, e ritengo che il fatto stesso che mi continui a dire - a proposito della citazione precedente - che acqua e cibo artificiali sono cure, beh è una cosa assolutamente non vera, l'abbiamo spiegato, anche l'onorevole Fedriga l'ha spiegato.

Ma adesso tolgo ogni tipo di problema, onorevole Sannicandro, perché questo emendamento fa sorgere immediatamente il sole e dice in maniera molto chiara quello che vogliamo intendere, che è esattamente il contrario di quello che dice lei. Lo sto per sillabare bene, in maniera tale che si eviti anche ogni tipo di fraintendimento: la nutrizione e l'idratazione, anche artificialmente somministrate, rientrano tra le cure non terapeutiche di base dovute al paziente, anche se morente, eccetera eccetera.

Allora mi auguro che stavolta non prenda più lucciole per lanterne, ma prenda lanterne, al prossimo intervento.

PRESIDENTE: Passiamo alla votazione degli identici emendamenti 1.232 Marguerettaz, 1.234 Palmieri, 1.235 Calabrò, 1.236 Fucci e 1.237 Pagano.

ALESSANDRO PAGANO: Presidente, devo per forza di cose richiamare, grazie alla possibilità che mi offre il mio emendamento, l'intervento che è venuto poco fa da parte dell'onorevole Corsaro, che rispetto profondamente e con cui ho la possibilità di condividere la stragrande maggioranza delle battaglie ma certamente non questa.

Lo dico all'interno del mio intervento personale non tanto e non solo perché ovviamente esprime la sua posizione, ma perché è un pensiero diffuso e, cioè, il fatto che si dica: “rispettate - vado virgolettato e per tweet, visto che sono all'interno del mio minuto - la disperazione gli uomini, disperate chi è lasciato solo e chi è psicologicamente in difficoltà”.

Ebbene, questo è il sentore che c'è un po' in giro - non solo qui - e che è tipico del pensiero debole, ma non è così. Non è così per un semplice motivo: perché il 65 per cento dei cittadini svedesi vive da solo, cioè in solitudine assoluta e in disperazione ed è incapace di avere una vita sociale. Ebbene, qual è il Paese col più alto più tasso di suicidio? Rispondete voi.

Un'altra cosa. L'Italia non negli ultimi anni…

PRESIDENTE: Passiamo all'emendamento 1.372 Amato

ALESSANDRO PAGANO: Presidente, peccato avere poco tempo, però precisiamo che ci sono molte cose sull'emendamento 3.72 Amato che, ovviamente, non ci convincono.

Per fare questo, schematicamente, citerò le linee guida SINPE per la nutrizione artificiale ed enterale, che in Commissione sono state riprese dall'onorevole Amato. Secondo le linee guida, la prima indicazione alla nutrizione artificiale è in assoluto dare vita e qualità della vita a chiunque in fase acuta o cronica risulti impossibilitato ad alimentarsi in modo completo e congruo per bocca.

Allora, esattamente la fonte da cui è stato ispirato questo emendamento dice e afferma esattamente il contrario di quanto detto dall'onorevole Amato. Non è finita: sempre a proposito degli elementi essenziali su cui si muove la SINPE, leggo testualmente che il calcolo dei fabbisogni nutrizionali è strettamente dipendente da cinque fattori, Presidente.

PRESIDENTE:Passiamo alla votazione dell'emendamento Palmieri 1.261.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Pagano. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO PAGANO: Presidente, questo emendamento si collega a quello Abrignani di poco fa.

Io devo svolgere una premessa di ordine politico, perché come è noto il nostro gruppo, la Lega, è stato per niente indulgente nei confronti del Partito Democratico, perché lo accusiamo dal primo giorno, dal primo istante di volere, nel nome del politicamente corretto, una legge sull'eutanasia altrimenti chiamata.

Bene. Paradossalmente abbiamo detto che i 5 Stelle, e SEL naturalmente, erano anche coerenti rispetto all'impalcatura complessiva, perché almeno non hanno mai negato tutto questo. Però, con questo emendamento, io ho l'occasione, l'opportunità anche per mostrare non la mia sorpresa, ma molto di più: noi siamo tutti basiti, perché l'emendamento Abrignani - che ripeto, in parte si collega a questo - è la prova concreta di un minimo di attenzione all'umano. Se SEL e Cinque Stelle votano come hanno votato ci sta eccome, ma che non abbiano nessuna sensibilità da un punto vista umano, è non sorprendente, di più.

Lo dico con grande chiarezza: le suppliche dei malati molto gravi, che talvolta invocano la morte, non devono essere intese come espressione di una vera e propria richiesta di eutanasia. Questo non lo dico io, lo dice Umberto Veronesi. Non è mai accaduto che ci sia stato un malato grave che abbia chiesto di morire se non quando ci sono assenze di famiglie oppure assistenze varie che vengono meno. Infatti, quasi sempre, questa è l'esperienza che ci dice l'osservazione reale, praticamente loro chiedono aiuto e affetto.

Oltre alle cure mediche quindi l'ammalato ha bisogno di amore, di calore umano, forse oserei dire - loro non ci crederanno - anche di soprannaturale; ovviamente i malati hanno bisogno di essere circondati. Quando c'è l'assenza di questo, quando ci sono i figli che mancano, i genitori, è ovvio che si sentano spaesati, distrutti, e da un certo punto di vista non vedono l'ora di farla finita. L'ammalato quindi che si sente circondato da presenza amorevole, umana e altro, non cade nella depressione, nell'angoscia, di chi invece si sente abbandonato al suo destino di sofferenza e di morte e quindi chiede una fine.

È per questo che l'eutanasia è una sconfitta, cari colleghi, di chi la teorizza, la decide, la pratica, a maggior ragione nel modo con cui avete votato, perché questi due gruppi oggi sono andati oltre con l'emendamento precedente. Ecco perché riteniamo, senz'ombra di dubbio, che tutta questa impostazione vada rivisitata. Vi preannunciamo che quello che stiamo dicendo, lo diremo al Paese con conferenze, con convegni, andando in televisione, spiegandolo a tutti i livelli e naturalmente ci aspettiamo che questo dibattito, con cui finalmente abbiamo svelato la vostra vera natura, nelle sedi più opportune istituzionali, in questo caso al Senato, verrà ribadito in maniera chiara e con ben altri numeri, ben altri equilibri, ben altri Regolamenti.

PRESIDENTE: Emendamento 1.206 Gigli, parere favorevole. Emendamento 1.369 Silvia Giordano, favorevole riformulato. Sugli emendamenti 1.209 Piccione, 1.211 Pagano e 1.213 Palmieri, invito al ritiro.

ALESSANDRO PAGANO .chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO PAGANO. Di quello riformulato è possibile avere una copia?

Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.303 Gigli con il parere contrario della Commissione e favorevole del relatore di minoranza.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Pagano. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO PAGANO. Presidente, io provo a immaginare anche oltre rispetto a questo ragionamento assolutamente logico e consequenziale dell'onorevole Fedriga.

Proviamo a immaginare quando, tra qualche comma, troveremo la figura del fiduciario, che potrà, in nome e per conto, decidere di quel malato, di quel paziente, di quel privato. E qui ci sono anche degli aspetti inquietanti che sono collegati esattamente a questo articolo, visto che c'è un'esenzione del medico. Ora, io non voglio fare discorsi sospetti oppure immaginare film alla Alfred Hitchcock, però questo potrebbe accadere.

Con questo emendamento e con quest'articolo tutte queste fattispecie le state sostanzialmente prevedendo e, anzi, culturalmente le state stimolando.

PRESIDENTE : Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.366 Palmieri sul quale il parere della Commissione è contrario, mentre il parere del relatore di minoranza è favorevole.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Pagano. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO PAGANO. In verità mi dovrei riallacciare all'emendamento a proposito dell'obiezione di coscienza quando, poco fa, sono arrivato fuori tempo massimo e, da questo punto di vista, era forse indispensabile e sarebbe stato molto gradito un intervento se avessi avuto la possibilità di parlarne in quell'occasione.

Lo dico non per stigmatizzare ma per dire che altre volte era accaduto che fosse stata più generosa nei confronti di altri. Dunque il ragionamento che mi permetto di fare è che mai come in questa occasione dobbiamo assolutamente richiamare la necessità dell'obiezione di coscienza, che è sostanzialmente vietata dal testo unificato, che durante la discussione in Commissione è stata assolutamente negata e che, come è stato visto anche nell'emendamento poc'anzi a prima firma Fucci, è stata negata altrettanto anche da quest'Aula.

Ora non vorrei ricordare a ciascuno che cosa significa l'obiezione di coscienza perché, al di là del fatto che ci sono delle chiare tendenze da parte della cultura dominante, il cosiddetto pensiero unico, a voler imporre sempre e dovunque quelle che sono le caratteristiche fondanti del vostro credo - parlo da un punto di vista filosofico e culturale prima ancora che politico - è un dato di fatto che la libertà dell'uomo passa anche attraverso la libertà di coscienza che oggi sempre più viene negata. Dalla parte vostra - lo dico anche a vantaggio del Paese e di chi ci sta ascoltando - è evidente che ormai ci sono tendenze che vanno in questa direzione: la regione Lazio, per esempio, ha previsto dei concorsi per ginecologi che proprio espressamente proibiscano l'obiezione di coscienza.

La stessa cosa è successa in materia di unioni civili, e la stessa cosa sta succedendo anche in questa delicatissima materia.

Orbene, il dato è negativo per due ordini motivi. Primo, di ordine civile, perché è chiaro che un diritto negato oggi si può riverberare contro di noi sempre e comunque: non è che abbiamo bisogno di avere la palla di vetro per capire che questo è un diritto che a cascata farà venire meno tante altre cose. Ma io ritengo che nel caso specifico ci sia un elemento che non deve essere assolutamente dimenticato, e cioè quello che dice la Carta costituzionale: quando dice a proposito della vita, articolo 32, che più volte è stato richiamato a sproposito, ma che qui invece ha un senso richiamare, che la vita in quanto tale è bene non soltanto individualmente parlando forte, indispensabile, necessariamente da tutelare, e questo lo capiscono tutti… Oddio, veramente dopo questa legge un po' meno! Ma che poi è anche un bene collettivo: quindi significa che attiene ad una valenza, ad un aspetto che ovviamente è complessivo.

Il fatto stesso che io possa avere anche delle remore ad intervenire in tal senso, a proposito di una legge nefasta, negativa, certamente non consona rispetto alla mia coscienza, la dice lunga sul carattere totalitario di questo provvedimento, che ancora una volta rimarco perché non ce lo dobbiamo dimenticare mai, è un'eutanasia sotto mentite spoglie.

PRESIDENTE: Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.341 Gigli, con il parere contrario della Commissione e favorevole del relatore di minoranza

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Pagano. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO PAGANO. Presidente, mi devo accodare all'accorato ragionamento fatto testé dall'onorevole Gigli, perché effettivamente questo emendamento potrebbe sanare l'errore del precedente che un po' mi sorprende, ad essere sincero, perché quando c'è un emendamento della Commissione significa che è stato elaborato collettivamente e addirittura prodotto con una ratio.

Qui l'unica ratio che invece si riesce a comprendere è che le strutture tutte, quindi non soltanto le aziende, ma anche le singole strutture private purché convenzionate, cattoliche piuttosto che laiche, saranno obbligate a questa legge eutanasica. Io penso che ci saranno i giornali, mi viene in testa Avvenire, il primo, che dovranno per forza essere attenti a questo argomento, perché altrimenti non si riesce a comprendere che poi tutti fanno l'ecumenismo, tutti si ammantano di buonismo, tutti citano D'Agostino dentro la testata di Avvenire, però poi c'è una disattenzione globale su quest'argomento. Io penso che sia il caso proprio di ribadirlo, Presidente, non soltanto in questa sede, ma anche attraverso comunicati stampa su cui spiegheremo bene la natura di questi emendamenti

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