Lunedì, 17 Giugno 2024


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LA DESTABILIZZAZIONE UMANITARIA

 

 

 

 

 

Nell’Africa sub sahariana operano, come ho già avuto modo di raccontarvi in passato, una serie di organizzazioni non governative occidentali, controllate da gruppi di potere economico-politico riconducibili a personaggi del calibro di Hillary Clinton e Barak Obama e finanziate da società partecipate da magnati sedicenti filantropi tipo George Soros o Bill Gates e da loro fondazioni costituite ad hoc come Open Society e Bill &Melinda Gates Foundation.


 

 

 

Queste ONG agiscono con il preciso obiettivo di indurre i governi delle singole nazioni ad accettare aiuti economici finalizzati alla costruzione di infrastrutture come autostrade, ospedali, ferrovie, porti, aeroporti, sistemi fognari adeguati non solo contro la concessione di licenze pluridecennali per l’estrazione di materie prime da giacimenti di cui quelle zone sono ricche, ma anche a condizione che questi accettino di recepire nei propri ordinamenti giuridici normative che prevedano l’introduzione di radicali programmi di sterilizzazione di massa, legalizzazione dell’aborto e contraccezione mascherati da benéfici progetti di salute riproduttiva delle donne, propagandati prima e attuati poi dalle potentissime lobby delle multinazionali farmaceutiche.

Questo fenomeno è noto come colonizzazione ideologica che tante volte anche Papa Francesco ha denunciato.

Con la potenza del danaro e la lusinga di uno stile di vita di tipo occidentale, questi apparati entrano con prepotenza in quegli Stati per imporre un modello culturale in antitesi rispetto alla cultura, alle tradizioni e anche alla fede di quei popoli, devastando nel giro qualche decennio il tessuto sociale e umano di quelle nazioni.

Nei mari dell’Africa mediterranea agiscono invece altre ONG. Anche queste sono ammantate del velo della filantropia umanitaria. Il loro compito specifico di agevolare l’emigrazione di massa dai paesi africani, recuperando in mare, con navi attrezzate come l’#Aquarius, i migranti entrati nella disumana filiera del traffico di esseri umani.

Ormai comincia a essere chiaro a tutti lo stretto legame esistente tra scafisti e ONG, tanto è vero che qualche procura italiana ha aperto già da tempo dei fascicoli di indagine.

Le loro navi, col tempismo perfetto e miracoloso di quella particolare operatività che viene chiamata in gergo “pull factor”, si avvicinano alle coste libiche senza prima essere state allertate come se sapessero già in via preventiva dove si verificherà il naufragio dei migranti ammassati su grandi gommoni “one way” di fabbricazione cinese.

Una volta recuperati, l’obiettivo delle ONG è portarli sulle coste italiane dove, come ultima tappa del loro percorso da polli in batteria che dai loro villaggi di origine li “deve” portare in Italia, vengono stipati in condizioni inumane nei centri di accoglienza e dove “devono” ancora fruttare tanti soldi alle cooperative che li gestiscono, pochissimo rimanendo nelle loro tasche dei 35 euro al giorno che lo Stato riconosce ai gestori.

Nessuno dovrà sorprendersi quando verrà finalmente alla luce che anche queste ONG sono partecipate e finanziate dagli stessi magnati e dalle loro fondazione che agiscono nell’Africa sub sahariana.

Un unico, gigantesco progetto di destabilizzazione di intere aree del pianeta allo scopo di continuare a far prosperare lo stesso centro di potere che persegue il dominio e il controllo di popoli e nazioni.

I fili sono tanti, i burattinai sono sempre gli stessi.

 

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