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La tutela del contribuente nel procedimento e nel processo tributario

La tutela del contribuente nel procedimento e nel processo tributario

(Convegno organizzato da: Provincia Regionale di Agrigento; Associazione Magistrati Tributari; Osservatorio della Giustizia Tributaria)

Fra gli intervenuti: Prof. Adriano Di Pietro (Ordinario di Diritto Tributario Università di Bologna); Prof. Franco Gallo (Ordinario di Diritto Tributario Università LUISS Roma; già Ministro delle Finanze); Prof. Salvatore Sammartino (Ordinario di Diritto Tributario Università di Palermo); Prof. Roberto Pignatone (Professore associato di Diritto Tributario Università di Palermo); Prof. Andrea Colli Vignarelli (Professore associato di Diritto Tributario Università di Messina); Prof. Angelo Cuva (Docente di Scienze delle Finanze Università di Palermo); Prof. Andrea Parlato (Ordinario di Diritto Finanziario Università di Palermo); Dott. Carlo Bruccoleri (Presidente Tribunale Bolzano).

Relazione dell’On.le Alessandro Pagano – Assessore Regionale al Bilancio e Finanze

Volendo sviluppare alcune considerazioni circa le prospettive del sistema tributario non possiamo non soffermarci su alcuni punti, partendo anche dal fatto che essendo in Sicilia, l’aspetto tributario coinvolge la Regione come parte attiva del fenomeno in maniera assolutamente unica rispetto al resto d’Italia.

Solo nella nostra terra infatti gli aspetti organizzatori della riscossione, che nel resto del paese sono gestiti dallo Stato – oggi attraverso le Agenzie -, competono formalmente alla Regione che può intervenire in materia. Ed in una Regione schiacciata da un contesto sociale-economico certamente pieno di contraddizioni l’attività finanziaria dello Stato, intesa quale attività di prelievo e spesa, assume una valenza ancor più importante.

"Non vi è possibilità di un ordinamento democratico – diceva Vanoni – senza un ordinamento tributario serio e ordinato".

In un sistema fondato sulla proprietà privata, sulla libertà economica e politica il problema fiscale non è solo tecnico o economico ma anche morale e quindi politico. Il dovere fiscale così è un dovere di solidarietà che deve fondarsi sul rapporto di fiducia e di collaborazione tra Amministrazione e Contribuente.

Pensare di risolvere il problema dell’evasione solo con pene severe è pura utopia.

L’imposta deve essere sopportabile, non deve scoraggiare la produzione del reddito e non deve diventare la causa tecnica dell’evasione.

A fronte di questi principi sicuramente è necessario ricercare una Amministrazione finanziaria efficiente che sappia provocare il consenso dei contribuenti sulla base di un rapporto fluido dove la tutela del contribuente nel procedimento e nel processo tributario costituisce parte fondante dell’intero rapporto di convivenza sociale.

Gli incassi tributari in Sicilia nel 2003 si sono attestati su un + 13,265 rispetto all’anno precedente con un gettito di quasi 9 miliardi di euro, nonostante la debolezza del ciclo economico al netto del condono l’incremento degli incassi si attesta su un + 6,86 per un totale complessivo di 8 miliardi e mezzo di euro.

In questo senso questo Governo regionale ha attivato con riferimento al sistema finanziario Sicilia una serie di iniziative che avevano l'obiettivo di contribuire a determinare una situazione organizzatoria sul territorio più funzionale ed efficace:

  • stipula di protocolli con le Agenzie delle Entrate e del Territorio per consentire alla Regione di controllare l'operatività degli Uffici Finanziari nella gestione dei procedimenti tributari anche ai fini della resa effettiva della loro azione in termini di maggior gettito scaturente dall'attività di liquidazione ed accertamento nonché dall'attività di riscossione attraverso ruolo;
  • l’emanazione dell’art. 2 della L.R. n. 2/2002 che ha consentito l’allineamento in tempo reale con l'Anagrafe Tributaria e con il Concessionario dei dati dei cittadini posseduti dai Comuni. Ciò ha consentito un’accelerazione delle procedure di riscossione ma nel contempo ha permesso al cittadino di essere destinatario di richieste di pagamento meno "sporche" rispetto al passato (si è passati da una percentuale di più del 40% di anagrafiche sbagliate ad un più contenuto 6%), dando quindi la possibilità al contribuente di difendersi in tempi più brevi nel caso di richieste non dovute;
  • l’approvazione dell'art. 4 della L.R. n.4/2003 che ha consentito in materia di tributi propri regionali, in armonia con il percorso iniziato dall' Amministrazione Regionale di semplificazione amministrativa, l’istituzione dell’anagrafe dei contribuenti soggetti al pagamento di una qualsiasi tassa di concessione governativa regionale in modo da notificare direttamente al domicilio del contribuente il bollettino di pagamento precompilato.

Ma le sfide future per quanto attiene le politiche fiscali si giocheranno anche su altri due temi:

  • le Politiche di Agevolazioni Fìsca1i ed il Federalismo Fiscale.

Sono temi che vedranno la Sicilia impegnata in un confronto forte sia con lo Stato che con la Comunità Europea.

Confronto che parte dalla necessità di recuperare un ritardo nei principi e nella legislazione che ha visto la Sicilia assente fino ad oggi sia nell'adozione di misure agevolative dirette a favorire la ripresa dell'economia sia nell'individuazione di cespiti di entrate fiscali regionali.

Le norme con le quali nella Legge Finanziaria 2004 abbiamo definito la Zona Franca Finanziaria e le Agevolazioni IRAP per gli imprenditori, incontreranno sicuramente la resistenza degli organi Comunitari ma, partendo dallo Statuto Siciliano si deve tentare di far riaprire i giochi in Europa sulla politica agevolativa delle aree depresse, considerando anche la prossima immissione nel mercato di paesi dell'est con sistemi fiscali e contributivi più competitivi.

Un altro punto di riflessione è costituito dall'impossibilità di esercitare una reale autonomia tributaria che nell'attuale fase di carenza di risorse e di riforme degli assetti finanziari dello Stato assume importanza rilevante. Oggi il sistema tributario statale copre tutta la tassazione esaurendo di fatto le basi imponibili. Il federalismo fiscale nel configurare un sistema in grado di alimentare le proprie finanze anche con la leva fiscale locale pone un problema di compatibilità dei prelievi tributari che non hanno un contesto economico in grado di garantire, in via ordinaria, le necessarie risorse. Come si potrà intervenire con risorse aggiuntive prodotte dal territorio per soddisfare la domanda di beni e servizi?

Infine una considerazione: è giusta la tassazione degli enti minori perché così il contribuente sa, come e dove vengono spese le proprie tasse.

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