Domenica, 12 Maggio 2024


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Le politiche immigratorie del Governo Prodi

 LETTERA APERTA

LE POLITICHE IMMIGRATORIE DEL GOVERNO PRODI

Qualche settimana fa, dovendo partecipare ad un convegno internazionale, a Palermo presso il Palazzo Municipale, un gruppo di manifestanti bloccò l’ingresso alla sala per quasi due ore.

I contestatori erano circa 30 e chiedevano case popolari.

Notevole fu la sorpresa quando dialogando con loro, nel vano tentativo di convincerli a farmi passare, scoprii che i richiedenti le case erano non più di 7/8 e gli altri 20 erano militanti di partiti dell’estrema sinistra.

La domanda che mi sono posto fu: ma dove erano i veri e legittimi soggetti bisognosi? A dire la verità in quelle circostanze i militanti della sinistra estrema sembravano anche un pò patetici tant’è che si mimetizzarono da "senza casa" e non si manifestarono pubblicamente per ciò che erano.

Erano giovani e nessuno di loro (ma evidentemente gli era stato raccontato), aveva vissuto il post-68. Nessuno di loro stante la loro giovane età aveva vissuto l’eccitazione che la sinistra aveva provato, quando in quel periodo, in ogni piazza italiana decine di "agit-prop" guidarono il proletariato dell’epoca.

Dico questo perché non bisogna essere grandi politologi per capire che i neo-comunisti vogliono e stanno preparando "a tavolino" una nuova lotta di classe. E visto che non ci sono più proletari, ne vogliono costruire altri al fine di fomentare disordini e gestire poi le piazze.

Oggi i nuovi proletari si chiamano immigrati (più o meno clandestini). Immigrati fra l’altro pronti a diventare a breve anche elettori, in vista della loro prossima cittadinanza italiana a seguito della modifica legislativa voluta da Prodi.

Ecco perché questa sinistra sostiene che chiunque può entrare liberamente in Italia senza permesso e senza regole e contesta gli strumenti, come i CPT, Centri di Permanenza Temporanea, che servono a identificare il clandestino e a riaccompagnarlo nei Paesi di origine.

Come tutti ma dico tutti, hanno capito Prodi è sempre più ostaggio dei ricatti della sinistra radicale che, come al solito, alza la voce per ottenere tutto ciò che è possibile.

Dai dati a disposizione si ricava che i clandestini entravano in Italia per mare anche durante i 5 anni del Governo Berlusconi ma in quantità inferiore rispetto agli anni precedenti e che, una volta entrati, venivano espulsi in modo effettivo, erano cioè riaccompagnati nel loro Paese di origine.

Negli ultimi 6 mesi, invece, gli sbarchi sono cresciuti e le espulsioni effettive si sono drasticamente ridotte. Tutto ciò non è casuale.

Dallo scorso maggio il nostro Esecutivo, unico nell’UE, si è segnalato per aver fatto entrare chiunque, per aver realizzato una sanatoria di fatto, per non aver espulso nessuno e, con l’indulto ha scarcerato ben 8.000 extracomunitari colpevoli di reati gravi a cui il governo ha consegnato il foglio di via senza controllare che venissero riportati nella loro terra di origine.

L’attuale Governo invoca la chiusura dei CPT e nell’attesa sta progressivamente smantellando la legge "Fini Bossi". All’inizio ha sospeso le espulsioni forzate, poi ha permesso ai parenti fino al 4° grado degli immigrati insediatisi in Italia di ricongiungersi ai loro cari (immaginate il numero, saranno vere e proprie tribù). Infine ha consentito il 21 settembre scorso importanti modifiche che rendono ulteriormente permissivo il diritto di asilo politico, in particolare tutti coloro che si dichiarano perseguitati in patria per la loro tendenza sessuale potranno rifugiarsi da noi. Nello specifico la condizione di "discriminato per omosessualità" diventerà una di quelle che danno diritto ad ottenere asilo politico.

Con queste norme immigrati clandestini o irregolari si fingeranno "discriminati" per poter ottenere automaticamente il diritto di essere non solo accolti ma anche tutelati come rifugiati politici.

Pur di realizzare questa polveriera umana che prima o poi esploderà come è esplosa a Parigi un anno fa, cosa fa Prodi? Lui che si dichiara europeista convinto contraddice le indicazioni dell’Unione Europea e va in direzione opposta a quanto stanno attuando molti altri Paesi, tra cui Germania, Francia, Spagna, Olanda, Danimarca, varando misure che hanno già avuto l’effetto di attirare sull’Italia una nuova ondata di clandestini.

Nei cinque anni di Governo Berlusconi la politica di contrasto all’immigrazione clandestina si è basata su alcuni principi fondamentali: la collaborazione con i Paesi d’origini mediante accordi bilaterali; il collegamento di un lavoro certo al permesso di soggiorno; la certezza sulle espulsioni; un maggior rigore nei confronti degli scafisti e nuove disposizioni per evitare la strumentalizzazione dell’asilo. Anche in questo caso le statistiche parlano chiaro: tra il 2002 e il 2004 gli sbarchi nelle nostre coste sono diminuiti di oltre il 50% e le espulsioni aumentate del 50%. Il quadro è completato dalla regolarizzazione avviata nel novembre del 2002 che ha permesso a 640 mila extracomunitari di mettersi in regola presentando il proprio contratto di lavoro, il tutto in un anno e senza file e pratiche inevase.

Dall’Aprile 2006 invece il baratro! E il sospetto che la sinistra radicale, con la benevolenza di una certa magistratura impegnata politicamente, stia proponendo una società disordinatamente multietnica dove il nostro ethos cristiano sia cancellato e dove l’obbiettivo di creare il nuovo proletariato da strumentalizzare è più che fondato.

Non vorremmo sembrare profeti di sventure ma temiamo fortemente il futuro e non vorremmo assistere ad una versione italiana delle già viste "banlieu" parigine.

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