Venerdì, 26 Aprile 2024


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Allargamento Ue, ma la Sicilia resta nell'Obiettivo 1

(Tratto da: "MF") - Questa pagina intende offrire spunti di dibattito ed è aperta al contributo di quanti credono nello sviluppo della Sicilia e nella modernizzazione dei sistemi imprenditoriali e finanziari

L’allargamento ad Est dell'Unione europea, oltre a costituire un importante successo politico, darà la possibilità alle nostre aziende di investire nel mercato comune allargato, il più grande del pianeta, e offrirà nuove chance per l'internazionalizzazione delle piccole e medie imprese. In particolare, occorre ricordare che dal 1° maggio fanno parte dell'Unione europea anche Cipro e Malta. Isole che condividono, come noi, la loro economia nel bacino del Mediterraneo.

 Ma non bisogna tacere il fatto che potrebbero anche esserci risvolti negativi che, per esempio, potrebbero derivare dal costo del lavoro che nei nuovi paesi risulta molto inferiore alla media comunitaria dei 15. E questo è un aspetto da non sottovalutare perché potrebbe innescare fenomeni di delocalizzazione verso l'Est degli investimenti e dei capitali interni ed esteri.
Una ragione in più per lavorare affinchè la politica dell'Unione europea sia maggiormente orientata verso il bacino del Mediterraneo, e da qui l'importanza strategica della Sicilia a cui tutti guardano con interesse. Infatti, entro il 2010 sarà costituita l'arca di libero scambio più grande del mondo. Le opportunità di crescita per la Sicilia sono potenzialmente straordinarie ma bisogna non farsi trovare impreparati. La Sicilia è il crocevia tra Oriente e Occidente e rappresenta il ponte naturale tra l'Europa da una parte e il Nord Africa dall'altra, ma l'istituzione dell'area non dovrà costituire una cattadrale nel deserto. Ecco perché è necessario che la Regione siciliana, nelle materie di sua competenza, riesca a poter esprimere la propria opinione nell'ambito dei tavoli dì discussione dell'Unione europea, ancora prima che vengano deliberate le decisioni. Per esempio, la prossima e imminente occasione è costituita dall'approvazione della Costituzione dell'Unione europea, con particolare riferimento al ruolo che l'Europa vorrà attribuire al fattore «insularità» quale criterio di distribuzione dei fondi strutturali della prossima programmazione 2007-2013. Il compito della regione dovrà anche essere quello di fornire assistenza alle imprese su tutti i programmi di sostegno finanziati dall'Unione europea e sui prestiti della Banca europea per gli investimenti e di promuovere, come sta già facendo, l'istituzione della Banca euromediterranea, reclamandone la sede nel proprio territorio. Considerato che l'Unione europea rappresenta una delle aree economiche più ricche del mondo, ma presenta forti disparità tra i suoi stati membri e ancor più tra le sue circa 250 regioni, bisognerà offrire alle imprese nuove infrastrutture, anche per colmare gli svantaggi, riconosciuti dallo stesso Trattato Cee derivanti dal carattere insulare della Sicilia. Da parte sua il governo regionale sta cercando di rendere la legislazione fiscale regionale, nei limiti riconosciuti dallo Statuto e compatibilmente con le regole comunitarie, per le imprese siciliane che per quelle non ancora operanti nella nostra regione, nel quadro dì una «concorrenza fiscale virtuosa» e rispettosa del Codice di condotta Ecofin sulla fiscalità diretta delle imprese.
E infine sarà necessario stipulare accordi di tipo commerciale e strategico, nei limiti riconosciuti dalla riforma del titolo V della Costituzione, con altre Regioni italiane ed europee, con preferenza rispetto a quelle ubicate nei paesi del Mediterraneo e in quelli appena entrati nell'Unione europea.
Anche con l'allargamento, la Sicilia resterà nell'orbita dell'Obiettivo 1 per la prossima programmazione in quanto la Comunità europea ha deciso che la nuova politica regionale deve mirare a concentrare gli aiuti nelle aree più deboli, con gravi carenze nel campo delle infrastrutture e della formazione e scarso dinamismo economico. Il governo regionale in piena sintonia con il ministero dell'economia ha compiuto durante gli ultimi anni, un vero e proprio miracolo: la Sicilia è stata premiata a livello comunitario per la spesa dei fondi strutturali, acquisendo nuove risorse, mentre in un passato poco lontano rappresentava il fanalino di coda delle regioni europee e milioni di euro rischiavano di essere dirottati verso amministrazioni più efficienti.

Alessandro Pagano

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