(Tratto da "La Sicilia") - L’assessore regionale al Bilancio sostiene la teoria Reagan:"Questo Compenserà i minori incentivi. Non capisco gli alleati che frenano Berlusconi"

Alessandro Pagano, assessore regionale del Bilancio e delle Finanze, è quello che tiene i cordoni della borsa della spesa, il Tremonti siciliano. Diciamo che è l'interlocutore giusto per capire la manovra economica di Berlusconi e l'incidenza dei tagli dei finanziamenti sullo sviluppo della Sicilia.

Con questi tagli siamo nei guai? E quanto siamo nei guai?
«Certamente sono diminuite misure per la crescita, certamente servivano a portare avanti provvedimenti tesi a sviluppare il tessuto economico della nostra società, certamente le misure imposte dalla Comunità europea ci portano a fare delle scelte che possono essere dolorose. Avremo quindi un danno, ma bisognerà capire bene il pacchetto di misure legandolo alla riforma fiscale »

Che c'entra la riforma fiscale con le minori risorse al Sud?
«Le due cose si legano. Banalizzo con un esempio. Mettiamo il caso che il cittadino Tizio abbia avuto finora dal suo datore di lavoro 50 milioni netti di vecchie lire all'anno. Se con l'abbattimento delle tasse Tizio si trova in tasca 60 milioni, cioè dieci milioni in più, aumenta la sua propensione al risparmio, o all'investimento, o al consumo. Non si scappa da queste tre variabili: se hai soldi in più o consumi di più, o risparmi di più, o investi di più. Qualunque delle tre variabili Tizio scelga si genera ricchezza, perché il risparmio significa maggiore circolazione di denaro da parte degli istituti di credito che possono prestare denaro alle imprese che lo richiedono, perché gli investimenti serviranno a produrre altra ricchezza, e perché noi consumatori finali potremo comprare il vestito in più o farci l'automobile nuova. Il taglio delle tasse porta automaticamente ricchezza»

Cos'è, la dottrina Reagan?
«Certo. Reagan abbassando le tasse è stato capace di creare 25 milioni di nuovi posti di lavoro in otto anni. Ribadisco il concetto: se si tagliano le tasse è vero che diminuiscono le entrate dello Stato, ma aumenta la platea dei contribuenti con soggetti diversi, perché il disoccu¬pato potrà trovare lavoro e pagare le tasse. In sostanza lo Stato non perde una lira. E' paradossale l'atteggiamento di qualche alleato il quale non vuole che le tasse vengano diminuite. Ma come, per la prima volta c'è una proposta seria, un presidente del Consiglio che si è impegnato su questo perché se non lo fa il suo governo cade, e non glielo vogliono fare fare? A che gioco giochiamo?».

Staremo a vedere. Tra le misure del governo c'è la facoltà data alle Regioni di sforare i bilanci. Vuol forse dire che le Regioni potranno sopperire con iniziative proprie al taglio delle rimesse dello Stato?
«Questo non è ancora chiaro. Bisognerà approfondire, ma dovrebbe significare questo: io Stato dò di meno a te Regione, però finora ti ho posto dei vincoli, dei patti di stabilità che non ti consentivano di sforare. Oggi te li tolgo e ti consento di indebitarti. Almeno pare di capire questo, in attesa di leggere bene il decreto».

Ma la nostra Regione non è già superindebitata?
«Infatti sono contrario a questo. Varrebbe per le altre Regioni, non per la Sicilia, anche se quest'anno abbiamo diminuito l'indebitamento, rimborsato più di quanto abbiamo contratto come mutui. Questo perché c'è stata la gestione oculata del sottoscritto, e non lo dico per vantarmi. Fin quando ci sarò io certamente non ci indebiteremo nemmeno per un euro perché non ce lo possiamo consentire».

Cosa viene tagliato di Incentivi?
«Le spese correnti. Ad esempio le missioni e gli straordinari dei dipendenti regionali.
E saranno risparmi per 220 milioni di euro, non è poco».

Se io sono un imprenditore e costruisco un albergo o una fabbrica, fidando sul fondo perduto della 488, chi mi succede adesso?
«Niente, vengono bloccati i fondi per i prossimi bandi, non per quelli che già ci sono stati . Se io faccio l’albergo e ho ricevuto la prima tranche di finanziamento, e aspetto la seconda perché ho realizzato il secondo lotto, oppure faccio le prime assunzioni, quelle somme mi arrivano con certezza perché sono già disponibili, messe nei capitoli di spesa».
Tutto questo potrebbe anche andar bene, è il futuro che preoccupa, perché se è vero che i bandi già esperti non si toccano, quelli prossimi chissà quando ci saranno. A meno che non sia valida la fiducia reaganiana di Pagano sulla « automatica ricchezza » del taglio delle tasse.