Domenica, 12 Maggio 2024


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Pagano: La Regione prigioniera. "La legge c’è, ma non s’è fatto un passo avanti".

(Tratto da "La Sicilia, Economia & Politica") - Il sistema dei fondi chiusi per aiutare le imprese

Parliamo di soldi? Ma sì che piace a tutti. E allora, visto che nella Finanziaria nazionale sarebbe prevista una minisanatoria edilizia, tipo che se hai allargato sino al 2001 la casa del 30% paghi una sanzione e via, che succede per i siciliani? La Regione deve recepire? "No – dice l’assessore al Bilancio Alessandro Pagano – perché se è una norma finanziaria vale per tutto il territorio nazionale, come fu per il condono del ‘94".

E gli Euro che pagherebbero i siciliani in quali casse andrebbero a finire?

"In quelle della Regione perché in base ad una norma specifica tutto quello che pagano i residenti siciliani rimane in capo a noi. Faccio un esempio: l’ultimo condono fiscale che c’è stato a maggio ha fruttato alla Regione 300 miliardi di Lire".

Il Presidente della Regione Campana, Sassolino, ha proposto di destinare l’8 per mille a chi investe sul territorio.

"Direi di lasciare l’8 per mille alla Chiesa, o alle Chiese, è il migliore investimento che un italiano possa fare in campo sociale. Quella di Sassolino mi sembra una proposta laicistica da anni 70".

Come sarà impostata la Finanziaria della Regione?

"Parlarne oggi è ancora troppo presto, però posso dire quali sono i passaggi nodali. Non inaspriremo le tassazioni, invece sfoltiremo le tasse di concessione governativa che producono poco gettito e complicano la vita dei cittadini. Faremo una lotta forte all’evasione fiscale in collaborazione con la Guardia di Finanza. In Sicilia c’è un’evasione del 90% sui ticket e non parliamo di chi con la stessa norma lucra contributi da Stato, regione ed Enti Locali. Poi procederemo alla revisione delle aliquote Irap: in altre parole appesantiremo alcune categorie e alleggeriremo altre. Abbiamo anche messo in moto uno straordinario meccanismo in materia di credito con i fondi chiusi per colmare la crisi endemica di capitali".

Come funziona?

"Sono coinvolti sei istituti di credito e la Regione, che di suo ci ha messo 15 milioni di Euro. Se tu hai un’azienda già esistente che si vuole ingrandire e ha bisogno di aumentare il capitale sociale interviene il fondo chiuso che valuta la consistenza del progetto e l’affidabilità dell’impresa e ci mette parte dei capitali diventandone comproprietario e accompagnando la crescita dell’azienda. Entro cinque anni l’azienda deve restituire il capitale con un interesse minimo. La legge c’è già, manca solo il regolamento. A gestire questi soldi saranno le banche perché è il loro mestiere. Si tratta di uno strumento moderno grazie al quale Israele è diventata industrialmente fortissima".

S’è detto che le concessioni demaniali, tipo quelle che rilasciano le Capitanerie di porto per i lidi balneari, saranno messe all’asta.

"Abbiamo 1500 Chilometri di costa che producono pochi milioni di entrate. Perciò le Capitanerie facciano un passo indietro e la Regione metta all’asta le concessioni. Sapete la storia della società italo-belga con lo stabilimento a Mondello che produce al fisco quattro soldi. Piano piano c’è la tendenza della Regione di riappropriarsi di quello che è suo e di sfruttarlo in maniera giusta". (A questo punto sarebbe bene che la Regione rendesse note le concessioni e quanto rende ciascuna di esse alle casse pubbliche).

Quando colmerete i buchi di bilancio?

"Dobbiamo tappare alcuni grossi buchi, quella della Sanità e della formazione. E poi procedere alle privatizzazioni: l’azienda siciliana trasporti che ha mille dipendenti, le Fondazioni, le Terme, privatizzazioni che la burocrazia non vuole portare avanti e rallenta tutto mandando solo commissari ben pagati. Nonostante la legge non s’è fatto un solo passo avanti nelle privatizzazioni".

Un’altra domanda che ci sta a cuore: perché gli Ato, pur essendoci sulla carta 700 miliardi di lire, non partono e il territorio resta pieno di discariche?

"Ma questi Ato sono pronti, hanno già presentato i piani operativi? Nella mia provincia di Caltanissetta ci sono due Ato Acque e un Ato rifiuti e due su tre non sono pronti. E poi, quando togli le competenze ai Comuni, questi Ato sono in grado di funzionare bene? Mi auguro di si, ma dobbiamo vederlo sul campo".

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