Venerdì, 13 Dicembre 2024


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Sfruttiamo meglio artigianato e baricentricità

(Tratto da "La Sicilia") - Da un convegno alcune proposte per lo sviluppo dell’economia nissena

Come fare uscire la provincia di Caltanissetta dall'attuale condizione di ristagno economico? Dell'argomento si è parlato in occasione del seminario svoltosi nell'aula magna del Liceo classico «Ruggero Settimo», dove, ad iniziativa della preside Marisa Sedita ed alla presenza dell'assessore regionale ai Beni culturali Alessandro Pagano, è stato approfondito il tema «Le nuove vie dello sviluppo a servizio della comunità nissena», con la partecipazione di don Giuseppe Noto, un gesuita di Mussomeli che ha creato a Palermo l'Isas (Istituto di scienze amministrative e sociali) che viene considerato uno degli enti di formazione tra i più qualificati a livello nazionale, e dei prof. Antonio Purpura. che insegna Economia industriale nel capoluogo isolano e Massimo Paoli, docente di marketing territoriale a Perugia.

Dagli interventi dei relatori sono emersi dati davvero preoccupanti, specialmente quelli riguardanti il Pil (prodotto interno lordo) della provincia nissena, che è costituito in buona parte dall'attività che fa capo al petrolchimico dì Gela (l'80%), e poi all'iniziativa di alcune imprese che producono bevande (il 3%) e inserite nel settore dell'ortofrutta (l'8%); tulle le altre attività della provincia contribuirebbero a realizzare il rimanente 9%. Una percentuale, quest'ultima, che conferma una condizione di produttività praticamente ridotta ai minimi termini, se non addirittura inesistente e che testimonia il fatto che la nostra provincia non riesce ad adeguarsi ai contesti economici sempre mutevoli ed in continuo aggiornamento.
Manca soprattutto - secondo i relatori - un "sistema" in grado di aggregare i soggetti protagonisti dello sviluppo (gli enti, le imprese, i fornitori di servizi) e di farli ragionare ed agire in una "logica dì gruppo" comune, ed una "rete" in grado di far comunicare tra di loro questi soggetti, ai quali aggiungere anche i rappresentan¬ti degli enti locali, dei sindacati, degli industriali, degli artigiani, del Consorzio Asi, della Camera di Commercio, dell'Aapit, della Soprintendenza ai beni culturali.
Cosa fare dunque per rilanciare una se¬ria politica di sviluppo? Queste, secondo l'assessore regionale Alessandro Pagano, le cose da fare: 1) perseguire una politica che consenta di aumentare la qualità ed il numero delle nostre strutture alberghiere; 2) recuperare i centri storici, che solitamente costituiscono una autentica risorsa e producono nuove energie e una buona economia; 3) rilancio di una politica che favorisca l'artigianato di qualità e le piccole e medie imprese: 4) utilizzazione della nostra cultura come identità storica per rilanciate l'economia; 5) favorire una politica di sviluppo basata sulle risorse locali e sulla baricentricità della nostra provincia che deve sfruttare di più il fatto che si trova al centro della regione: un esempio positivo arriva dall'idea realizzata dagli amministratori del Consorzio Asi che hanno programmato in contrada Grottadacqua una nuova area industriale; 6) favorire con una comunicazione costante un processo che renda di portata internazionale gli eventi che si vanno realizzando nella nostra provincia.
Chi, per realizzare tutto ciò, dovrebbe fare da "catalizzatore", o, come si diceva sino a poco tempo fa, da "cabina di regia". Secondo l'assessore Pagano dovrebbe essere proprio l'Isas di padre Giuseppe Noto, che sta aprendo un centro anche a Caltanissetta. «L'augurio - ha detto l'esponente del governo regionale - è quello che tutti noi possiamo riuscire a fare un passo indietro, uscendo da quei provincialismi che ci hanno fatto solamente del male e che si riesca insieme ad acquisire una nuova e più ampia visione dei problemi, per consentire alla provincia di realizzare in futuro un autentico progetto di sviluppo».

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