Martedì, 14 Maggio 2024


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L'Assessore al Bilancio fa il punto sul deficit della Regione

(Tratto da "Centonove") - Se i conti non Pagano. L’intervista/l’Assessore Regionale al Bilancio fa il punto sul deficit della Regione. E annuncia: "Sarà una politica all’insegna dell’austerity". I tagli in Finanziaria e le linee del nuovo Documento di programmazione. Che privilegiano alberghi e campi da golf.

Palermo - Sul comodino in queste settimane tiene "L’uomo che piantava gli alberi" di Jean Giono, un romanzo che racconta la storia di un uomo coraggioso che ad inizio secolo in Francia trasformò un’intera regione da zona incolta e arida in uno splendido paradiso terrestre, piantando ogni giorno 100 alberi. Senza dirlo a nessuno er senza che nessuno se ne accorgesse. Così, confessa, si sente anche lui, Alessandro Pagano, l’assessore regionale al Bilancio che dall’insediamento ad oggi ha scartabellato carte, fatto conti su conti e stretto la cinta per creare il suo "bosco rigoglioso". L’aridità che ha trovato è però di quelle che tolgono il fiato. In cifre, supererà i 3 mila miliardi di deficit e somma altri 11 mila miliardi di crediti di crediti non riscossi.

Assessore Pagano, una situazione drammatica?

E’ inutile nasconderlo. Il Bilancio ha un deficit grossissimo frutto di una quantità enorme di spese improduttive sotto gli occhi di tutti e con una liquidità zero. Una Regione che eredita cinquant’anni di logica assistenziale.

Può farci un esempio di qualche spesa improduttiva?

Uno su tutti: i 450 miliardi di spesa per la Formazione e la copertura della legge 24. un costo altissimo che però non produce grandi risultati. Non ci ritroviamo oggi con 7000 dipendenti nel settore senza essere riusciti in tanti anni a cambiare l’assetto produttivo dell’isola.

Lo stesso ragionamento vale per i 30 mila precari siciliani?

Massimo rispetto umano per gli Lsu ma quella fatta dalla Regione è una legge perversa che ha ucciso molte intelligenze. Oltre che le casse della Regione.

Nell’uno e nell’altro caso però è difficile fare dei tagli in bilancio…

Guardi non c’è un giorno che un assessore non si presenti a me dicendo che ci vuole questa variazione in bilancio altrimenti succede la rivoluzione, lo sciopero di piazza. Il fatto è che oggi il bilancio è ingessato. La nuova normativa ha imposto due regole essenziali: la prima, nella legge finanziaria verranno registrate solo le entrate effettive e su queste bisognerà elaborare la manovra. La seconda è che non sarà più possibile contrarre mutui per pagare le spese correnti ma solo per fare investimenti. In concreto, questo significa che se fino all’anno scorso alla voce "entrate" risultavano 4500 miliardi oggi ce ne saranno solo 250 e cioè quanto la Regione ha realmente incassato. È su quella cifra che bisognerà fare i conti.

E per quanto riguarda i mutui?

In questo momento la Regione può aprire un nuovo mutuo da 1000 miliardi per portare in bilancio i conti. Poi scatterà la nuova normativa. E solo una minima percentuale di quei fondi potrà essere impegnata per le spese correnti.

Ma se le entrate sono solo quelle effettive e molte spese come appunto quella destinata ai precari o all’esercito dei dipendenti regionali, sono fisse, come intende riuscire a far quadrare i conti?

Intanto chiudendo le situazioni ancora aperte con lo Stato. L’ex ministro Visco ha attuato una riserva d’erario per l’ingresso in Europa a partire dal 98. lo 0.8 per cento di trattenute sugli introiti delle tasse che sarebbero dovute restare in Sicilia. Ora, nel resto d’Italia il sacrificio è durato un solo anno, qui è andato avanti fino al 2001. questo governo ha avuto la soddisfazione di avere riportato alla Regione gran parte di quei fondi: 850 miliardi previsti in finanziaria.

Già, ma la stessa finanziaria ha suscitato un coro di polemiche. E non solo dall’opposizione. La politica Tremonti privilegia le imprese del Nord e dall’accordo Stato-Regioni sono state depennate numerose opere pubbliche dell’isola…

Sono polemiche che non condivido. La filosofia Tremonti secondo me è azzeccata. L’investimento non deve essere visto solo in termini di occupazione perché un macchinario può far crescere l’impresa e allargare la sua capacità di fatturato e di esportazione, creando indirettamente nuovi posti di lavoro.

Resta il fatto che il governo Berlusconi ha eliminato anche il credito d’imposta e le agevolazioni per gli investimenti al Sud…

E’ un ragionamento che condivido. Perché lo Stato dovrebbe continuare a dare fondi ad una Regione che in questi anni non ha fatto altro che sperperare? Dobbiamo recuperare prima di tutto in credibilità. Le racconto un episodio: qualche settimana fa c’è stato il presidente di un Ente che mi ha chiesto alcuni fondi per risanare le proprie casse. Gli ho risposto: presentami il business plain e ne riparliamo. Sa cosa mi ha detto? "Ma io ho votato per voi". Ecco, quest’ottica deve finire altrimenti si affonda. Lo stesso ragionamento vale per le opere pubbliche. Quando viene Lunari e guarda i dati della Regione siciliana vede che sono gli stessi del 1960. Perché dovrebbe avere fiducia alla Sicilia. Gli 850 miliardi recuperati in finanziaria sono un primo atto di stima e di incoraggiamento nei confronti di questo governo. Dobbiamo conquistarci il resto.

Che la situazione sia critica lo hanno capito tutti. Quello che la gente non riesce a capire è perché se davvero le cose stanno messe così male gli assessori si aumentano le indennità, aumentano anche quelle per i manager, riportano in vita enti che si prevedeva di sopprimere e persino alcune commissioni già sciolte. Non è un atteggiamento contraddittorio?

Qui il problema non sono le indennità dei manager. È giusto che chi rischia ogni giorno un avviso di garanzia per la propria attività ed ha una grossa responsabilità di gestione venga ripagato del proprio lavoro. L’importante è però che abbia degli obbiettivi. E su questo in giunta sono stato chiaro. Tanto che l’aumento per manager della sanità in un primo momento era stato congelato. Perché si voleva prevedere l’aumento in busta paga senza dare delle regole, delle condizioni da raggiungere. Adesso invece i manager non dovranno solo raggiungere almeno il pareggio dell’Azienda sanitaria o ospedaliera ma dovranno garantire lo stesso risultato anche nei singoli presidi.

La prossima settimana sarà presentato il Documento di programmazione economica e finanziaria, può preannunciare le linee?

Punteremo molto sui settori ad alto valore aggiunto come il vino, il turismo i porti ma anche i campi da golf.

La crisi economica della Regione pesa anche sugli Enti Locali. Molti Comuni non sono in grado neppure di pagare gli stipendi…

La situazione è critica e non è neppure di immediata soluzione. Ma il problema va visto anche da altre angolazioni. Ci sono Comuni che non riescono a pagare gli stipendi ma nello stesso tempo spendono miliardi per feste e commemorazioni. Occorre più senso di responsabilità.

LA CARTA D’IDENTITA’

  • Età: 42 anni
  • Luogo di nascita: Caltanissetta
  • Segno Zodiacale: Gemelli ascendente Capricorno
  • Studi: laureato in Scienze Bancarie e Economia e Commercio all’Università di Messina
  • Professione: commercialista e docente a contratto all’università di Messina, in passato è stato ufficiale presso la legione dei carabinieri di Messina – Monsignore
  • Hobby: leggere e stare con i figli
  • Motto: "le regole sono elementi di libertà. Senza c’è l’anarchia"
  • Dice della sua delega: "L’assessorato al Bilancio è come un centrocampista deve passare la palla agli altri per fare goal. La mia intenzione è di far funzionare la delega come ha fatto Tremonti che è diventato un punto di riferimento del governo".

IL DISSESTO IN CIFRE

  • 100 miliardi il mutuo già contratto con alcune banche straniere
  • 1000 miliardi di quello che presto il nuovo governo si troverà a siglare per pareggiare i conti
  • 2200 il credito che arriverà dalla cartolarizzazione con interessi per 600 miliardi
  • 160 miliardi venuti meno dalla tassa di metanizzazione nel 2000
  • 11 mila miliardi i crediti non riscossi
  • 1200 miliardi la rimodulazione dei mutui già contratti
  • 1000 miliardi il buco della sanità
  • 450 miliardi, i fondi spesi per la formazione
  • 30 mila i precari a carico della Regione
  • 12 mila i pensionati

Gioia Sgarlata

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