«Mi farei raccomandare dai mafiosi»: Convitto, lo pensa un alunno su 10
Mercoledì 08 Dicembre 2004 09:04
II convitto Falcone va a lezione di legalità e scopre che il dieci per cento degli studenti accetterebbe la raccomandazione di un mafioso per superare l'anno scolastico.
Il dato emerge in seguito alla provocazione dell'assessore regionale alla Pubblica istruzione Alessandro Pagano: «Accettereste la raccomandazione di un mafioso per superare l'anno scolastico?», chiede ai ragazzini della media. Trenta dei trecento studenti seduti in un' aula di piazza Sett'Angeli, alzano la mano.
La percentuale è disattesa, ma non preoccupa l'assessore. Pagano, salito in cattedra per avvicinare i giovani alla legalità, comunque avverte: «La raccomandazione è una cambiale a scadenza perché prima o poi la persona che vi ha aiutato vorrà ricambiato il favore».
Il dibattito continua tra domande, riflessioni e anche qualche sorriso. Non appena termina la lezione, i piccoli vanno via e i grandi tentano di tirare le somme: «II nostro obiettivo era quello di stimolare i ragazzi e ci siamo riusciti - commenta l'assessore Pagano -. Non ci aspettavamo un simile risultato, ma è necessario dire che la risposta degli studenti potrebbe essere stata influenzata anche dal gioco: durante il dibattito, infatti, ho notato che qualcuno rideva».
Nessun rimprovero alla disattenzione degli alunni, ma dopo il sondaggio sia l'assessore che il rettore hanno tentato di comprendere le ragioni della risposta fornita da una parte degli studenti. «Sono certo che qualcuno, invece, ha alzato la mano con convinzione - aggiunge Pagano - e sarà necessario scoprire il perché».
Il rettore Domenico Pocarobba, che ha partecipato all'incontro al fianco dell'assessore, segue la stessa linea: «Abbiamo individuato gli alunni che hanno dato il loro assenso e siamo convinti che la risposta sia stata il segno di un evidente disagio. Attraverso gli incontri incentrati sulla legalità, cerchiamo di scovare i loro problemi - prosegue il rettore - adesso sarà compito dei docenti riuscire ad abbattere certe convinzioni».
Valentina Li Castri