Mercoledì, 09 Ottobre 2024


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Inaugurata nel cuore di Palermo la sede della Sovrintendenza

Palazzetto Mirto è stato scelto per ospitare la nuova istituzione. A consegnare l'edifìcio il presidente Cuffaro e l'assessore Pagano I primi impegni nelle Egadi e a Marausa.

II palazzetto Mirto di via Lungarini a Palermo diventa sede della sovrintendanza del mare, mentre i locali dell'ex istituto Roosevelt, all'Addaura, continuano a essere sede dei laboratori tecnici.

Alla cerimonia ufficiale di consegna dell'edificio tra gli altri hanno partecipato il presidente della regione Salvatore Cuffaro, l'assessore ai beni culturali Alessandro Pagano e il dirigente generale del dipartimento beni culturali, Giuseppe Grado.

 Il palazzotto è una costruzione attigua al più famoso palazzo Mirto, da cui prende i! nome. Conosciuto anche come palazzo Lungarini, è stato costruito tra il 16° e il 17° secolo. La struttura si compone di due piani, una bella corte interna e splendide sale con soffitti lignei.
La nuova figura di sovrintendente del mare è stata prevista nella Finanziaria del 2004. Il decreto attuativo è stato firmato solo qualche settimana fa.

L'archeologo Sebastiano Tusa è stato posto al vertice della nuova struttura, che avrà competenza esclusiva in materia di politiche di tutela e valorizzazione della risorsa mare, sul piano culturale’ archeologico in particolare, e si avvarrà del già esistente servizio centrale per l'archeologia subacquea (Scras).

La sovrintendenza che opera presso il dipartimento regionale dei beni culturali e ambientali avrà compiti di ricerca, censimento, tutela, vigilanza, valorizzazione e fruizione del patrimonio archeologico subacqueo, storico, naturalistico e demo-antropologico dei mari siciliani e delle sue isole minori.

In Europa soltanto la Grecia ha già istituito questa figura, circa cinque anni fa. Alla guida dell'istituzione ellenica una donna, l'archeologa quarantenne Katerina Delaporta.
In Sicilia, seguendo un iter che ormai va avanti da anni, si è arrivati a una sensibilizzazione della classe politica che ha portato a un'attenzione nei confronti delle enormi ricchezze che il mare offre. «Non parlo di ricchezze materiali", ha spiegato Tusa, «quanto di ricchezze culturali, che fanno parte del nostro patrimonio storico. Quelle ricchezze che l'Unesco ha definito patrimonio immateriale. In questo caso, tutti i saperi legati al mare, trasmessi nel corso dei millenni».
I primi impegni della sovrintendenza riguardano l’ultimazione dello scavo di due relitti, uno a Cala Minnola, nelle Egadi. per il recupero di una nave ellenistica destinata al trasporto di anfore. E l’altro a Marausa. sempre nel Trapanese, in questo caso si tratta di una nave romana. Lavori che si potranno portare a termine grazie a un finanziamento di 700 mila euro per ogni scava. E poi ancora la realizzazione di parchi archeologici subacquei, sul modello di Ustica e Levanzo.

Un incarico è arrivato anche dalla Libia, gli archeologi e i tecnici siciliani sono impegnati nel recupero di un galeone del 1500, in Cirenaica.

«L'assoluta novità dell'ottica multidisciplinare con cui la sovrintendenza del mare si presenta», spiegano da via Lungarni, «associa gli aspetti etnoantropologici e naturalistici a quelli archeologici e la pone cosi in una situazione di primato europeo».
Proprio il 28 si è concluso a Venezia il Salone dei beni e delle attività culturali, al quale la sovrintendenza del mare ha partecipato con uno spazio espositivo all'interno dello stand della regione siciliana, mentre l'appuntamento con il festival mondiale delle immagini sottomarine di Antie è stato rimandato all'anno prossimo.

Antonella Sferrazza

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