Sabato, 27 Aprile 2024


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Scavi nel parco archeologico di Marsala. Spunta una Venere di epoca romana

(Tratto da "Giornale di Sicilia") - Nuova scoperta. La statua di marmo raffigura Afrodite, dea dell’amore. Mancano la testa e pezzi di arti. Per gli esperti proviene dalla Grecia e risale al secondo secolo dopo Cristo.

Un’portante scoperta archeologica è stata fatta a Marsala nell’area su cui si sta lavorando alla creazione del parco archeologico di Lilybeo. Nei pressi della Chiesa di Boeo, dove la tradizione ha localizzato l'antro della Sibilla Lilybetana che successivi studi hanno rivelato essere un battistero cristiano ai tempi del vescovo Pascasino, è stata riportata alla luce una statua senza testa che raffigura Afrodite Callipige, dea greca dell'amore, identificata dai Romani con Venere, simbolo della forza vitale della fecondazione e della generazione.

La statua, secondo una prima ricognizione, effettuata dal soprintendente di Trapani, Giuseppe Gini e da Rossella Giglio, dirigente del servizio per i beni Culturali della Soprintendenza, e di epoca romana e databile alla seconda metà del II° secolo d.C. la statua presentata ieri mattina al Baglio Anselmi dall'assessore regionale ai Beni Culturali, Alessandro Pagano, e dall’ex assessore alla Presidenza, David Costa che – quando faceva parte della giunta Cuffaro - aveva dato vita a tutto un programma di interventi nell'area archeologica per eccellenza di Porta Nuova, con un ammontare di finanziamenti per oltre 12 milioni di euro.
La statua è stata trovata sotto il "battuto" medievale. È di marmo a grana media e, ad un primo esame (che dovrà comunque essere confermato dalle analisi di laboratorio) è di provenienza greca. Potrebbe essere il frutto di qualche razzia militare o commissionata da qualche notabile dell’antica Lilybeo per adornare la sua villa nei pressi di Capo Boeo. La statua è in buone condizioni generiche, anche se mancanti di alcune parti. È, infatti, priva di metà del braccio destro che copriva pudicamente il seno, nonché di più della metà del braccio sinistro; di metà circa della gamba destra e parte della gamba sinistra da sotto il ginocchio. Quel che ne resta è alto un metro e 18 centimetri, ma all’origine doveva misurare almeno un metro e 70.
«Quella fatta a Marsala - ha detto l'assessore Pagano - è una scoperta di valore internazionale. La Venere Lilybeiana è superiore a quella di Siracusa e conferma quanto avvertito fosse il culto di Venere tra i Romani; culto che era stato importato da Cipro».
E da lì potrebbe provenire la statua. La scoperta costituisce, per altro, un'ulteriore spinta alla realizzazione del parco archeologico di Lilybeo avviato dall'ex assessore Costa con i finanziamenti regionali del settore «Demanio» che l'assessore Pagano si è impegnato a non far mancare per la realizzazione dell'opera. Nelle prossime settimane la Venere Lilybetana sarà trasferita nei laboratori scientifici specializzati per la pulitura e l’analisi dei materiali. Soltanto dopo il restauro sarà collocata in un'ala del Baglio Anselmi, come hanno assicurato il soprintendente Giuseppe Gini e il dirigente archeologo Rossella Giglio.
«Quando sarà ritrovata anche la testa, spero presto - ha detto l'assessore Pagano - questa statua sarà un reperto che potrà essere definito unico al mondo. E per questo motivo la scoperta appena effettuata costituisce un evento di rilievo internazionale, che giunge, per altro, a concreta conferma di alcune tesi storiche».
Un altro prezioso reperto, dunque, dopo la Nave Punica e la statua del Giovinetto di Mothia, da sfruttare anche come richiamo turistico. «Proprio in questa direzione - ha concluso Pagano - nel Trapanese potrà essere giocata una grande partita».

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