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DPEF Nota di aggiornamento al Documento di programmazione economico-finanziaria relativo alla manovra di finanza pubblica per gli anni 2009-2013

Nota di aggiornamento al Documento di programmazione economico-finanziaria relativo alla manovra di finanza pubblica per gli anni 2009-2013

Doc. LVII, n. 1-bis

La Commissione è chiamata ad esprimere il parere alla V Commissione Bilancio sulla Nota di aggiornamento al Documento di programmazione economico-finanziaria relativo alla manovra di finanza pubblica per gli anni 2009-2013 (Doc. LVII, n. 1-bis).

La Nota da innanzitutto conto della situazione macroeconomica, a livello mondiale e nazionale, evidenziando gli effetti negativi sulla crescita economica legati alla grave crisi finanziaria americana, all’incremento del prezzo delle materie prime ed al conseguente acuirsi del livello inflazionistico, al progressivo apprezzamento dell’euro nei confronti del dollaro, nonché alla flessione registratasi in alcuni settori economici di rilievo cruciale, quale, in particolare, quello delle costruzioni.

In tale contesto la Nota segnala come il tasso di crescita del PIL italiano subirà una contrazione dell’0,5 per cento nel 2008 (passando dallo 0,5 allo 0,1 per cento) mentre negli anni successivi la crescita si attesterà allo 0,5 per cento nel 2009, allo 0,9 nel 2010, all’1,2 nel 2011 ed all’1,5 nel 2012-2013, con una riduzione, rispettivamente, dello 0,1%, dello 0,2 dello 0,7 e dello 0,4.

Alla luce di tale significativo peggioramento delle prospettive economiche, ed all’aumento dei tassi di interessi legato alle turbolenze sui mercati finanziari internazionali, il Governo ha dunque ritenuto di rivedere le stime di finanza pubblica contenute nel Documento di programmazione economico-finanziaria 2009-2013, anche per dar conto al Parlamento degli effetti determinati dalla manovra economica anticipata con il decreto – legge n. 112 del 2008, nonché dei risultati dell’attività di monitoraggio svolta nel 2008 sul conto delle Pubbliche Amministrazioni.

In particolare, per quanto riguarda il livello dell’indebitamento netto, esso rimane invariato nel 2008 al 2,5% del PIL, registra un peggioramento, compreso tra 0,1 e 0,2 punti percentuali, negli anni 2009, 2010, 2011 e 2012 (nei quali passa, rispettivamente, dal 2 al 2,1%, dall’1 all’1,2%, dallo 0,1 allo 0,3% e dal pareggio allo 0,1%), migliorando invece nel 2012 e nel 2013 (nel quale si riduce, dallo 0,1% al pareggio). Analoghi riscontri si rinvengono considerando il valore dell’indebitamento depurato dagli andamenti ciclici e dalle misure fiscali una tantum: in questo caso, il valore di tale variabile passerà dal 2,3 al 2,5% nel 2008, dall’1,7 all’1,8 nel 2009, dallo 0,6 allo 0,7 nel 2010, rimanendo invece sostanzialmente stabile nei tre anni successivi.

Con riferimento al saldo primario, esso si ridurrà dal 3,1% al 3 nel 2009, dallo 4 al 3,9 nel 2010, dal 4,9 al 4,6 nel 2011, dal 4,9 al 4,8 nel 2012 e dal 5 al 4,9 nel 2013.

Per quanto attiene invece al rapporto tra debito pubblico e PIL, esso registra un miglioramento nel 2008 (passando dal 103,9 al 103,7%) mentre presenta un lieve peggioramento negli anni successivi i significativi (nei quali aumenta dal 102,7 al 102,9 nel 2009, dal 100,4 al 101,3 nel 2010, dal 97,2 al 98,4 nel 2011, dal 93,6 al 95,1 nel 2012 e dal 90,1 al 91,9 nel 2013).

In generale la Nota rileva come le modifiche apportate rispetto alle previsioni iniziali del DPEF siano direttamente connesse al rallentamento dell’attività economica ed all’incremento delle spese per interessi sul debito pubblico dovuto all’aumento dei tassi di interesse a livello mondiale. Peraltro il documento evidenzia come tali modiche risultino sostanzialmente marginali, in quanto tali elementi negati sono stati sostanzialmente contro bilanciati grazie alla sostanziale tenuta del gettito fiscale e dalle economie di spesa realizzate con i provvedimenti di politica economica approvati nei primi mesi della legislatura.

Per ciò che concerne il Bilancio statale, la Nota provvede altresì a rivedere le stime del saldo netto da finanziare per il 2009, che viene rivisto di circa 18 miliardi di euro (passando da 16,6 a 33,9 miliardi), a seguito della rideterminazione (per 14 miliardi) delle poste di bilancio relative ai trasferimenti ad amministrazioni pubbliche, in particolare enti locali ed enti di previdenza, e della rideterminazione (per 4 miliardi) delle poste correttive e compensative relative alle entrate.

Per quanto riguarda specificamente gli ambiti di competenza della Commissione Finanze, si evidenzia come la Nota riveda anche, seppur parzialmente, la previsione relativa alla pressione fiscale, in particolare segnalando una riduzione nel 2008, nel 2012 e nel 2013 di tale valore, che passa rispettivamente dal 43 al 42,8 per cento, dal 43,1 al 42,9 e dal 42,9 al 42,8, mentre restano invariati i dati relativi alle altre annualità considerate.

La Nota elenca quindi con maggiore precisione i provvedimenti di cui si compone la manovra di finanza pubblica, la quale si articola, oltre che nei disegni di legge C. 1441-bis, C. 1441-ter e C. 1441-quater, recanti misure in materia di sviluppo, attualmente all’esame della Camera, e nel disegno di legge S. 847, in materia di lavoro pubblico, attualmente all’esame del Senato, anche per quanto riguarda gli ambiti di competenza della Commissione Finanze, nel disegno di legge recante delega al Governo in materia di federalismo fiscale, di prossima presentazione alle Camere, il quale sarà esaminato in sede referente dalla Commissione.

Replica alle osservazioni dell’Opposizione

- Sappiamo che le finalità del DL 112 era mettere i conti in sicurezza, bloccare i bilanci per 3 anni evitare assalti alle spese microsettoriali, realizzare un bilancio capace di reggere le sfide internazionali.

Gli obiettivi sono stati raggiunti!

- Nel 2001-2006 i provvedimenti erano entrate UNA TANTUM (Condoni)

- Nel 2008 i provvedimenti sono strutturali (razionalizzazione della spesa improduttiva)

Mi sembra una gran bella differenza.

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