Domenica, 28 Aprile 2024


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"Lasciate che i bambini vengano a me"

Disagio minorile e istituti religiosi a Caltanissetta - (Provincia e Regione)

Sembrava una questione archiviata, quella dei bambini in stato di necessità, tolti alla cura degli istituti religiosi e abbandonati al loro destino. Quello della strada. Ma dopo che gli stessi minori, continuando a bussare alle porte delle più gloriose istituzioni religiose di Caltanissetta hanno con forza riproposto il loro problema, la faccenda si riapre con determinazione. E gli istituti hanno deciso di continuare ad essere i loro paladini e intendono farlo con forza, senza cedimenti.

"Lasciate che i bambini vengano a me e non impediteglielo."(Luca 18,16).

E' in nome di questo fermo precetto evangelico che gli istituti religiosi della città continuano a ripetere con forza che intendono occuparsi del disagio minorile, che negli ultimi decenni non è diminuito, anzi aumentato, anche nel nostro territorio.

Se si sfogliasse il "Bollettino della Prefettura di Caltanissetta" alla tabella riguardante la presenza in convitto, per esempio, al 31 agosto 1969, si noterebbe che in tale data erano presenti 549 minori presso gli istituti religiosi della città. Oggi le presenze sono ridotte a poche unità e qualche altra unità è dislocata presso le nuove strutture denominate "casa famiglia" o "comunità alloggio".

Viene spontaneo chiedersi: in alcuni decenni è cessato il disagio minorile a Caltanissetta? 0 è semplicemente diminuita l'attenzione nei confronti di questa realtà'? 0 pur di sottrarre i bimbi alle amorevoli e costanti cure dei religiosi, in ossequio all’imperante laicismo, si è preferito abbandonarli al loro destino?

La storia della cura e dell’assistenza ai minori da parte delle istituzioni religiose nelle nostre città, come nel resto dell'Italia, è una storia di tutto rispetto, una delle pagine più belle dell'amore profuso dalla Chiesa nei confronti di chi si è trovato in condizioni di bisogno. Ed è un itinerario così radicato e profondo, un servizio che lega istituti e territorio, che non ha pari.

Certo si tratta di un servizio che necessita di un rinnovamento che guardi alle mutate esigenze e ai nuovi scenari.

Scenari inediti appena qualche anno addietro. In passato il disagio nasceva spesso dalla povertà, dalla prostituzione nell'ambiente familiare, dalla carcerazione o dal decesso di uno o di entrambi i genitori. Oggi a queste tragedie, sempre purtroppo presenti, si aggiunge una massiccia disgregazione dell'ambiente familiare seguita alla crisi di questa istituzione (vi ricordate?, il divorzio doveva risolvere i casi pietosi. Ma quanti di più pietosi ne ha creati?), alla diffusione delle tossicodipendenze anche tra i genitori, al senso nichilistico che pervade ampi strati di società.

Gli istituti religiosi di Caltanissetta, di recente collegatisi tra loro, hanno ribadito con forza che intendono continuare a lavorare per i bambini, che intendono continuare ad offrire i propri grandi spazi, e quelli degli istituti non hanno oggettivamente pari.

Perché sottrarre i minori in stato di necessità a chi può offrire loro, oltre al personale qualificato, spazi verdi, palestre, ampie aule per gli studi e per le attività ludico-ricreative, mense, campetti all'aperto?

Pensate al Signore della Città, all'Oasi Cristo Re, al Testasecca, alle Suore Mercedarie, al Collegio di Maria, alle salesiane del S.Maria Mazzarello! C'è qualcuno in città che realisticamente può offrire di meglio?

Si può volere in nome di una pregiudiziale laicista far sì che queste strutture non siano poste a disposizione, strutture sovente nate nella mente dei benevoli fondatori, appunto per i bimbi?

Occorre che un sussulto di opinione pubblica faccia sì che si rimediti tutta la questione, affinchè il pubblico denaro speso per la solidarietà sociale sia ben indirizzato, nella prospettiva della crescita integrale dei bimbi meno fortunati, e senza paure di fronte al "lasciate che i bambini vengano a me e non impediteglielo" di evangelica memoria, superando così finalmente, ogni fondamentalismo laicista, che ha fatto il suo tempo ed è disseminato di tanti buchi neri, troppi buchi e tanto neri.

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