Sabato, 27 Luglio 2024


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Intervento dell'On. Alessandro Pagano al Convegno Nazionale sulla trasparenza nel settore della Rcauto

- Il fenomeno che assume il più immediato rilievo nel settore assicurativo, in particolare in quello RC auto, riguarda quello delle frodi assicurative.
Secondo dati recentemente acquisiti dal Direttore generale del Tesoro, Grilli, nel corso di un’audizione presso la Commissione Finanze, nel comparto assicurativo si è verificato nel 2008 un aumento delle frodi pari al 2,3 per cento, e nel medesimo anno la Guardia di finanza ne ha scoperte circa 77.000, per un totale di circa 293 milioni di euro.
Il problema emerge immediatamente, non appena si consideri che il livello medio dei costi dei sinistri risulta più elevato in Italia del 25 per cento rispetto alla media dei paesi europei, anche per l’enorme incidenza che ha la componente costituita dai danni alle persone, i quali comportano, in Italia, un costo annuo pari a circa 6 miliardi di euro.

A testimonianza di ciò, si può rilevare come nel corso del 2008 il numero dei sinistri con danni alle persone abbia registrato un aumento del 5,2 per cento rispetto al 2007, mentre i sinistri con danni solamente a cose hanno evidenziato un aumento, più contenuto, pari al 2,5 per cento.
Particolarmente significativo risulta il fatto che una percentuale di sinistri con danni alla persona, rispetto al totale dei sinistri, è pari, in Italia, a circa il 21 per cento, attestandosi ad un livello doppio rispetto a quello registrato in Francia e in Germania.
Tali frodi sembrano concentrarsi particolarmente in alcune province meridionali: a tale proposito appare significativa la percentuale, molto alta, di incremento del numero dei sinistri che si registra in tali aree (ad esempio, nella provincia di Napoli, l’incremento tra il 2009 e il 2008 è stato pari al 21,4 per cento), considerato che comunque un’elevata percentuale degli assicurati (secondo dati ufficiosi, il 75 per cento) non denuncia sinistri.
L’elemento più grave è che in tali aree le frodi non sono riconducibili solo a comportamenti individuali, ma costituiscono una vera e propria “industria” organizzata, con il coinvolgimento delle organizzazioni criminali, che ricorrono a comportamenti estorsivi e vere e proprie minacce.

- Le conseguenze di tali fenomeni fraudolenti ricadono innanzitutto sui consumatori, che subiscono, soprattutto al Sud, costanti incrementi dei premi assicurativi e che sempre più spesso si trovano nell’impossibilità di rinnovare o stipulare polizze assicurative RC auto.
Ciò è testimoniato chiaramente dal fenomeno, che sta assumendo caratteri preoccupanti, di automobilisti che circolano privi di copertura assicurativa (in alcuni casi con contrassegni assicurativi contraffatti): anche in tal caso i danni di tale situazione si riverberano sulla collettività, in quanto gli oneri di sinistri provocati da tali automobilisti sono posti a carico del Fondo vittime della strada.

- In secondo luogo il fenomeno fraudolento costituisce una delle motivazioni addotte dalle compagnie assicurative per giustificare il processo di desertificazione del panorama assicurativo che si sta verificando al Sud, attraverso la revoca dei mandati agli agenti e la chiusura degli uffici sinistri.
Al riguardo appare significativo come molte delle maggiori compagnie assicurative non siano ormai più presenti al Sud e come l’unica compagnia assicurativa con sede nel Mezzogiorno (la Progress) si trovi in una situazione di grande difficoltà, apparentemente proprio a causa della cattiva qualità del proprio portafoglio polizze, che sarebbe inquinato da un’elevatissima percentuale di sinistri fraudolenti, e stia procedendo al sostanziale smantellamento della rete agenziale.
E’ possibile, peraltro, che le compagnie stiano in parte cogliendo l’occasione determinata dall’oggettiva gravità della situazione per procedere ad un complessivo riassetto della proprie reti commerciali, anche alla luce dell’introduzione dei canali distributivi telefonico e telematico, e per ricontrattare a proprio vantaggio le provvigioni riconosciute agli agenti.
Tale processo di depauperamento del tessuto agenziale sta comunque determinando evidenti ricadute negative sul piano occupazionale per il personale delle agenzie assicurative, che assomma complessivamente a circa 70.000 unità, determinando centinaia di licenziamenti e ricorso alla cassa integrazione.
Diversi e molteplici gli allarmi sociali che deriveranno da questo nuovo e preoccupante scenario che elenchiamo brevemente e schematicamente:

o   Aumento dei costi assicurativi che incomberanno sull’Utente già a partire dall’inizio dell’anno prossimo;

o  Pesante perdita di migliaia di posti di lavoro derivante dalla chiusura delle agenzie, soprattutto nelle zone geografiche nelle quali è più alto il tasso di disoccupazione;

o   Aumento della disattenzione dell’obbligo assicurativo da parte del cittadino e conseguente aumento della circolazione senza copertura assicurativa, o con documenti contraffatti;

o   Naturale incremento di zone, soprattutto nel Meridione, ad alta illegalità nelle quali sarà rischioso circolare a causa dell’elevata probabilità di subire danni da parte di veicoli non assicurati;

o  Prevedibile incremento della truffa assicurativa ad opera della criminalità organizzata, che si trova sempre a proprio agio nelle situazioni di illegalità diffusa.

- A tale riguardo è da tempo in discussione l’ipotesi, che è anche oggetto di una proposta di legge approvata dal Senato ed attualmente assegnata in sede referente alla Commissione Finanze della Camera (Atto Camera n. 2699), relativa, tra l’altro, alla costituzione di un sistema di prevenzione antifrode nel campo assicurativo.
In proposito la soluzione che sembra riscuotere maggiori consensi è quella di prevedere la costituzione di una specifica agenzia, di natura pubblicistica la quale disponga di poteri sufficienti ad utilizzare, nel rigoroso rispetto dei limiti imposti dalla tutela della privacy, delle informazioni utili contenute nelle banche dati esistenti in materia, al fine di affiancare l’azione delle Forze dell’ordine e della magistratura.
A tale proposito è stata da più parti segnalata come l’esigenza di contrastare i fenomeni fraudolenti in tale settore si contemperi con la necessità, generale, di garantire i profili di riservatezza, e specifiche preoccupazioni sono state sollevate rispetto all’ipotesi di creare banche dati molto ampie, in quanto la concentrazione delle informazioni rende notevolmente più difficile la difesa contro gli abusi.

- Sotto un altro profilo occorre intervenire sui meccanismi di liquidazione dei sinistri, che, soprattutto al Sud costituiscono un passaggio cruciale per contrastare i fenomeni fraudolenti. A questo riguardo è stato segnalato come la pratica, apparentemente molto conveniente per le compagnie, di esternalizzare l’attività di liquidazione dei sinistri a soggetti esterni, abbia avuto conseguenze negative, diminuendo la capacità delle compagnie stesse di individuare e contrastare le frodi.
Un’ipotesi prospettata al riguardo è quello di ipotizzare meccanismi di forfetizzazione nella liquidazione di alcune tipologie di sinistri, al fine di disincentivare le frodi nei sinistri di minore importo.

- Direttamente connesso con quello delle pratiche fraudolente è il tema del livello eccessivo delle tariffe RC auto in Italia.
Al riguardo si registra la tendenza ad incrementi significativi, anno dopo anno, delle tariffe RC auto che, secondo alcune stime, sarebbero aumentate in un decennio di circa il 140 per cento, a fronte di un aumento del livello generale dei prezzi al consumo, nel medesimo periodo, pari al 39 per cento.
In dettaglio, secondo le valutazioni delle associazioni dei consumatori, il livello dei premi assicurativi medi avrebbe registrato una riduzione nel periodo successivo alla firma del protocollo di intesa con l’ANIA (maggio 2003), mentre i premi avrebbero ricominciato a crescere negli anni successivi, salvo che nel 2008, anno nel quale si sarebbero evidenziati gli effetti positivi derivanti dall’introduzione, operata dal Codice delle assicurazioni, del meccanismo dell’indennizzo diretto

- Anche sotto quest’ultimo profilo la situazione appare decisamente peggiore nelle aree del meridione. In particolare, per talune tipologie si sarebbero registrati incrementi del 20 per cento a Napoli e di oltre il 19 per cento a Palermo.
Più in generale si evidenzia come il livello dei premi in molte realtà meridionali risulti, in alcuni casi, quasi doppio rispetto a quello di alcune aree del centro nord: ciò deriverebbe dalla pratica di applicare, nel meridione, le tariffe ufficiali, che sarebbero invece scontate nella quasi totalità delle altre aree del Paese.

- I problemi relativi all’eccessivo livello dei costi delle assicurazioni RC auto si connettono direttamente al tema, più ampio, dell’assetto concorrenziale nel mercato delle assicurazioni, che è stato ritenuto insufficiente anche dall’Autorità garante della concorrenza e del mercato, e che ha portato ad alcuni interventi legislativi in materia, tra i quali si segnalano il Codice delle assicurazioni private di cui al decreto legislativo n. 209 del 2005, adottato dal Governo Berlusconi nel corso della XIV Legislatura ed il decreto-legge n. 223 del 2006, adottato dal Governo Prodi nel corso della passata Legislatura.

- Un altro degli aspetti concernenti i profili concorrenziali che ha sollevato da tempo ampio dibattito in ambito assicurativo è quello relativo alla disciplina del cosiddetto plurimandato.
La discussione nasce a seguito dell’introduzione, ad opera dell’articolo 8 del decreto-legge n. 223 del 2006 (cosiddetto “Pacchetto Bersani”) del divieto, per le compagnie assicurative e gli agenti assicurativi, di stipulare nuove clausole contrattuali di distribuzione esclusiva (cosiddetto “monomandato”), nonché di imposizione di prezzi minimi o di sconti massimi nel settore delle assicurazioni RC auto.
Al riguardo l’ANIA ha sempre assunto una posizione nettamente contraria a tale previsione, lamentando la compressione della libertà di iniziativa economica. In realtà, sembra che tale orientamento rispecchi soprattutto la posizione delle compagnie assicurative più grandi, che controllano le quote maggiori del mercato, mentre le compagnie minori, così come le compagnie assicurative estere, interessate ad ampliare la propria penetrazione in tale mercato, mettendo in discussione il predominio dei soggetti maggiori, sono probabilmente favorevoli alla misura.
Le associazioni rappresentative degli agenti assicurativi, nel corso dell’audizione informale tenutasi presso la Commissione Finanze il 28 gennaio scorso, si sono espresse a favore del plurimandato, rilevando peraltro come tale istituto non debba essere imposto per legge ma ch le relative scelte devono essere lasciate alle libere valutazioni degli operatori.

- Una tematica di notevole attualità riguarda inoltre la disciplina del risarcimento diretto, introdotta dall’articolo 149 del Codice delle assicurazioni private.
Tale normativa prevede che, in caso di sinistro tra veicoli a motore dai quali derivino danni alle cose ovvero danni alle persone di lieve entità, la richiesta di risarcimento del danno sia presentata dall’assicurato alla propria compagnia di assicurazione, la quale provvede direttamente alla liquidazione per conto della compagnia di assicurazione del veicolo responsabile; nel caso in cui il risarcimento diretto non avvenga il soggetto danneggiato può proporre l’azione di risarcimento solo nei confronti della propria compagnia di assicurazione.
La ratio principale di tale previsione risiede nell’eliminare uno dei principali ostacoli allo sviluppo di effettive condizioni di concorrenza nel mercato assicurativo, rappresentato dalla particolare natura del rapporto contrattuale che si instaura nel settore dell’RC auto, nel quale il soggetto indennizzato non è il cliente della compagnia di assicurazione tenuta ad effettuare il rimborso, ma costituisce una parte terza. In tale contesto, la creazione di un rapporto diretto tra impresa e cliente, anche nella fase del risarcimento, dovrebbe incentivare le imprese ad investire sulla qualità dei servizi e sull’efficienza nella gestione dei sinistri, riducendo i tempi di rimborso ed abbattendo i costi complessivi del sistema, a vantaggio dei consumatori.

- Su tale tema è recentemente intervenuta la sentenza della Corte costituzionale n. 180 del 10 giugno 2009, la quale, nel rigettare una questione di legittimità costituzionale presentata in riferimento al medesimo articolo 149 del Codice delle assicurazioni, ha affermato che il predetto meccanismo di risarcimento diretto non ha carattere obbligatorio ed esclusivo, in quanto il soggetto danneggiato può comunque esperire l’azione di risarcimento, ai sensi dell’articolo 2054 del Codice civile, nei confronti della compagnia assicurativa del soggetto responsabile del danno.
Al di là della valutazione che si può dare di tale pronuncia in punto di diritto, occorre rilevare come essa, per espressa ammissione della stessa Corte, apra una serie di problemi applicativi che dovranno necessariamente affrontati in tempi brevi, in quanto rischia di svuotare di senso il meccanismo di risarcimento diretto introdotto dal Codice, ovvero di renderne difficoltosa l’applicazione.
A tale riguardo si può segnalare come, proprio al fine di dare soluzione a tale problematica, nell’ambito dell’esame, presso la Commissione Affari costituzionali del Senato, del disegno di legge S. 1955, di conversione del decreto – legge n. 194 del 2009, recante proroga di termini, il relatore, Malan, abbia presentato l’emendamento 9.64, che non è stato tuttavia esaminato in quanto dichiarato inammissibile, il quale prevedeva che l’azione diretta di risarcimento del danno deve essere esercitata nei confronti dell’impresa di assicurazione del veicolo sul quale il danneggiato era a bordo al momento del sinistro, specificando inoltre che deve essere convenuta in giudizio esclusivamente quest’ultima, quale sostituta processuale dell’impresa di assicurazione del veicolo del responsabile del sinistro, salva la possibilità, per l’assicurazione del veicolo del responsabile, di intervenire in giudizio ed estromettere l’altra impresa, e ferma restando, in ogni caso, la successiva regolazione dei rapporti tra le due imprese.

- Sempre connesso con il tema della concorrenza nel mercato assicurativo è quello degli assetti organizzativi del comparto.
Secondo alcuni, infatti, una delle ragioni del livello eccessivamente elevato dei costi per il consumatore e delle inefficienze del sistema, risiederebbe nell’eccessiva lunghezza della “filiera”, vale a dire dalla presenza di un numero eccessivamente ampio di figure professionali, alcune delle quali non adeguatamente qualificate e vigilate, che si limiterebbero a godere di alcune rendite di posizione, non corrispondenti ai servizi offerti, incidendo negativamente sui costi finali.

- Un altro profilo, più volte sottoposto all’attenzione della Commissione Finanze, riguarda la trasparenza delle condizioni contrattuali nel settore assicurativo, inteso in senso ampio.
Per quanto riguarda il settore dell’RC auto il problema è stato posto soprattutto per quanto attiene all’opacità dei profili tariffari, i quali risultano particolarmente articolati e differenziati, in ragione delle caratteristiche dei soggetti assicurati, delle rispettive classi di merito e della loro residenza. A tale riguardo l’ANIA ha affermato di essere fortemente impegnata, in stretta collaborazione con l’ISVAP, al fine di istituire il cosiddetto “preventivatore unico”, costituito da uno sportello informatico in cui il consumatore potrà confrontare i prezzi di listino di tutte le imprese, relativamente al profilo di interesse.

- Un ulteriore aspetto, per alcuni versi ancora più articolato, riguarda il settore delle polizze vita, il cui contenuto risulta in molti casi analogo a quello dei prodotti finanziari, anche complessi. Per tale tipologia di contratti si pongono quindi i medesimi problemi concernenti i prodotti finanziari, in particolare laddove essi abbiano un contenuto speculativo o siano connessi a strumenti finanziari derivati.

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