Martedì, 14 Maggio 2024


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Basta con le panzanate del riscaldamento globale. Gli eco-catastrofisti mentono. L'uomo non è una sciagura.




Qualche giorno fa, in una delle sale della Camera dei Deputati, assieme agli autori, nonché esperti di climatologia, Guido Guidi, Luigi Mariani e Mario Masi, oltre che alla Prof.ssa Maria Cristina Brizzi, ho avuto il piacere di presentare un libro certamente controcorrente: “No slogan: l’eco-ottimismo ai tempi del catastrofismo” (Sangel Edizioni).
Il dibattito partiva dalla considerazione che non è vero ciò che sostengono gli eco-catastrofisti, e cioè che l’uomo sia il “cancro del pianeta” e che per colpa delle sue azioni, singole o collettive, sta distruggendo la terra facendo aumentare le temperature (Al Gore ha vinto persino un Premio Nobel con queste balle senza alcun fondamento scientifico).


Esiste, invece, una nutritissima schiera di brillanti uomini di scienza che afferma una lapalissiana verità. L’uomo è l’unico essere vivente del nostro pianeta in grado di ragionare, di comprendere gli eventi e di rispondere ad essi in maniera logica. L’uomo è l’unico in grado di produrre energia e ricchezza. E’ lui, sempre l’uomo, che agendo sull’esistente ha permesso all’umanità di evolversi.
I catastrofisti, invece, dall’alto del loro smisurato potere mediatico ci bombardano di menzogne affermando che il cambiamento climatico prefigura prossime e imminenti sciagure. Ci spaventano dicendo che nel prossimo futuro il riscaldamento globale ci farà arrostire a causa di tremende ondate di caldo. Ci terrorizzano prefigurando terribili carestie. Causa di tutto ciò siamo tutti noi: l’Umanità.
Tutte idiozie !  I cambiamenti climatici avvengono ciclicamente e non sono assolutamente causati dall’uomo. Tra il 1718 e il 1719, ci furono 450.000 morti a Parigi per la canicola. Solo vent’anni dopo, nel 1740, l’inclemenza e il freddo, a cui seguì una carestia, fecero morire 200.000 persone nella sola Francia.
In quegli anni certamente poveri, aveva forse l’uomo raggiunto un livello di degrado e di potenza nei confronti della natura tale da far scatenare questi cambiamenti climatici ?
Ancora, il geofisico Lonnie Thompson nel 2005 annunciò: che il ghiacciaio del Kilimangiaro si stava sciogliendo e che nell’arco di vent’anni si sarebbe completamente sciolto. Peccato che lo scioglimento del ghiaccio del Kilimangiaro è iniziato nel 1880 e da allora sta continuando con la stessa lentezza di duecento anni fa. Se l’azione umana fosse così catastrofica il processo sarebbe stato accelerato e il Kilimangiaro oggi sarebbe una verdeggiante collina!
Chi ha ragione dunque? Gli eco-ottimisti, ai quali mi aggiungo con entusiasmo, o i minoritari ma potentissimi eco-catastrofisti, che barano sui dati ed influenzano l’ignara opinione pubblica ? Alcuni dati scientifici, fornitimi direttamente dal Prof. Luigi Mariani, ordinario di agronomia e climatologia all’Università di Milano, penso che vi torneranno utili per comprendere come stanno le cose:

  • In passato la civiltà è andata periodicamente in crisi causando morti e carestie per il troppo freddo e per la fame, ma sempre per la siccità e per il freddo, mai per il caldo;
  • il cosiddetto “riscaldamento globale”, o “global warming”, come lo chiamano loro, è globale per modo di dire in quanto interessa le latitudini medio-alte del pianeta, mentre le fasce intertropicali manifestano dalla notte dei tempi una confortante stazionarietà termica;
  • gli anni oggetto di studio 1983-2008 indicano che i deserti non solo non avanzano ma arretrano. Nel frattempo la superficie a bosco sta inesorabilmente aumentando (per esempio dal 1910 ad oggi in Italia è passata da 4.5 a 7 milioni di ettari con una crescita di quasi il 60%);
  • le  temperature della Terra sono ormai stazionarie dal 1998 mentre le coperture glaciali artiche e antartiche sono ritornate ai livelli medi di trent’anni fa;
  • l’uomo oggi riesce a sfamare molte più persone di quanto non riuscisse a fare 30 anni fa. Pur essendo la popolazione mondiale cresciuta fino a quasi 6 miliardi di persone, la popolazione denutrita è scesa dal 35% del 1973, al 15% del 2008. Ciò è stato possibile grazie alla tecnologia e alla migliore esperienza organizzativa che ha consentito alla produzione industriale e alla filiera agro-alimentare di produrre e distribuire una quantità di cibo maggiore e una migliore qualità del cibo stesso.

Chiudo facendo alcune rapide considerazioni:

1) i cambiamenti climatici accadono inevitabilmente e a prescindere dall’uomo, pertanto nei periodi di passaggio climatico, come questo, non c’è motivo di arroccarsi su posizioni apocalittiche;

2) dobbiamo avere un atteggiamento fiducioso. Se l’uomo, infatti, come si diceva più sopra, è l’unico essere in grado di capire cosa accade attorno a lui, egli di fatto,  è colui che utilizzando l’incredibile tecnologia che ha già a disposizione (e che sempre di più avrà) può migliorare la qualità della vita e lasciare alle generazioni che verranno un mondo migliore.

Alessandro Pagano

  

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