Sul Secolo D’Italia, ampio spazio all’intervento dell’On. Pagano, tenutosi nel corso della terza edizione del Leadership Forum, sulla nuova legge che rivoluzionerà il settore creditizio
Venerdì 24 Giugno 2011 09:40
Il ruolo che il credito al consumo americano ha avuto nel determinare la crisi immobiliare degli Stati Uniti e la depressione globale che ne è derivata ha dato vita a un’approfondita analisi del settore e a modifiche delle sue logiche di funzionamento.
Di questa importante innovazione se ne è parlato ieri nella terza edizione del Leadership Forum organizzato dalla rivista Simply Biz nei saloni dell’hotel Cavalieri Hilton di Roma con un panel di relatori molto qualificato tra i quali il parlamentare Alessandro Pagano, primo relatore della legge, Luca Zeloni della Banca d’Italia, Federico Luchetti del ministero dell’Economia; la sala era gremita di addetti del settore, tecnici e manager.
Ma quali saranno le linee guida di questa legge che, per Pagano, mette al centro “la tutela delle famiglie che hanno visto un peggioramento della loro solvibilità a seguito della grande crisi del 2008”? Una forte razionalizzazione della filiera di erogazione del servizio, specifiche di funzione più elevate per entrare nel sistema di fornitura (agente monomandatario e non più plurimandatario, il mediatore che non può essere più una persona fisica ma giuridica in forma di SpA), un controllo più stringente da parte di Banca d’Italia e la possibilità, garantita al consumatore, di un recesso per inadempimento del fornitore di beni e servizi acquistati con il prestito con diritto di rimborso delle rate già pagate. E, per evitare un suo eccessivo indebitamento per mezzo di un troppo esteso utilizzo del credito al consumo, un sistema di blogvalutazione del suo merito creditizio, da parte della
società erogante, più preciso e analitico (una legge ben scritta, formulata “attraverso un costante confronto con gli addetti ai lavori, le associazioni di categoria – continua Pagano – e con una costruttivo lavoro che si è sviluppato in Parlamento secondo una perfetta logica bipartisan”). Ma anche se il meccanismo dovrà decollare a partire da gennaio 2012, già adesso si vedono i primi risultati di questa razionalizzazione e non sono del tutto positivi in termini di pluralità dell’offerta complessiva. Se da un lato, infatti, si vogliono eliminare dalla catena distributiva le strutture con un basso livello di professionalità, dall’altro si sta eccedendo nel concentrare i servizi in mano alle banche. “Nel 2009 – dice Pagano – il 70% del mercato era controllato da banche, il restante da
operatori parabancari, mentre la proiezione del 2011 ci dice che il settore adesso è per il 95% in mano alle banche. Tutto questo è voluto dal legislatore? Sicuramente no”.
«Le regole devono essere tarate per il mercato complessivo e quindi anche per quello in cui sono
presenti piccoli e medi operatori – interviene Antonio Giordano, responsabile per le relazioni esterne dell’Ufi (Unione finanziarie italiane) – e le dinamiche del mercato del credito al consumo le possiamo assimilare a quelle di un mercato rionale. Se questo mercato è un’opportunità e la fissazione di regole troppo stringenti lo chiude, abbiamo raggiunto il risultato?
Affinché il mercato rionale rimanga per quelle persone che non hanno la macchina per recarsi al grande centro commerciale, è necessario che le regole stabilite tengano in considerazione e tutelino anche la sua esistenza oltre a regolamentare i grandi centri commerciali”. La legge tutela il consumatore di fronte a un settore altrimenti preponderante nella forza contrattuale, ma è anche necessario considerare che questa tipologia di finanziamento, il credito al consumo,
rappresenta un abito su misura per il consumatore piuttosto che un prodotto standard da vendere
allo sportello e l’esigenza di consulenti, broker specializzati in grado di fotografare l’offerta complessiva e di offrire il miglior prodotto presente sul mercato per quelle specifica esigenza del consumatore, diventa necessità e obiettivo da tutelare.