L’ITALIA NON È UN PAESE PER GIOVANI
Martedì 22 Novembre 2011 12:50
Sintesi dell’intervento dell’On. Alessandro Pagano
• I Giovani e il mondo del lavoro
Premessa:
a. In Italia ci sono troppi laureati non adeguati alle sfide dell’ora presente.
b. Tra le prime 150 università a livello mondiale, solo una è italiana.
c. Ci sono troppi laureati in settori che non sono strategici rispetto alle esigenze di sviluppo del Paese. In particolare troppi sono i laureati in scienze sociali (psicologia, sociologia, scienze della formazione, scienze politiche, etc.)
d. Abbondano le figure di impiegati generici tipiche di un sistema basato sull’assistenzialismo.
Soluzioni auspicabili:
- Incentivare con apposite politiche del lavoro, l’utilizzo di Master post universitari al fine di sviluppare competenze più specifiche e sopperire così alla sterilità e all’insipienza di molti corsi di laurea.
- Operare una riforma del lavoro che torni a valorizzare gli antichi mestieri manuali oggi scomparsi e di cui il mercato continua a chiedere in gran numero.
- Prevedere misure che favoriscano l’apprendistato dei giovani al mondo dei mestieri, riconoscendo il valore formativo ed educativo dell’esperienza lavorativa anche temporanea.
- Vincolare l’accesso per tutte le facoltà universitarie al superamento di una qualificata prova di inglese.
• I Giovani e la famiglia
Premessa:
a. L’Italia soffre per l’assenza di ricambio generazionale
Soluzione auspicabile:
- Avviare nuove politiche a favore della famiglia perché non si può ottenere un’inversione di tendenza senza concepire interventi mirati. A tal fine bisogna puntare sul “Fattore Famiglia”, principio capace di “creare” nuovo capitale umano, e ripensare al modello di welfare premiando le famiglie che scelgono di fare figli.
26 luglio 2011, Sede UniCredit, via A. Specchi, Roma