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Il Mattinale del 01/10/2012

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Analisi/Il rigore non salva l’euro intanto però strangola la ripresa


 

Si apre per l’Unione Europea e per l’Italia un’altra settimana difficile, quasi a smentire chi pensava ormai che la crisi globale fosse alle spalle. È in piena difficoltà la Spagna che ha varato un piano di austerità molto contrastato, si appresta a chiedere l’intervento del Fondo salva-Stati, deve trovare 60 miliardi di euro per ricapitalizzare le proprie banche sull’orlo del dissesto. Tutto ciò mentre svanisce la pace sociale, si infittiscono gli scioperi e le manifestazioni di piazza, i giovani e le donne lamentano una disoccupazione vicina al 50 per cento, la Borsa perde terreno sotto l’attacco speculativo.

Il premier spagnolo ha convocato un vertice con le regioni più indebitate, anche perché la ricca Catalogna già comincia ad avanzare istanze di tipo separatista e si teme un verdetto negativo delle agenzie di "rating" nei confronti di Madrid. Sullo sfondo resta l’entrata in vigore, tra una settimana esatta, del nuovo Fondo salva-Stati assieme a un’ennesima riunione dei ministri delle Finanze del continente.

Intanto la Grande Malata dell’Europa, la Grecia, riceverà comunque gli aiuti promessi, nonostante il settimanale tedesco Spiegel abbia rivelato che i conti pubblici di Atene sono stati, come dire, addolciti. Il problema non è soltanto quello di evitare nuovi e pesanti scontri sociali, ma di frenare la deriva dei debiti pubblici dei Paesi mediterranei. Purtroppo la Germania non ha affatto mitigato la sua posizione di estremo rigore, purtroppo il Cancelliere Merkel non ci sente da questo lato, purtroppo l’opinione pubblica tedesca chiede nuovi giri di vite, nuove frenate, nuove limitazioni fiscali e di spesa da parte degli altri Paesi: sacrifici, è la parola d’ordine, fate sacrifici e resterete in Europa. Ma intanto le iniezioni di liquidità da parte della Riserva Federale americana rendono il dollaro più debole e quindi anche le esportazioni Usa più appetibili, proprio mentre il grande continente verso il quale tutti vorrebbero esportare, la Cina, registra una fase di quasi-rallentamento dell’economia.

Tutto il sistema globale appare dunque in sofferenza. Ma la crisi dell’euro non potrà essere risolta in maniera definitiva finché non vi sarà una vera e propria Banca Centrale in Europa, dotata dei classici poteri di battere moneta e di scegliere come aprire o chiudere il rubinetto della liquidità. Ma qui l’unica strada ragionevole verso la soluzione si infrange inevitabilmente e senza scampo sul muro di granito dell’atteggiamento rigorista della Germania, dell’Olanda, della Finlandia. Su scala europea, così come avviene in casa nostra, il rigore finisce per strangolare ogni accenno di ripresa.

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Alfano: no a un candidato virtuale

“In una democrazia non si può fare a meno delle elezioni. Ci vuole rispetto per il risultato elettorale. La prossima primavera si vota, ma se Monti non si candida è difficile” pensare a un secondo mandato per il Professore. O meglio, a questo punto “come dovrebbe nascere un Monti bis diventerebbe inspiegabile tecnicamente”. Lo dice il segretario del Pdl, Angelino Alfano, a Skytg24.

In merito alla possibilità di un nuovo Esecutivo a guida Monti, puntualizza: “la sinistra avrà un candidato, noi avremo il nostro. Dall’altro lato invece ce n’è uno virtuale che annuncia che non si candida. Alcuni politici considerano la politica come le costruzioni Lego, ma è fatta di carne e sangue, di battaglie. Io ho una certa difficoltà a immaginare un candidato virtuale che non scende in campo”.

Alfano ribadisce che “la bandiera del Pdl è pulita” e che i ladri e i ruba galline “li cacciamo tutti, non avremo pietà per nessuno. Ci costituiremo come parte civile e cacceremo tutti coloro che hanno infangato e infangheranno il nostro partito. Proporremo la certificazione esterna e la razionalizzazione delle spese. I conti dei consigli regionali dovranno essere pubblici”. Inoltre, “ci riuniremo in assemblea per il ‘rinascimento azzurro’, definiremo i criteri per le candidature e individueremo le sanzioni per coloro che violeranno le regole. Dopo 20 anni di Berlusconi c’è bisogno di aria fresca”.

Sul disegno di legge anticorruzione ricorda che “da ministro ho portato in Parlamento con la mia prima firma questo testo. Siamo per una approvazione rapida, con un emendamento contro tutti quelli che fanno quello che è stato fatto alla Regione Lazio, approfittando dei fondi pubblici, con pene da due a sei anni.”. Respinge le accuse rivolte al Pdl di voler frenare il ddl per ottenere il via libera su altri provvedimenti in materia di giustizia: “noi abbiamo come testimonianza un comunicato di palazzo Chigi, non del Pdl quindi, nel quale veniva detto che ci sono tre questioni non risolte sulla giustizia. E abbiamo proposto non di bloccare l’anticorruzione ma di fare tre cose: una è il ddl sulla corruzione, l’altra è la legge sulla responsabilità civile dei giudici, infine la legge non contro le intercettazioni ma contro gli abusi nelle intercettazioni”.

Su Montezemolo afferma di apprezzare “serietà della posizione politica espressa nell’intervista al Corriere della Sera. Ha dato un importante riconoscimento al Pdl come grande area moderata”. “Montezemolo federatore dell’area moderata? Mi pare che la posizione espressa sia che non si candida a questo. Sostiene Monti, che a sua volta non si candida. Credo che occorra fare un po’ di chiarezza”.

Parlando di economia sostiene che la posizione del presidente di Confindustria, che propone di togliere tre miliardi di incentivi e sottrarre pari importo all’imposizione fiscale, “sia una posizione responsabile e costruttiva. Cerca, infatti, di risolvere i problemi e non si limita a denunciare il male e basta”.

Alfano propone “la revisione di Equitalia perché ha poteri troppo invasivi e il fisco non può dare l’impressione di essere il cappio intorno al collo dei cittadini. Come ha detto Squinzi togliamo gli incentivi ed utilizziamo questo denaro per diminuire la quota di tasse”.

A una domanda su Marchionne risponde che “la Fiat ha avuto tanto dall’Italia e non può dimenticare” ed evidenzia come manchino leggi per le imprese, nonostante quella sul lavoro approvata di recente.

Giro: Berlusconi può chiedere il copyright della lista-Italia

"La lista civica per l'italia non e' una proposta nuova, anzi Berlusconi potrebbe rivendicarne il copyright visto che lui stesso mesi fa la prese in seria considerazione per ampliare insieme al Pdl il perimetro del centrodestra".

Lo afferma l'esponente del Pdl Francesco Giro che aggiunge: "Ma per essere credibile in quella lista non possono comparire vecchi volti altrimenti perderebbe gran parte della sua forza innovatrice. Fini e Casini hanno tutto il diritto di interrogarsi sulle prospettive politiche del centro moderato ma non possono pretendere anche di animare e essere i protagonisti di una lista di rottura".

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Casini prepara la lista per conto terzi

Il partito del Monti-bis è dunque sceso in campo: c’erano già, da tempo, i poteri forti, Confindustria, la finanza internazionale e una Cancelleria europea non propriamente marginale come quella tedesca. E anche l’eretico Marchionne aveva salutato con entusiasmo la disponibilità del premier a servire il Paese anche dopo le elezioni. L’ultimo in ordine di tempo, ma non di importanza, è stato il presidente della Ferrari Montezemolo, che ha messo la sua associazione a disposizione di un listone civico moderato che dovrebbe fare da trampolino di lancio, appunto, per il Monti-bis. Un listone di centro, a quanto si è capito, alternativo sia al Pdl che al Pd, al quale hanno subito aderito sia Casini che Fini, quest’ultimo pronto a giocare il suo zero virgola in un’operazione che per lui significherebbe la sopravvivenza politica.

Montezemolo quindi scende in campo ma resta in panchina e lascia a Monti il proscenio. L’annuncio dato a Corriere e Repubblica è di quelli, non c’è dubbio, in grado di scombussolare le prospettive politiche ma c’è un "ma" grosso come una casa: come può una grande democrazia designare già prima del voto un futuro premier che non si candida ma lascia che a pesare il suo consenso sia un listone che corre per conto terzi? Si può obiettare che, essendo senatore a vita, Monti non si può candidare al Parlamento. Ma il discorso non torna ugualmente, perché è dovere primario di tutti rispettare non solo gli elettori, ma anche le forze politiche che si presentano con programmi alternativi per contendersi la guida del Paese. Se dalle urne non uscirà una maggioranza chiara e univoca alla Camera e al Senato, allora e solo allora si potrà parlare di grande coalizione, non certo ora.

Intanto c’è ancora da decidere con quale legge elettorale si andrà a votare, e poi quali saranno realmente gli schieramenti in campo. Una cosa è, da oggi, evidente: il progetto di Bersani dell’alleanza con Vendola e Casini è naufragata prima ancora di nascere. E anche l’opzione caldeggiata a lungo soprattutto da D’Alema di un accordo strategico tra Pd e Udc, facendo leva sul laboratorio siciliano, è tramontata. Casini la sua scelta l’ha fatta, ed è quella di agganciare il suo vagoncino al treno "Italo" di Montezemolo e Monti. Per questo il segretario del Pd è stato il più acceso nel contrastare il progetto neocentrista, e il motivo è semplice: lui che si sente già premier in pectore non ne vuol sapere di fare eventualmente un passo indietro per lasciare comunque la poltrona di Palazzo Chigi a Monti.

Anche Renzi, su questo punto, la pensa esattamente come il suo avversario, ma l’ala cattolica del Pd - e non solo quella - vede con favore una riconferma del professore. Un’altra cosa è apparsa evidente nei toni e nella sostanza di quanto ha detto Montezemolo: la sua appartenenza alla stessa area moderata alla quale appartiene il Pdl, come alternativa a una sinistra guidata dalla Cgil. Da ieri, insomma, il Pd si trova sempre più isolato.

Bernini: Terzo Polo, operazione furbesca

"Il tentativo di usare il nome di Monti per dar vita all'ennesima lista, gruppetto o partitino centrista, si chiami esso Terzo Polo, Futuro e Liberta' o Lista Italia, e' un gia' visto furbesco che sa di stantio". Lo scrive in una nota Anna Maria Bernini, deputata e Portavoce Vicario del Popolo della Liberta'.

"Cosi' come e' deprimente che i principali sponsor del partito di Monti si becchino tra loro come galli, come emerge dalle rispettive frecciate incrociate che si lanciano Fini, Casini, Montezemolo. La verita' - conclude Bernini - e' che gli ultras di Monti sono i primi a danneggiare Monti, uomo di Stato con senso delle istituzioni, che ha dichiarato di essere pronto a servire il Paese, ma di non avere alcuna intenzione di farsi trascinare nei trucchi e nelle furbizie nell'agone politico".

Lupi: il Terzo Polo ha già fallito

“Sembra che siano tutti pronti a tirare la giacca al premier, ovviamente per i loro interessi, ma credo sia il miglior modo per non farlo candidare. Comunque, ci sono delle differenze: Fini e Casini rappresentano la vecchia politica, prima col tentativo di fare il Terzo polo, fallito senza elettori, ora con una nuova formula pensata per recuperare consenso”, mentre “nel movimento di Montezemolo vedo la natura e l’origine della prima Forza Italia. Credo possa essere una risorsa per il centrodestra e anche per il PdL”. Lo afferma Maurizio Lupi, vicepresidente della Camera, in un’intervista a Repubblica.

“Monti ha solo dichiarato una disponibilità in caso di impasse, a meno che non scenda in campo come leader di una coalizione. Ma in questo caso verrebbe meno come risorsa, perché la risorsa di Monti è la sua terzietà”. Sulla candidatura di Silvio Berlusconi, “il fatto che non abbia deciso è un atteggiamento positivo e responsabile. È il primo disponibile a fare dieci passi indietro se si trova una candidatura che possa interpretare la proposta nuova che dovremo essere in grado di creare”.

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Ma è una lista senza voti

Pier Ferdinando Casini, Gianfranco Fini, Luca di Montezemolo (ma senza impegnarsi di persona, altrimenti è a rischio la piega dei pantaloni), Oscar Giannino, Ernesto Auci, Bruno Tabacci, Emma Marcegaglia. Domanda: ma vi sembra una maggioranza questa? Uno schieramento parlamentare per sostenere il bis di Mario Monti, addirittura per rilanciare l’Italia di fronte al mondo e rinnovare la politica passando alla terza repubblica? Oppure è il ruggito di partiti e partitini dello zero virgola, tutti in cerca di sponsor, di po’ di pubblicità e di un posticino al sole?

Riepiloghiamo. Alle elezioni mancano sei-sette mesi, nei quali potrebbe accadere di tutto, in politica, nell’economia, nel mondo. Al termine di una missione negli Usa soprattutto per rassicurare mercati e fondi d’investimento, Monti ha aperto cautissimamente ad una disponibilità per il reincarico. Angelino Alfano, dopo quasi un anno di sostegno parlamentare responsabile ma non a tappetino del Pdl, ha riconosciuto al premier la dimensione dello statista, che però dovrebbe misurarsi con le elezioni. Evidente. Purtroppo in quello spiraglio aperto da Monti ha cercato di infilarsi di tutto, con momenti di vera comicità. Per esempio Italo Bocchino ha dichiarato stamani a Sky: "Monti? È al governo grazie alla responsabilità di persone come me e Fini, che hanno rinunciato alle poltrone". Sì, avete capito bene.

A tutto c’è un limite, soprattutto al ridicolo. Monti è stato finora un tecnico serissimo, che ha gestito l’emergenza grazie al passo indietro di Berlusconi (altro che Fini) e al sostegno parlamentare di chi ha i numeri. E cioè innanzi tutto il Pdl, poi il Pd e in misura (molto) minore l’Udc. Adesso rischia di vedere il proprio marchio espropriato, e gratis, da chi il Parlamento non lo vede neppure col binocolo. E quindi la sua vicenda di governo si espone al pericolo di una campagna elettorale lunghissima, per di più da parte di chi chiacchiera molto e non conta un tubo nel Paese. Sono questi, per troppo zelo, i primi nemici di Monti, e il professore dovrebbe saperlo.  

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Rinascimento del PdL, decisione vincente

Agenzia di stampa Adnkronos di domenica 30 settembre

Il ‘rinascimento azzurro’ annunciato dal segretario del Pdl Angelino Alfano, con la promessa di “cacciare tutti coloro che hanno infangato il partito, senza avere pietà per nessuno e portando avanti un’operazione di pulizia interna” potrà avere anche l’effetto di sollevare le sorti elettorali del Popolo della libertà, lanciando un messaggio positivo agli elettori colpiti negativamente dagli ultimi scandali, Lazio in testa. È quanto ritengono i principali sondaggisti, sentiti dalla Adnkronos sugli effetti del discorso di Alfano in termini di voti.

“Il messaggio da solo non basta - sostiene Renato Mannheimer, sociologo alla guida dell’Ispo, l’Istituto di studi sulla pubblica opinione - ma se il Pdl fa davvero quello che ha annunciato il suo segretario Alfano, sicuramente ne trarrà un beneficio in termini di consenso elettorale (…) quanto annunciato da Alfano assieme alla presentazione di proposte politiche, che siano concrete e persuasive, può riempire parzialmente quel grande spazio lasciato al momento vuoto all’interno dell’elettorato di centrodestra, che non si è spostato sul centrosinistra ma deluso si è rifugiato nell’astensione dal voto”.

Ancora più fiducioso sul risultato che potrebbe conseguire l’iniziativa annunciata dal segretario del Popolo della libertà è il sondaggista Nicola Piepoli: “Le parole di Alfano, se saranno mantenute, faranno sì che gli elettori non andranno via dal Pdl, rassicurando coloro che ancora ‘penzolanti’ chiedono di avere una ragione seria per rimanere elettoralmente fedeli al loro partito”. Per Piepoli, “Alfano, che è un buon leader politico, con il suo discorso rassicurante in tal senso dà questa buona ragione, promettendo pulizia. Magari non servirà a conquistare nuovi elettori, ma sicuramente sarà molto utile per mantenere quelli rimasti e per far tornare indietro quelli che ultimamente si erano allontanati, non ancora definitivamente”. Osserva ancora Piepoli: “Alfano fa bene a fare proprio quel che suggerisce il motto stampato sullo stemma degli Oranges, ovvero ‘Io mantengo’, perché prima bisogna assicurarsi la sopravvivenza e poi eventualmente pensare a crescere”.

Su una lunghezza d’onda simile a Mannheimer e a Piepoli si sintonizza anche Maurizio Pessato, vicepresidente della Swg. “Il tasto toccato da Alfano, quello della pulizia dopo gli scandali nel Pdl, è sicuramente un punto sensibile per l’elettorato, anche per quello di centrodestra”.

PdL/Carfagna: con Alfano per pulizie d’autunno

“Il Pdl è un partito di donne e uomini onesti, che spesso decidono di fare politica contro il loro interesse, intendono il loro impegno come un servizio in favore del prossimo. Coloro che hanno voluto sfruttare il nostro partito per guadagnare soldi o potere ci hanno fatto un danno: bene dunque che, come annunciato oggi dal segretario, il Pdl si costituisca parte civile contro i protagonisti delle ruberie nel Lazio”. Così Mara Carfagna commenta l’annuncio di rinnovamento da parte di Angelino Alfano.

PdL/Gelmini: bene Alfano su trasparenza, il partito si rialzerà

“Pieno appoggio al segretario”. Mariastella Gelmini accoglie con favore le parole di Angelino Alfano che a SkyTg24 parla di un Pdl che ha bisogno di “aria fresca”.

L’ex ministro sposa la linea della “trasparenza”, testimoniata anche “dalla reazione tempestiva” che lo stesso Alfano ha avuto sullo scandalo Lazio.

“La linea decisionista del segretario ha l’appoggio di tutto il Pdl. C’è bisogno di dare la vera immagine del Pdl, che non è fatto di persone come Fiorito ma di tanta militanza, tanti amministratori perbene che non hanno le prime pagine dei giornali ma che sono impegnati tutti i giorni nell’interesse collettivo”.

PdL/Quagliariello: ok Alfano, serve un’iniziativa programmatica

Angelino Alfano “ha fatto bene a dare questo segnale”, il Pdl deve “portare subito il discorso anche sul terreno programmatico e identitario”. Gaetano Quagliariello accoglie con favore le parole del segretario del Pdl sulla necessità di far entrare ‘aria fresca’ nel partito.

“Sono convinto - sottolinea Quagliariello - che il Pdl abbia la migliore classe politica, ma non riesce a venir fuori perché finora si è presentata sotto forma di individualità microcosmiche. Se si riesce a fare sintesi, facciamo partire il rinnovamento. E Alfano può essere il segretario giusto per far questo. L’importante è spostare il discorso subito sul terreno identitario e programmtico”.

PdL/Sacconi: bene Alfano su ‘rinascimento azzurro’

“Le dichiarazioni del segretario nazionale del Popolo della Libertà a proposito di un ‘rinascimento azzurro’ a quasi vent’anni dall’inizio dell’attuale ciclo politico corrispondono alle attese di una grande moltitudine di militanti”. Lo sottolinea Maurizio Sacconi, ex Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, in una dichiarazione. “Alfano ha voluto soprattutto rappresentare le speranze di quella grande parte della comunità nazionale che non si vuole rassegnare alla vittoria elettorale della sinistra statalista e illiberale e perciò - conclude Sacconi - chiede una rinnovata offerta politica dei moderati".

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“Fini confessa rapporti privilegiati con 007”

“Per me la vera notizia è che Gianfranco Fini ha pubblicamente confessato di avere rapporti privilegiati con agenti dei nostri servizi segreti”. Così in una nota il deputato di ‘Popolo e Territorio’, Giancarlo Lehner.

“Mi chiedo - prosegue Lehner - se ciò non evochi l’ombra nera dei poteri forti ed occulti e se sia lecito al presidente della Camera mantenere contatti, per fini personali, con gli 007. Inoltre, mi domando se Fini, dimostratosi capace di siffatto faux pas, cioè di tanta sventatezza, solo per difendere il suo pseudocognato, non debba ritrovare il proprio equilibrio con un’esistenza tranquilla e finalmente lavorativa, ben lontana dagli stress e dai veleni della politica e del Parlamento”.

Angelino Alfano - “Fini parla sempre e solo come uomo di partito. Sta creando una situazione che non ha precedenti nella storia. Mi appello alla sinistra affinché si rimuova questa situazione di Fini. Bisogna fare qualcosa, finché siamo ancora in tempo, per bloccare questa deriva istituzionale che non porta onore alla Camera. Altrimenti il prossimo presidente di Montecitorio, si sentirà legittimato a parlare come un capo di partito”. Poi l’affondo su Fini alla luce dello scontro con Berlusconi degli ultimi giorni: “è malato di sma - sindrome maniacale antiberlusconiana. Ogni giorno lo attacca, ha superato ogni tollerabilità”.

Fabrizio Cicchitto - “Vogliamo esprimerci nella forma più pacata possibile,ma oramai è evidente a tutti che l’on. Fini è così impegnato nella versione più dura dello scontro politico ed elettorale in atto e del quale egli chiaramente vuole essere uno dei protagonisti di prima linea, che ciò è in totale contraddizione con l’atteggiamento di imparzialità e sobrietà che dovrebbe caratterizzare una altissima carica istituzionale dello Stato. La contraddizione fra l’on. Fini leader di un partito politico e il Fini presidente della Camera è clamorosa e difficilmente contestabile. Per la normalità del confronto politico sarebbe bene che egli ne traesse le conseguenze anche perché si sta costituendo un precedente destinato a modificare in peggio la qualità della carica di presidente delle assemblee elettive”.

Fabio Rampelli - “Fini non faccia il furbo. La neutralità cui è vincolato il presidente della Camera non è limitata al rispetto del regolamento interno all’aula di Montecitorio, altrimenti la sua poltrona in questi decenni sarebbe stata affidata per concorso a un buon notaio. Risponda nel merito all’accusa di continue scorrettezze istituzionali perpetrate prima ai danni di un governo legittimo e poi del presidente del PdL”.

Jole Santelli - “È difficile comprendere l’ennesima capriola di Fini che, abbandonato il Pdl cui rimproverava di non aver raggiunto la forma effettiva di partito, averne costruito un altro Fli che doveva essere specchio di rappresentanza democratica, ora ancora dalla convention di Fli contesta la forma partito tramite la chiamata alla società civile. davvero capire se tali parole arrivano da una persona che ricopre la carica di segretario e presidente di partito da ventinove anni”.

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Imprese e fisco, cambiare per non morire

“Stiamo morendo di fisco”: il grido di dolore del presidente di Confindustria, disposto a barattare la fine di ogni incentivo alle imprese con meno tasse sul lavoro e un taglio dell’Irap, è arrivato in chiusura di una settimana che si era aperta con analogo appello di Silvio Berlusconi a porre freni e limiti a uno “Stato di polizia tributaria” che paralizza investimenti e consumi. Sintonia non casuale, trattandosi di imprenditori che, conoscendo i problemi delle aziende, non faticano a individuare nel carico fiscale (20 punti in più rispetto alla Germania, un abisso) il maggior freno allo sviluppo. Dal Pdl è arrivato subito un appoggio incondizionato a Squinzi e l’auspicio, espresso da Lupi, che il governo muova in questa direzione, anche per decreto.

Perché in questo paese il carico fiscale è ulteriormente appesantito da un peso burocratico insopportabile: le imprese italiane che devono pagare le tasse, per farlo sono costrette a dedicare una media di 36 giorni alle incombenze burocratiche, il 75% in più rispetto alla media dei paesi dell’area Ue. In questo quadro di vera e propria oppressione fiscale non poteva mancare il profilo giudiziario.

Se ne fa carico una interessante inchiesta del Sole 24 Ore, che segnala un balzo del 50% in due anni dei reati tributari. Poco a che fare con l’evasione fiscale: la crescita va attribuita in massima parte alla crisi economica, più che altro imprenditori che si trovano davanti al dilemma se utilizzare i soldi in cassa per pagare i fornitori e i dipendenti oppure il fisco; se investire nell’impresa per non farla morire oppure regolarizzare i versamenti per Iva o contributi. Per non parlare di quanti, debitori del Fisco, sono creditori di una pubblica amministrazione che non paga. E’ una situazione, quella della punibilità penale per omessi versamenti, che affonda le sue radici nella riforma dei reati tributari varata dai governi di sinistra (D’Alema-Amato) nel 2000, quella per omesso versamento dell’Iva fu introdotta nel 2006 dal decreto Visco-Bersani. “Una riforma che ha fallito” dichiara Francesco Greco, ex magistrato del pool di Mani Pulite.

Anche qui il governo dovrebbe mettere le mani nella normativa: qui non si parla di evasione fiscale, la crisi economica è tale che i mancati versamenti al fisco sono spesso l’ultima ancora di salvezza per non chiudere un’impresa, una sorta di autofinanziamento “per non morire”, come ha gridato il presidente degli industriali.

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Cangini/La furbata centrista

Da La Nazione, a firma Franco Cangini

Caso vuole che il preannuncio del listone nazionale per Monti premier cada nella ricorrenza dell’incontro clandestino che a Milano, nel cupo 1942, segnò l’atto di nascita della Democrazia cristiana. Ci risiamo: i drammi della storia tendono a ripetersi in forma di commedia.

Nessuno dei protagonisti dell’iniziativa di settant’anni fa poteva prevedere i frutti che avrebbe dato quel seme. Non un partito confessionale capace di dare testimonianza della congiunzione di valori religiosi e civili, ma un grande partito nazionale investito del compito di rappresentare tutti gli interessi convergenti con la rinascita del Paese. Questo fu e a lungo rimase, al di là delle intenzioni, la Dc di De Gasperi. Ma il listone annunciato da Casini e Fini è un tiro di dadi al tavolo della politica spettacolo. Una mossa furbesca per far baciare dal consenso elettorale il rospetto Udc, partitino simil-democristiano, e trasformarlo nel principe virtuale di un partito ingrossato dai voti delle più svariate provenienze, veicolati dall’orrore del vuoto di futuro.

Difficile credere che Monti sia lusingato da un’iniziativa che lo strappa dalla sua felice condizione di ‘terzietà’, al di sopra della mischia, per alzarlo riluttante sugli scudi di una parte politica. Coinvolgendo lui, il governo dei professori e la tregua politica fin qui assicurata, nelle asprezze dell’imminente scontro elettorale.

Con la sua mossa, l’astuto Pier conta di mettersi nelle condizioni di realizzare in proprio il progetto di ricomposizione dell’area ‘moderata’, vagheggiato da Berlusconi per interposto Alfano. Fine del doppio gioco con Bersani, indotto a crederlo disposto a fungere da ruota di scorta di un nuovo centrosinistra. Al leader (contestato) del Pd sembrerà di rivivere l’incubo del 1994, quando l’irruzione imprevista di Berlusconi fece deragliare la «gioiosa macchina da guerra» di Occhetto, lanciata verso una facile vittoria per mancanza di concorrenti. Il listone ‘Monti forever’ rimette in discussione le confortanti certezze di vittoria elettorale, seguita da un governo con guida a sinistra.

Ma più dei destini incrociati del gioco politico, interessa l’oroscopo che se ne può trarre per il nostro destino collettivo, prostrato dalla feroce depressione economica che è il prezzo pagato all’incerta attesa dei futuri miracoli della ‘cura Monti’.

L’avversione manifesta verso la politica economica del governo di quasi tutta la sinistra, partitica e sindacale (la Cgil di Camusso…), è tale da considerare una fortuna che non spetti a lei di assumerne l’eredità. Nello stesso tempo si deve sperare che la tregua dei conflitti di fazione, assicurata dalla ‘strana maggioranza’ a sostegno del governo dei professori, prosegua dopo Monti. E qui si raccomanda alla riflessione di Bersani e compagni la pagina dei Quaderni di Antonio Gramsci in cui si riconosce la necessità del ricorso a una «soluzione arbitrale» dei conflitti politici, nelle situazioni in cui l’equilibrio delle forze è tale «che la continuazione della lotta non può concludersi che con la distruzione reciproca».

Forse la cura Monti non è il meglio per salvare l’Italia, ma la ripresa dello scontro frontale destra-sinistra è certo il modo più sicuro per perderla.

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“Se Casini punta al Colle. Fini punta a non sparire”

Rassegna Stampa

Il Sole 24 Ore (Stefano Folli) - Colpisce soprattutto l’inquietudine del Pd, cioè la forza che ritiene… di essere avviata a conquistare la maggioranza relativa alle elezioni. Il partito di Bersani dà l’idea di essere stato preso in contropiede e di non sapere come destreggiarsi… La prospettiva politica del centrosinistra prevede, come è noto, un’intesa con Vendola prima del voto e un accordo con Casini dopo le elezioni. Ma il primo è un avversario dichiarato delle politiche montiane, mentre il secondo è un convinto sostenitore del presidente del Consiglio … Ne deriva che il dibattito sul Monti-bis è alquanto surreale…

Corriere della Sera (Ernesto Galli Della Loggia) - Non è necessario avere una particolare simpatia per Matteo Renzi, condividerne la sommarietà del programma o il piglio da Gianburrasca, per stupirsi della piega che stanno prendendo le «primarie» dentro il Partito democratico. Una piega che si riassume non solo nel tentativo di boicottare in tutti i modi la candidatura del sindaco di Firenze, ma nel tipo di reazioni che questa sta scatenando in una parte del gruppo dirigente della sinistra. In qualsiasi elezione, e dunque anche nelle «primarie», opporsi politicamente a un candidato è più che legittimo. Boicottarne la candidatura invece no. Equivale precisamente a un boicottaggio, per esempio, il predispone un sistema di regole fatte apposta per ostacolare la vittoria di un determinato candidato. E quanto, per l’appunto, ciò che starebbe avvenendo in queste ore nelle segrete stanze del Pd… Ci manca poco che uno di questi giorni Renzi si veda affibbiato l’epiteto di «fascista»…

Libero (Massimo De’ Manzoni) - Agli italiani resta il brutto spettacolo della terza carica dello Stato che scende nei ring dei talk show spinto dalla disperazione per i voti che non ha più, dopo aver contribuito da protagonista assoluto alla distruzione prima della destra e poi del centrodestra italiani. E a proposito di disgusto, resta lo sbalordimento per un presidente della Camera che sbandiera spudoratamente le sue entrature nei Servizi segreti, usate al di fuori di qualsiasi regola per ottenere informazioni riservate. E resta pure lo sconforto per un uomo delle istituzioni il quale, proprio nel momento in cui si scoprono ulteriori sperperi vergognosi di denaro pubblico, ha il coraggio di promuovere un’azione legale intimidatoria contro un giornale, questo, che ha avuto il torto di rivelare i suoi emolumenti (a proposito: 15.114 euro netti al mese, record italiano per un politico). E di denunciare l’assurdità, riconosciuta anche dal ministro Cancellieri, di pagare nove stanze d’albergo per due mesi e mezzo per allo are la sua scorta nel luogo di villeggiatura che lui frequenta per meno di un quinto di quel tempo…

Il Giornale (Francesco Cramer) – Casini, Fini e Montezemolo sono i Qui, Quo e Qua della politica, alla ricerca di un Paperon de Paperoni dei consensi. Che è Mario Monti… Se Casini punta ambiziosamente al Colle, il presidente della Camera punta pietosamente a non sparire. Esaurito il serbatoio di consensi riempito con lo scatto del «Che fai, mi cacci?», Fini paga lo stesso scotto di credibilità che ha Casini: essere vecchio e per di più altalenante. Ha cambiato opinione su tutto: fascista e antifascista; bipolarista e antibipolarista; sociale e liberista; berlusconiano e antiberlusconiano; cattolico e mangiapreti; presidenzialista e parlamentarista.Tutto e il contrario di tutto. Anche Fini, come Casini, apre alla società civile e predica il passo indietro dei dinosauri nei partiti. Ma, come Casini, si guarda bene dal farlo lui stesso quel passo…

Corriere della Sera (Pierluigi Battista) - Ora è esplicito che l’arcipelago neo-centrista, il nuovo partito di Montezemolo, quello di Casini, quello di Fini più altri e variegati frammenti della galassia moderata andranno alle elezioni con un candidato che non si candida: Mario Monti… Il rischio maggiore è che il governo tecnico, diventando la bandiera di una parte, smarrisca quel connotato ecumenico che ne fa l’espressione di una grande coalizione cementata dal senso di responsabilità per l’Italia che non si è ancora liberata dallo spettro del collasso…

La Stampa (Mario Alfieri) - Non solo tasse e gap infrastrutturale tra gli extra-costi che penalizzano la competitività delle imprese italiane, rendendole dipendenti dal credito bancario ed esposte alla piaga dei ritardi di pagamento, il vero killer di artigiani, commercianti e padroncini che lavorano sul mercato domestico. Ci sono altri nemici meno visibili ma altrettanto letali perché presentano costi non calcolabili ex ante sui bilanci: sono gli adempimenti fiscali e burocratici. «Per paradosso un’alta tassazione è già prevedibile a inizio anno quando si fanno i budget e si pianificano gli investimenti», spiegano da Confindustria…

La Repubblica (Rodolfo Sala) - «Moriamo di fisco, siamo pronti a rinunciare a tutti gli incentivi in cambio di una sensibile riduzione della pressione fiscale a carico di imprese e famiglie», scandisce Giorgio Squinzi dal palco del Lingotto, dove la Lega ha concluso ieri la due giorni di "ascolto" degli imprenditori del Nord. Il presidente di Confindustria ricorda a tutti che «l’incidenza della pressione fiscale sulle imprese è del 57% mentre in Germania eventi punti sotto»…  

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I lavori di Camera e Senato

Lunedì 1 ottobre

•             Camera: Aula - modifica degli statuti delle Regioni Sardegna, Friuli e Siciliana, Legge Comunitaria 2012 (ore 10), Conto Consuntivo della Camera 2011 e Bilancio 2012 (ore 15.30)

Martedì 2 ottobre

•             Camera: Aula - Bilancio Camera 2012 e Legge Comunitaria 2012

•             Camera: commissione Affari costituzionali - modifica degli statuti delle Regioni Sardegna, Friuli e Siciliana, nota di aggiornamento del Def (ore 12).

•             Camera: commissione Giustizia - nuova disciplina dell’ordinamento della professione forense (ore 14), delega al governo in materia di depenalizzazione, pene detentive non carcerarie (ore 14.30).

•             Camera: commissioni congiunte Bilancio Camera e Senato - audizioni preliminari esame nota aggiornamento Def 2012: rappresentanti Cnel (ore 11); rappresentanti Corte dei Conti (ore 12); audizione del governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco (ore 20)

•             Camera: commissione Finanze - nota di aggiornamento del Def 2012, delega fiscale (ore 11 e 20.30).

•             Camera: commissione Cultura - Legge quadro per lo spettacolo dal vivo (ore 14.30).

•             Camera: commissione Ambiente - reintegrazione delle competenze dei comuni della regione Campania in materia di gestione del ciclo dei rifiuti solidi urbani (ore13.15)

•             Camera: commissione Attività produttive - disposizioni per la riorganizzazione e l’efficienza del mercato nonché per il contenimento dei prezzi dei carburanti per uso di autotrazione (ore 13)

•             Camera: commissione Affari sociali - decreto Salute (ore 13)

•             Camera: commissione Politiche Ue - Legge Comunitaria 2012 (ore 14.30)

•             Senato: Aula - dl risanamento ambientale territorio di Taranto (ore 16.30)

•             Senato: commissione Affari Costituzionali - legge elettorale; rappresentanze di genere negli organi regionali e locali

•             Senato: commissioni riunite Affari Costituzionali e Giustizia - anticorruzione

•             Senato: commissione Bilancio - Rendiconto 2011; assestamento 2012

•             Senato: commissione Industria - audizione di rappresentanti di R.E Te. Imprese Italia (ore 14.45) e Sorgenia (ore 15.30)

•             Senato: commissione Sanità - biotestamento

Mercoledì 3 ottobre

•             Camera: Aula - Question time (ore 15); Bilancio Camera 2012 e Legge Comunitaria 2012

•             Camera: commissione Affari costituzionali - seguito dell’audizione del ministro per la Pubblica amministrazione e la semplificazione, Filippo Patroni Griffi, sul riordino delle province (ore 14.30)

•             Camera: commissione Giustizia - delega al governo in materia di depenalizzazione, pene detentive non carcerarie, disposizioni in materia di diffamazione, di diffamazione con il mezzo della stampa (ore 14)

•             Camera: commissione Difesa - delega al governo per l’istituzione del servizio nazionale militare di volontari per la mobilitazione e delle riserva nazionale (ore 14)

•             Camera: commissioni congiunte Bilancio Camera e Senato - audizione del ministro dell’Economia e finanze Vittorio Grilli (ore 8.30)

•             Camera: commissione Finanze - delega fiscale (ore 13.30)

•             Camera: commissione Cultura - Norme per l’autogoverno delle istituzioni scolastiche statali (ore 14)

•             Camera: commissione Attività produttive - disposizioni concernenti la tracciabilità delle compravendite di oro e di oggetti preziosi usati e l’estensione delle disposizioni antiriciclaggio (ore 14)

•             Camera: commissione Trasporti - audizione del sottosegretario per le Infrastrutture Guido Improta sull’attuale situazione del trasporto aereo (ore 14.15)

•             Camera: commissione Lavoro - ricongiunzione onerosa dei contributi previdenziali (ore 15)

•             Camera: commissione Affari sociali - decreto Salute (ore 14)

•             Camera: Giunta delle Elezioni - esame delle cariche ricoperte da deputati ai fini del giudizio di compatibilità con il mandato parlamentare (ore14.30)

•             Senato: Aula - dl risanamento ambientale territorio di Taranto; rappresentanze di genere negli organi regionali e locali; seguito mozioni sull’insegnamento della storia dell’arte

•             Senato: commissione Affari Costituzionali - legge elettorale; rappresentanze di genere negli organi regionali e locali

•             Senato: commissioni riunite Affari Costituzionali e Giustizia - anticorruzione

•             Senato: commissione Finanze - audizione del presidente della Corte dei Conti in merito alle stime dell’evasione fiscale e della corruzione nei diversi settori della Pubblica (ore 14.30)

•             Senato: commissione Istruzione - audizione del Capo del Dipartimento per lo sviluppo e la coesione economica del ministero per la coesione territoriale, Sabina De Luca (ore 14.30)

•             Senato: commissione Lavori Pubblici - audizioni informali nell’ambito dell’esame degli atti comunitari (direttive appalti pubblici) di F.In.Co, Agi, Igi e Ance (ore 14.30)

•             Senato: commissione Industria - audizione informale di rappresentanti di Confprofessioni (ore 14); audizione di rappresentanti di Enel (ore 14.30) e di rappresentanti di Telespazio (ore 15.30)

•             Senato: commissione Lavoro - audizione di rappresentanti di Confindustria, Confapi, Confagricoltura, Rete Imprese, Confetra, Ania, Abi e Sinpa (ore 14.45)

•             Senato: commissione Sanità - audizione di rappresentanti dell’Associazione volontari italiani sangue-Avis (ore 8.30); audizione del ministro della Salute (ore 15); indagine conoscitiva patologia diabetica: esame documento conclusivo

Giovedì 4 ottobre

•             Camera: Aula - esame Def

•             Camera: commissioni Affari costituzionali e Ambiente - modifiche alla disciplina degli appalti (ore 14)

•             Camera: commissione Giustizia - delega al governo in materia di depenalizzazione, pene detentive non carcerarie, disposizioni in materia di diffamazione, di diffamazione con il mezzo della stampa (ore 14)

•             Camera: commissione Finanze - delega fiscale (ore 14)

•             Camera: commissione Cultura - Audizioni di Fnsi, Inpgi, Fieg per l’esame della delega al governo in materia di sviluppo del mercato editoriale (ore 14.30)

•             Camera: commissione Trasporti - modifiche al codice della strada (ore 14)

•             Camera: commissione Lavoro - modifiche alla normativa in materia di requisiti per la fruizione delle deroghe in materia di accesso al trattamento pensionistico

•             Camera: commissione Affari sociali - decreto Salute

•             Senato: Aula - nota di aggiornamento del Def 2012; rappresentanze di genere negli organi regionali e locali; seguito mozioni sull’insegnamento della storia dell’arte; ministri Grilli e Passera al question time (ore 16).

•             Senato: commissione Affari Costituzionali - legge elettorale

•             Senato: commissioni riunite Affari Costituzionali e Giustizia - anticorruzione

•             Senato: commissione Lavori Pubblici - seguito dell’audizione informale del Consiglio Nazionale degli Architetti (ore 8.30)

Venerdì 5 ottobre

•             Camera: commissione Finanze - delega fiscale (ore 10) 

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