Pdl, Pagano: “Primarie non bastano, servono valori e idee forti o partito muore“
Venerdì 09 Novembre 2012 19:06
“Ma siamo del tutto certi che la partecipazione degli elettori alle primarie del Pdl sarà ampia e che le primarie, sotto il profilo numerico, saranno un successo?”.
Ad affermarlo il deputato del Pdl Alessandro Pagano, componente della Commissione Finanze della Camera.
“I dati sull’astensionismo – prosegue - emersi nelle recenti elezioni in Sicilia dimostrano un fenomeno in costante e inarrestabile crescita. Così stando le cose e visto che il voto alle primarie non è che una mera facoltà, è legittimo interrogarsi sul perché i cittadini dovrebbero mobilitarsi in massa per partecipare alle primarie di partiti in forte crisi di numeri e consensi”.
“Con queste premesse, - aggiunge - il trend negativo registrato in Sicilia è destinato a ripetersi anche alle primarie, a meno di operare un drastico cambiamento, ispirato alla ‘lezione’ delle recenti elezioni negli Stati Uniti. Pochi nel centrodestra hanno criticato il successo di Obama e questa è una grave ‘miopia’ politica in quanto, come evidenziato da numerosi e autorevoli osservatori, la sconfitta di Romney trae origine dalla direzione impressa alla campagna elettorale repubblicana, incentrata più su tematiche ‘deboli’ e sull’economia che sui grandi temi ‘forti’, quali famiglia, sacralità della vita e valori non negoziabili, finendo così per deludere i propri elettori”.
“I temi ‘forti’ – precisa – appartengono al nostro elettorato così come a quello americano di orientamento repubblicano. Negli Stati Unti, inoltre, la vittoria di Obama è stata affiancata dalla vittoria in alcuni Stati dei referendum sulla legalizzazione del matrimonio omosessuale e dell’uso della marijuana. Al riguardo, non si è compreso che nei prossimi quattro anni queste tendenze, incoraggiate dalla presidenza Obama, condizioneranno le politiche americane e quelle dell’Occidente.
“Nel Pdl – sottolinea - si sta verificando quanto accaduto al partito Repubblicano: l’astensione del proprio elettorato di riferimento perché il partito sta anteponendo temi di banale quotidianità alle questioni che l’hanno reso grande sin dal manifesto politico e valoriale del ’94, ripreso in toto dal segretario Alfano nel discorso di insediamento del 1° luglio”.
“Il Pdl è ora davanti ad un bivio: recuperare e dare vita al progetto politico per cui è nato, rafforzando la propria azione intorno alle grandi questioni poste dai principi non negoziabili e realizzando la nascita del Ppe in Italia, oppure abbandonarsi all’agonia che lentamente lo sta conducendo alla morte e che inesorabilmente porterà alla morte anche il Paese. L’esperienza di Romney docet”, conclude.