“Se confermate, le indiscrezioni di stampa che imputano al pressing di Bruxelles il piano di dismissioni allo studio del Tesoro per risolvere l’annosa questione dell’indebitamento pubblico dell’Italia, non può certamente essere questa una soluzione accettabile, in quanto del tutto penalizzante per il Paese”.

Ad affermarlo il deputato di NCD Alessandro Pagano.

“Siamo convinti – prosegue - che il Paese non debba rispondere alle richieste dell’Europa  come se non si trovasse su un piano di pariteticità o, peggio ancora, come se temesse di incorrere in qualche azione sanzionatoria. Abbiamo un governo stabile e autorevole che ora può negoziare con l’Ue misure più eque e vantaggiose per il Paese ed è venuto, dunque, il momento di avvalersi di questa importante opportunità”.

“L’assetto del piano di dismissioni, - spiega - così come trapela dagli organi d’informazione, si presenta come una sorta di ‘spezzatino’: entro la fine di quest’anno, infatti, dovrebbe realizzarsi la cessione di una quota fino al 49% di Cdp Reti (che per ora contiene il 30% di Snam ma nella quale dovrebbe confluire anche il 29,9% di Terna) nonché quella della quota di Eni detenuta dal Tesoro che insieme a quella di Cdp vale ben 20 miliardi. Senza contare che tale operazione comprenderebbe anche le dismissioni di Enel, Finmeccanica e di una quota di minoranza di Fincantieri. Come si vede, si tratta di un piano ‘disarticolato’, che non ci convince affatto e che avrà come unico risultato quello di privare il Paese dei suoi asset strategici più importanti a prezzo di saldo. Il tempo che residua prima di questo ‘salto nel vuoto’ è veramente poco, ma noi faremo il possibile per evitarlo affinché si insista maggiormente sull’abbattimento della spesa pubblica per risolvere il ‘nodo’, ancora da sciogliere, del deficit ”, conclude.