

#Sentinelle, Adinolfi: «Sfido Gramellini a un confronto serio: serve un Sinodo ‘laico’»
Mercoledì 15 Ottobre 2014 15:28
“Il sindaco Marino nasconde i suoi fallimenti con i matrimoni gay”, Saviano e Gramellini rincorrono “l’applauso facile”, Crozza e la Lettizzetto comici al servizio del “pensiero unico a reti unificate”.
Non risparmia nessuno l’ex parlamentare nonché tra i fondatori del Pd e autore di ‘Voglio la mamma’, Mario Adinolfi che, sentito da IntelligoNews, commenta le ultime decisioni dei sindaci sulle trascrizioni delle nozze tra omosessuali e le violente aggressioni subite dalle Sentinelle in piedi.
Marino ha detto di essere pronto ad istituire subito il registro delle unioni civili. Adinolfi, ci saranno matrimoni gay anche nella città dove lei vive?
«Intanto ricordo a Marino dell’emergenza delle scuole dell’infanzia, nidi e materne, di cui si sta occupando egregiamente Gigi De Palo con la campagna ‘passeggini vuoti’. Migliaia di famiglie romane hanno visto aumentare le rette per tutte le fasce di reddito e la cancellazione dell’esenzione per il terzo figlio poco prima dell’apertura delle scuole. Il sindaco invece di occuparsi di fregnacce, perdonate la parola, si impegnasse a reperire i fondi da altri capitoli di spesa invece di aumentare le rette e abolire le esenzioni a chi ha ancora il coraggio di mettere al mondo tre figli. Le due vicende se confrontate spiegano bene la scala delle priorità di questa classe politica».
Ma perché i sindaci si ostinano a fare un atto che non ha alcuna valenza legale?
«L’atto di registrare un matrimonio tra due persone dello stesso sesso è contra legem, non lo dice Adinolfi, lo dicono i prefetti! Prima ci deve essere una legge del Parlamento. Quindi non ne capisco il motivo se non l’utilità propagandistica e la volontà di mascherare le seria difficoltà delle amministrazioni comunali. Si alza un polverone tutti lo stiamo a guardare e ci dimentichiamo dei problemi reali della Capitale».
Intanto, dopo i violenti attacchi di due domeniche fa, le sentinelle continuano ad essere oggetto di scherno…
«La violenza subita dalle sentinelle è inaudita sia sul piano fisico, basta vedere le immagini delle aggressioni subite in diverse piazze italiane, sia sul piano intellettuale. Ma Saviano, ribaltando la realtà, afferma che le sentinelle sono portatrici di violenza culturale. Poi c’è anche una azione di delegittimazione per derisione che ieri è andata in onda a reti unificate.
Crozza e la Littizzetto sono veri ideologi di questa retrograda posizione illiberale di chi vieta ad un cittadino di stare in piedi a leggere un libro per chiedere il rispetto della libertà di tutti di poter esprimere le proprie
idee».
Insomma il Parlamento latita e questi temi diventano il cavallo di battaglia di un certo avanspettacolo schierato…
«Sono abbastanza allarmato da questo pensiero unico che si esprime a reti unificate. Ieri Crozza per 20 minuti ha ridicolizzato le sentinelle, anche impersonificando il Papa che sua volta ridicolizza anche i vescovi e il lavoro del Sinodo. Littizzetto ha invece dedicato la sua consueta esibizione a spiegarci che chi difende la famiglia composta da un uomo e una donna – perché malgrado tutto servono ancora questi due soggetti per generare un figlio – è un retrogrado tradizionalista. Ma soprattutto sono preoccupato dal fatto che un
tempo temi così delicati sarebbero stati affrontati sul piano intellettuale. Mi piacerebbe per esempio un confronto serio con Massimo Gramellini, il quale è un altro che non si risparmia mai in attacchi contro chi difende le famiglia naturale. Eppure sembra che i Gramellini e i Saviano inseguano i Crozza sulla superficialità per prendersi l’applauso facile. Ma se questo è un atteggiamento accettabile per un comico non lo è affatto per un giornalista».
Lei come lo affronterebbe un discorso così delicato?
«Ci vuole un confronto serio e serrato su quelli che in ‘Voglio la mamma’ definisco i tre temi decisivi per l’essere umano: nascere, amare, morire.
Quello che succede in queste tre fasi della vita non può essere discusso come in ‘Crozza delle meraviglie’. Serve un lavoro denso, prendendo ad esempio il Sinodo come riferimento: ci si incontra in trecento per due settimane e ognuno esprime la sua posizione, perché il confronto è importante per far emergere alcune verità. Poi si chiude l’assemblea e magari ci si rincontra dopo un anno per chiarire alcune questioni. Questo dovrebbe fare il mondo della politica e della cultura. Se invece facciamo il bagaglino avremo una risposta che sarà il capovolgimento della realtà»
Intelligonews di Marco Guerra
@alepaganotwit