Interrogazione a risposta scritta e successiva risposta del Vice Ministro dell'Interno riguardanti le contestazioni durante la conferenza del comitato "Si alla Famiglia" a Monreale
Venerdì 06 Novembre 2015 01:00
Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:
in data 1o settembre 2015 alle ore 17, nell'aula consiliare del comune di Monreale, circa sessanta persone erano presenti per partecipare ad un convegno, relativo alle riforme introdotte dalla recente riforma della scuola (cosiddetta «La buona scuola») ed ai possibili progetti scolastici da esso introdotti;
la conferenza era organizzata dal Comitato «Si alla Famiglia» e da alcuni genitori fortemente interessati alla teoria del Gender ed alle possibili ricadute sulla educazione scolastica;
quali relatori erano stati invitati il dottor Nino Amato neurologo e l'avvocato Maria Letizia Russo, docente, entrambi di Alleanza Cattolica e del Comitato «Si alla Famiglia», presentati dalla signora Tiziana Piedimonte, referente regionale del «Comitato articolo 26» Palermo;
già durante l'intervento del dottor Nino Amato, incentrato sugli aspetti scientifici della differenziazione sessuale, gruppi di persone hanno disturbato il corso della relazione, che è stata portata a termine faticosamente;
il secondo intervento, invece, avente per titolo «Gender: consigli per i genitori», è stato letteralmente impedito;
sia i relatori sia gli organizzatori hanno tentato di dissuadere i disturbatori invitandoli ad attendere la fine delle relazioni, a cui avrebbe fatto seguito il dibattito, senza successo;
in più occasioni, tali soggetti, il cui scopo evidente era quello di impedire il libero esercizio della libertà di opinione, hanno apostrofato pesantemente i relatori senza che gli stessi potessero replicare;
l'azione di disturbo ha tra l'altro impedito ai partecipanti alla conferenza di ottenere le informazioni che si aspettavano dall'incontro di studio, ed alcuni dei presenti, con bambini al seguito, una, volta resisi conto di quello che stava accadendo, si sono allontanati;
i relatori, nel constatare la totale assenza di senso civico e della libertà dei gruppi filo-gay non hanno potuto far altro che sospendere il momento di riflessione, studio e approfondimento voluto da famiglie sensibili al tema dell'educazione e preoccupate per il futuro dei propri figli;
una delle organizzatrici, la signora Alessandra Anselmo, alcuni giorni prima dell'incontro, si era recata presso la locale stazione dei carabinieri per comunicare l'iniziativa e chiedere garanzie circa la tutela delle forze dell'ordine così come da circolare dei Ministro dell'interno, segnalando che già altre decine e decine di volte ci fossero stati atti di intolleranza se non di violenza da parte dei gruppi facenti capo alle lesbiche, gay, transessuali bisex, comunemente chiamate LGBT;
presso la stazione dei carabinieri, veniva dichiarato che non era necessaria una presenza sul posto dell'Arma, atteso che si trattava di un incontro di genitori;
Alleanza Cattolica e il Comitato «Si alla famiglia», spesso insieme ad altri organismi, organizzano in tutta Italia con frequenza convegni e conferenze su questi temi. È prassi corrente, più volte fatta presente in atti parlamentari, che i siti dell'associazionismo gay segnalino questi eventi chiedendo ai propri militanti di interrompere le manifestazioni e provocano i relatori. La macchina propagandistica afferma sui loro siti che occorre «evitare con tutti i mezzi» che si tengano iniziative sgradite e considera gli organizzatori di queste iniziative una sorta di «Ku Klux Klan anti-omosessuale, che strumentalizza la religione»;
nel rispondere ad atti parlamentari su vicende analoghe il Governo ha espressamente dichiarato che: «L'impegno delle Forze dell'ordine è continuamente teso a garantire la libertà, a garantire l'autonomia nell'espressione del proprio pensiero da parte dei cittadini e, quindi, in una parola a garantire i diritti costituzionalmente definiti» (sottosegretario Bubbico, Aula della Camera 27 settembre 2013);
a Monreale in particolare, oltre a essere stati messi in atto comportamenti di dubbia liceità, si è impedito l'esercizio di diritti costituzionalmente tutelati, come la libertà di manifestare il pensiero, la libertà di riunirsi pacificamente, la libertà di ricerca; i siti omosessuali a loro volta, hanno posto in essere un'azione di istigazione che deve ritenersi altrettanto dubbia sotto il profilo della legalità –:
quali siano gli orientamenti del Governo sull'episodio esposto in premessa;
per quali motivi le forze dell'ordine, preventivamente avvertite, non siano intervenute in applicazione della circolare del Ministero dell'interno diramata a seguito di precedenti ed analoghi episodi di aggressione subiti da associazioni che come Alleanza Cattolica si occupano di formazione e di studio in difesa del valore della famiglia fondata sul matrimonio tra uomo e donna;
quali ulteriori iniziative di prevenzione il Governo intenda adottare per evitare il ripetersi sempre più frequente di episodi simili a quello esposto in premessa. (4-10493)
Atto Camera
Risposta scritta pubblicata Venerdì 6 novembre 2015
nell'allegato B della seduta n. 516 4-10493; presentata da PAGANO Alessandro
Risposta. — L'interrogante nel riferirsi all'azione di disturbo posta in essere da alcuni contestatori nel corso di una recente conferenza organizzata a Monreale dal comitato «Si alla famiglia» e da alcuni genitori interessati alla teoria del gender, chiede al Ministro dell'interno quali iniziative di prevenzione intenda adottare per evitare il ripetersi di situazioni analoghe.
Si premette che il 26 agosto 2015 una delle organizzatrici della iniziativa culturale ha presentato alla stazione carabinieri di Monreale una comunicazione con la quale chiedeva la presenza di carabinieri in occasione di un'assemblea di genitori in programma il 1o settembre 2015, presso l'aula consiliare del comune di Monreale, per «discutere di problemi scolastici e familiari». Nella stessa giornata l'organizzatrice si è anche rivolta al sindaco per richiedere l'autorizzazione all'utilizzo della citata sala.
Il successivo 29 agosto, la medesima organizzatrice ha contattato il comandante della stazione carabinieri al fine di conoscere l'esito dell'istanza. Nell'occasione, il predetto ha rappresentato che l'evento non necessitava dell'intervento della forza pubblica, avuto riguardo al tema del convegno, per come genericamente esposto nella comunicazione, nonché al luogo di svolgimento del medesimo.
Nel corso del colloquio l'organizzatrice ha specificato unicamente che l'incontro era incentrato sui temi del bullismo e della diffusione della droga fra i giovani.
Questi i fatti antecedenti l'iniziativa, dai quali emerge, in sostanza, che la stazione dei carabinieri, basandosi sulle comunicazioni rese dall'organizzazione, non ha ravvisato profili di rischio di turbative dell'ordine e sicurezza pubblica legati allo svolgimento dell'evento.
Si informa, inoltre, che durante lo svolgimento del convegno le forze dell'ordine non hanno ricevuto richieste di intervento e che, a tutt'oggi, non risultano essere state presentate denunce circa i fatti segnalati nell'atto di sindacato ispettivo.
Su un piano più generale, rispetto alla legittime richieste formulate dall'onorevole interrogante, si ribadisce quanto già espresso in diversi atti di sindacato ispettivo, vale a dire che, in occasione di manifestazioni pubbliche, le Forze dell'ordine prestano sempre la massima attenzione alla tutela dei diritti di libertà di riunione e di manifestazione del pensiero costituzionalmente garantiti.
Si tratta, a ben vedere, di uno degli impegni più delicati per le forze di polizia, che operano attraverso sperimentati moduli operativi, consistenti nell'attivazione in via preventiva di opportuni canali informativi e nella predisposizione, in loco, di accurati servizi di ordine pubblico commisurati al livello di rischio atteso, fatte salve – all'occorrenza e ove possibile – successive integrazioni del dispositivo che si rendano necessarie a manifestazione in corso.
I fatti illeciti posti in essere nel corso degli eventi, attentamente monitorati da operatori di polizia specializzati, vengono sottoposti, al termine delle relative indagini, alle valutazioni dell'autorità giudiziaria.
Si assicura che a tale consolidato modus operandi le Forze di polizia si atterranno anche in futuro, in modo da garantire il sereno e regolare svolgimento di ogni iniziativa pacifica che sia espressione della libertà di manifestazione del pensiero.
Il Viceministro dell'interno: Filippo Bubbico.
@alepaganotwit