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Atto Camera concernente il #contrabbando di #passaporti difettosi utilizzati per agevolare il #rafficodimigranti

 

 

 

 

 

Interrogazione a risposta scritta 4-13943. Seduta n° 663. 27 Luglio 2016


 

 

 PAGANO. — Al Ministro dell'interno, al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

a seguito di un'inchiesta iniziata il 24 maggio 2014 a Fiumicino (Roma), la polizia di frontiera a individuato un passaporto intestato una cittadina italiana, ma in uso a una cittadina albanese, in procinto di partire per Montreal (Canada), che era stato segnalato tra quelli difettosi e quindi destinato al macero;

due anni orsono, infatti, la questura di Milano aveva restituito alla Zecca dello Stato 4.000 passaporti con il microchip difettoso perché venissero distrutti assieme a altri 230.000 pezzi;

300 di questi passaporti con microchip difettoso sono invece finiti in un circuito illegale utilizzato da almeno due gruppi di bande di extra-comunitari (uno di etnia albanese, l'altro composto a nordafricani) che, agendo tra Napoli e Roma, avevano basi e contatti in città quali Parigi, Molembeek ed Istanbul teatro negli ultimi tempi i gravi attentati di matrice fondamentalista islamica;

pur non essendovi evidenze probatorie per sostenere che questa documentazione sia stata sfruttata da fanatici jihadisti, le numerose intercettazioni telefoniche contenute nell'ordinanza del GIP Vilma Passamonti dimostrano che, comunque, i passaporti illegali sono stati utilizzati al fine di agevolare i trasferimenti in Francia e Belgio di cittadini provenienti da zone di guerra quali Siria, Iraq, Afghanistan e Kenya;

pochi giorni dopo l'avvio di tale inchiesta la polizia turca ha sorpreso a Istanbul tre cittadini siriani, in possesso di questi passaporti italiani, i quali avevano l'intenzione i raggiungere Germania ed Olanda;

dalle indagini è inoltre emerso che ogni passaporto è stato venduto al prezzo di circa due mila euro ai gruppi di bande di extra-comunitari per poi essere falsificati;

l'indagine condotta dalla Polizia di Fiumicino ha indotto il procuratore aggiunto Paolo Ielo ed il pubblico ministero Maria Letizia Golfieri, della procura della Repubblica di Roma, a ipotizzare i reati di associazione per delinquere, peculato, falso, omissione di atti d'ufficio, ricettazione e favoreggiamento dell'immigrazione clandestina, oltre che all'emissione di undici provvedimenti cautelare (tra carcere e arresti domiciliari) nei confronti di Massimo Salomone, magazziniere della Zecca, il quale avrebbe dovuto procedere alla distruzione dei passaporti;

obblighi di firma, invece, sono stati imposti al responsabile dei magazzini dell'IPZS (Istituto poligrafico e zecca dello Stato) Achille Pivetta ed alla funzionaria del Ministero dell'economia e delle finanze Maria Arrigale, entrambi sospettati di aver attestato falsamente l'avvenuta distruzione dei passaporti;

l'operaio del Poligrafico dello Stato Massimo Salomone, ora agli arresti domiciliari, avrebbe provveduto ad immettere in circolazione i passaporti trafugati dietro pagamento di una somma tra 1 1.600 1 1.800 euro, spinto dalla necessità di guadagnare denaro al fine di far fronte a ingenti debiti di gioco e per acquistare sostanze stupefacenti;

a sostenerlo è il GIP Vilma Passamonti nelle oltre 90 pagine di ordinanza di custodia cautelare. In tale documento si legge che probabilmente è stato proprio nel contesto del gioco d'azzardo e del traffico di stupefacenti che Salomone sarebbe venuto in contatto con l'autore della falsificazione e della ricettazione dei passaporti in questione;

sempre nell'ordinanza del GIP Passamonti, a proposito del Salomone e degli altri due indagati, Pivetta ed Arrigale, si legge come sia stata rilevata la loro «non comune capacità a delinquere nella spregiudicatezza con cui gli stessi indagati hanno operato in spregio alle funzioni loro assegnate»;

altro elemento sottolineato dal GIP «è l'indifferenza dimostrata nel commettere i reati per il pregiudizio al buon andamento dell'amministrazione nella quale prestano servizio, con condotte delle quali non potevano non percepire la gravità, come pure la pericolosità delle possibili conseguenze derivanti dal mancato compimento degli atti cui erano preposti e dalla messa in circolazione dei documenti sottratti»;

nella stessa ordinanza del GIP, infine, si legge come lo stesso Salomone «ha dimostrato una capacità a delinquere particolarmente elevata per le modalità con cui ha operato per sottrarre i documenti dal Poligrafico presso cui presta servizio a diretto contatto con funzionari addetti al controllo, di cui ha saputo sfruttare il contegno omissivo» –:

se il Governo sia a conoscenza di quanto rappresentato in premessa;

quali iniziative di competenza il Governo intenda intraprendere al fine di chiarire quanto effettivamente sia avvenuto all'interno dell'Istituto poligrafico e zecca dello Stato e del Ministero dell'economia e delle finanze;

quali iniziative si intendano intraprendere al fine di accertare con esattezza il numero dei passaporti falsificati;

se non si ritenga opportuno avviare, per quanto di competenza, una verifica rapida ed approfondita al fine di agevolare l'identificazione dei soggetti che hanno utilizzato i passaporti in questione e per quali finalità;

se emergano elementi che collegano l'intera operazione posta in essere alla comune o al terrorismo di matrice jihadista;

quali iniziative il Governo intenda intraprendere al fine di evitare che episodi come quelli descritti in premessa abbiano a ripetersi. (4-13943)

@alepaganotwit

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