Mercoledì, 09 Ottobre 2024


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Le tre male bestie del Meridione

Di ritorno dal meeting di Rimini, annuale appuntamento ed importante momento d’incontro, non solo per il mondo di Comunione e Liberazione, ma anche per tutti gli uomini che hanno a cuore i destini delle proprie comunità, attraverso la logica del bene comune, l’onorevole Alessandro Pagano riferisce di essere rimasto profondamente colpito dalle parole del Governatore della Banca d’Italia, Mario Draghi, formulate di fronte ad una platea di 10mila persone.

Parole di grande profilo, imperniate, sulla speranza e la fiducia che confermano la necessità di rilanciare l’occupazione con iniziative private e cercando di risparmiare nel pubblico, come è stato recentemente ribadito a proposito della vicenda delle ipotesi di assunzioni della Polizia Provinciale dice e del concorso per assumere uscieri Iacp di Caltanissetta.
L’onorevole afferma, tornato in Sicilia, che nei confronti di una Italia che "va veloce" la nostra terra si trova, ancora, ferma nella "solita quotidianità" .
In merito a ciò, il Deputato, attraverso il suo operato politico, si adopera per cambiare la "solita quotidianità" insegnataci dal vecchio modo di governare e dare il via ad un nuovo corso.
D - Può riassumerci le parole del Governatore che l’hanno così colpita?
R - Il governatore Draghi ha disquisito sulla crisi che il nostro paese sta attraversando. E’ intervenuto spiegando che "una volta passata la tempesta, non si potrà mai più tornare a quella che era la nostra precedente "normalità". Questo crollo ha messo in luce traumaticamente quali erano le impostazioni politiche ed economiche che hanno accompagnato i nostri anni ed i loro limiti. Non si può immaginare che si continui a fare quello che si è sempre fatto fino ad adesso soltanto perché così ci hanno "insegnato" i nostri predecessori. Il modello degli anni ’50 /’60 deve essere cancellato dalla nostra memoria perché altro non ha prodotto se non disastri. E l’Italia si sta adoperando con tutte le sue forze affinchè questo avvenga.
D - E nel mezzogiorno? Ci si sta adoperando in questo senso o viviamo ancorati alla mentalità di quegl’anni?
R - la partitocrazia. Oggi, ci ritroviamo a vivere, dunque, quella realtà che Luigi Sturzo denominò delle "tre male bestie".
D - Può spiegarci meglio?
R - stato fatto.
D - Onorevole, qual’ è e quale sarà allora, anche, alla luce di questo incontro di Rimini, il suo operato?
R - La Pubblica amministrazione non ha adeguato personale e di conseguenza è inefficiente. Il mercato del lavoro è appoggiato solo sulle strutture pubbliche, che non producono ricchezza ma solo disastri e ciò va, necessariamente, rivisitato". Non possiamo continuare a fare sempre gli stessi errori. Alessandro Pagano, da 13 anni a questa parte, opera per una politica del fare, quella atta, cioè, a cambiare, in maniera costante e continua, questo modo di operare. A fronte di qualcuno che si ostina a non voler capire, di qualche critica strumentale e pretestuosa o di chi si sente colpito dai mie affondi dico che non ho "mea culpa" da fare ma che voglio farmi interprete dei bisogni della Sicilia produttiva, onesta e che vuole cambiare. Andrò avanti "barra dritta", anche, a costo di provocare ulteriori traumi. Sarà, poi, l’opinione pubblica a "giudicare" il mio operato ed a decidere se questa Sicilia sarà una terra che vorrà o meno trasformarsi. Che vorrà o meno slegarsi dal vecchio, dalla povertà economica, umana e culturale.

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