Mercoledì, 15 Maggio 2024


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Nelle istituzioni servono nuovi cattolici capaci di rispettare davvero i valori

(guarda il video) - L’appello lanciato da Benedetto XVI a Cagliari il 7 settembre scorso sull’urgenza di avere nuove generazioni di cattolici in politica riaccende un dibattito sempre attuale. Il Papa ha pronunciato parole chiare e precise: "Maria vi renda capaci di evangelizzare il mondo del lavoro,dell’economia, della politica, che necessita di una nuova generazione di laici cristiani impegnati, capaci di cercare con competenza e rigore morale soluzioni di sviluppo sostenibile".

Certamente Benedetto XVI non intendeva sponsorizzare una nuova edizione di un partito cattolico in quanto tale. Un partito postdemocristiano infatti non ha più senso in Italia.

In pratica è un invito a cambiare musica. "Non era mai capitato, scrive Luigi Amicone, di sentire un Pontefice pronunciare una richiesta così esplicita di ricambio di un’intera classe di cattolici impegnati in politica." E riferendosi a quei cosiddetti "cattolici adulti", quelli del cattolicesimo democratico per intenderci, scrive: "Dev’essere un dramma sentirsi invitati a farsi da parte dalla massima autorità ecclesiale, dopo che si è già stati messi da parte dall’elettore, massima autorità popolare".

Insomma, dopo questo discorso del Papa a Cagliari, molti di quelli che andavano a raccogliere voti nelle sacrestie, in nome di una presunta coerenza di credenti impegnati in politica, sono ufficialmente invitati a lasciare il campo a una «nuova generazione» di politici cattolici, che abbiano «rigore morale» e «competenza».
E’ il capolinea di quel progetto politico che iniziò nel lontano 1976 con il convegno «Evangelizzazione e promozione umana», che segnava un patto non scritto tra democristiani di sinistra e comunisti. "All’inizio fu la stagione dei catto-comunisti, alla fine quella dei catto-laicisti" dice il Vescovo di San Marino, Luigi Negri

Chi si opponeva a questo progetto, veniva marchiato di integralismo, tradizionalismo, e antimodernità. Gli ultimi epigoni di quella scuola sono stati Rosy Bindi, Franco Monaco, Giuseppe Fioroni, Marco Follini etc. etc., cominciata sotto la parte sinistra dello scudo crociato e finita sotto l’armata Brancaleone Unionista e, oggi, del Partito Democratico. Da cattolici avrebbero potuto e dovuto difendere la vita, la famiglia, l’alleanza tra uomo e donna e invece li abbiamo visti perdersi nelle manfrine della politica politicante.

Monsignor Rino Fisichella, vescovo e rettore dell’università Lateranense, cappellano di Montecitorio, è raggiante per le parole pronunciate domenica a Cagliari da Papa Ratzinger sulla necessità di «nuova generazione di cristiani» che si impegnino in campo sociale e politico. "Il cattolico in politica deve saper coniugare la fedeltà al proprio credo ed è chiamato a dissentire da un pluralismo che diventa relativismo morale: la democrazia stessa ha bisogno di fondamenti solidi e di principi etici alla base della vita sociale".
Più chiaro di così…

Alessandro Pagano

Domenico Bonvegna

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