Venerdì, 19 Aprile 2024


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Perchè la pornografia genera la violenza sessuale!

Veniamo dal funerale di Lorena Cultraro, la ragazza "uccisa dai suoi tre amici dopo aver fatto sesso", per citare uno dei suoi assassini. Abbiamo colto a Niscemi come dovunque, sconforto, sfiducia e dolore rispetto ad una società che degrada sempre di più! Tutti chiedono interventi energici. Siamo convinti che il Governo debba affrontare vigorosamente questo problema, ma siamo convinti altresì che il problema non sta nella repressione (senz’altro giusta e senza sconti) quanto in un intervento alla radice attraverso un'educazione del rispetto della persona.

Tra le cause, certamente non esclusive, degli stupri o degli abusi sessuali nel nostro Paese non si possono trascurare gli influssi che produce la pornografia. Ogni giorno siamo continuamente bombardati da immagini in cui la donna è ridotta ad oggetto: dai manifesti pubblicitari alla televisione, dai grandi quotidiani ai siti internet.

E’ contraddittorio leggere su certi giornali la deplorazione degli abusi su donne e bambini e nello stesso tempo trovarvi articoli (spesso con fotografie), o pubblicità che propongono la donna come oggetto. Clamoroso fu il caso de "La Stampa" del 13/10/2002 che in prima pagina condannò l’efferatezza e la disumanità del delitto di Desirèe Piovanelli (molto simile a quello di Lorena), mentre all’interno dello stesso giornale, nella pagina Cultura e spettacolo, c’era una pagina intera dedicata a una rappresentazione pornografica, messa in scena da una compagnia teatrale, costituente una vera e propria istigazione alla perversione.

Dopo una particolareggiata descrizione dello spettacolo intriso di coiti e orge sadomasochiste, il recensore ne ammirava il senso pornografico con cui lo spettacolo sarebbe stato condotto. Il concetto della trasgressione di ogni regola sarebbe stato "incarnato fino all’ossessione e con un rigore assolutamente ammirevole". Di fatti come questi se ne possono citare a decine.

Il professor Mauro Ronco, docente di Diritto Penale all’Università di Modena, si chiede, "se la radice di molti delitti giovanili, non sia proprio lo scatenamento brutale del desiderio di recare offesa alla persona umana, fino al punto di infliggere la morte, in conseguenza dalla ricezione avida e confusa del miscuglio avvelenato di pornografia e violenza che è dispensato a piene mani dagli strumenti mass-mediatici".

Ecco! E’ su questo bisogna riflettere: chi ha alimentato e alimenta l’esibizione istigatoria delle rappresentazioni delittuose e della mercificazione sessuale? Chi ha cancellato e cancella i divieti e diffonde una pseudo cultura di morte?

Le risposte si trovano facilmente in un grande numero di pubblicazioni, di film e di rappresentazioni teatrali, che fomentano la "sessualità libera" e le varie forme di violenze sul corpo. E’ la cultura relativista che esibisce la violenza e il sesso mercificato, fruibili come oggetti di consumo, per soddisfare la massa.

Dunque, non bisogna meravigliarsi se poi sono i più deboli e i più fragili, che passano a praticare direttamente ciò che è stato loro mostrato nella stampa o nei film, come liberamente fruibile.

Qualcuno potrebbe troncare questa discussione tacciandole per bieco moralismo. Senza riprenderlo alla lettera, la risposta la fornisce quel Sigmund Freud, che certamente cattolico non è: "almeno alcune volte, l'eros diventa thanatos".

Invece di piangere lacrime di coccodrillo ogni volta che accadono fatti simili a quelli di Desirèe Piovanelli, di Meredith Kercher la ragazza inglese di Perugia, o della quattordicenne Lorena Cultraro, dobbiamo ritrovare il coraggio di affermare cose di buon senso. Per esempio che lo Stato finalmente trovi il coraggio di scoraggiare il vizio e di favorire la pratica delle virtù naturali.

Tutto ciò che eviterà anche un solo abuso sulle donne e sui bambini sarà meritorio.

Alessandro Pagano

Domenico Bonvegna

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